Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Obbedienza, umiltà e non presunzione.
Costruire l’uomo interiore è una impresa ardua, e non bisogna fidarsi troppo di se stessi, ma accorre ascoltare l’altro che ti guarda e ti può aiutare. Si arriva così ad essere anche discepoli. Gesù li sceglieva i suoi discepoli e li formava, tenendo conto dei loro “ritardi” interiori. Soprattutto li sosteneva quando erano scoraggiati dinanzi alla incredulità degli altri. – La storia di oggi può essere significativa per chi è interessato a costruire il suo “uomo interiore”.
Un pittore fiero ed orgoglioso della sua opera, si recò un giorno dall’imperatore per diventare pittore di corte. Strada facendo diceva fra sé:
– Non appena vedrà le mie opere l’imperatore resterà stupefatto! Mi coprirà di onori e farà omaggio al mio genio! – e pregustava tra sé e sé quel momento.
Invece l’imperatore guardò le sue opere senza dire una parola e poi gli ordinò di tornare da lui il giorno dopo, portando di nuovo con sé tutti i suoi quadri.
Il giorno seguente l’artista ritornò, ma l’imperatore si comportò allo stesso modo, ordinandogli di tornare il giorno successivo; e fu così per più giorni.
Il silenzio dell’imperatore di fronte ai suoi capolavori cominciava a preoccuparlo e, pian piano, prese a dubitare di sé e della sua arte. Un giorno, persa ogni speranza nel suo sogno di gloria, si recò a corte solo per obbedienza.
– Sono tornato solo per il vostro comando – confessò dinanzi all’imperatore – ma non avrei più voluto venire.
L’imperatore, allora, lo ricevette con tutti gli onori e lo elesse a miglior artista del regno. «L’opera interiore della tua anima – gli sussurrò in un orecchio – doveva ancora eguagliare la bellezza dei tuoi quadri: mancava solo il tocco più prezioso: quello dell’umiltà».
(dal web).