Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Nuovi Beati, giovinezza della Chiesa.
– Sabato 30 aprile 2022 il cardinale Marcello Semeraro, a nome di Papa Francesco, ha proclamato BEATI Armida Barelli e don Mario Ciceri: fiori diversi del “profumo di Cristo”
– Nella Messa di beatificazione celebrata a Milano, il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi ha ricordato la missione delle due figure elevate agli altari: quella del sacerdote, vissuta all’ombra dell’oratorio, l’altra della Barelli alla luce di un impegno pubblico, dall’università al riconoscimento dei diritti delle donne.
– Un “Curato d’Ars” della comunità di Sulbiate, nella provincia di Monza e Brianza. E “un gioiello” cesellato da Dio.
– Sono le definizioni alle quali è ricorso il cardinale Marcello Semeraro: due espressioni di santità, la Barelli e Ciceri, cresciute nella luce di Cristo, in una vita modellata sulle orme di Gesù.
“Sandalo della Chiesa”.
♦ “Don Mario Ciceri s’impegnò quotidianamente – ha spiegato il cardinale Semeraro – a smussare alcune spigolosità caratteriali giungendo a mostrare in sé un efficace connubio tra vita spirituale e vita pastorale al punto che tutti riconobbero in lui un sacerdote che realizzava con zelo e in fedeltà la sua vocazione”.
♦ Nato l’8 settembre 1900 a Veduggio, in provincia di Milano, era quarto di sei figli. Da piccolo aveva come sogno quello di fare il prete ed infatti nel 1924 divenne sacerdote.
♦ Schivo, discreto ma attento ai bisogni della sua gente, soprattutto nel corso della seconda guerra mondiale, a caratterizzarlo c’è una frase che ripeteva: “Il bene fa poco rumore e il rumore fa poco bene”.
♦ Morì nel 1945 a seguito dell’incidente che ebbe in bicicletta. “Esempio luminoso per i sacerdoti”, ha affermato Semeraro, che lo ha definito “sandalo della Chiesa” perché “utile per aiutare, utile per obbedire”.
Per le donne e non solo.
♦ Armida Barelli: una donna che ha lasciato “un’eredità che veramente arricchisce le file della vita cattolica e segnato la via per l’educazione moderna della gioventù femminile”. Così il cardinale Semeraro, citando l’allora monsignor Montini, ha definito Armida Barelli.
♦ Protagonista di un apostolato che “spaziò su più fronti, dall’Opera della Regalità all’Università Cattolica del Sacro Cuore”.
♦ Grande anche il suo contributo alla valorizzazione femminile, “promotrice di un cattolicesimo inclusivo, accogliente e universale”, capace di spronare le donne per “capire quali sono i principi sociali della Chiesa, per esercitare il nostro dovere di cittadine”. Perché, diceva Armida, “siamo una forza, in Italia, noi donne”.
Il profumo della Chiesa.
♦ “In queste storie di santità: umili e nascoste come quella del beato Mario Ciceri, oppure pubbliche e note come quella della beata Armida Barelli – ha affermato il cardinale Semeraro – si manifesta sempre la forza dello Spirito, che il Risorto possiede senza misura”. Una forza che trova casa nella Chiesa e dove cresce per diventare frutto.
♦ La santità è questo: seguire la scia del profumo di Cristo. Per il beato Mario Ciceri fu la vocazione al ministero sacro; per Armida Barelli fu la vocazione all’apostolato laicale.
♦ Fiori profumati di Cristo nel giardino della Chiesa. “Ai tanti profumi già fragranti in questa Chiesa, oggi si aggiunge quello dei due Beati, la cui santità ora è ufficialmente riconosciuta perché da qui si diffonda nella Chiesa tutta e nel mondo intero”.
[La Chiesa attraverso i suoi Santi e Beati rimane sempre giovane].
(fonte: cf. vaticannews.va/it/30 aprile 2022)