Attualità

Nuova scoperta paleontologica a Tropea

Un socio dell’Istituto Paleontologico Calabrese rinviene un reperto fossile del Tortoniano di importanza eccezionale per la ricerca scientifica

Il ritrovamento è avvenuto il 23 febbraio scorso in località Calliope e sono stati avvisati Soprintendenza e Carabinieri del Nucleo Tutela di Cosenza

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Nei giorni scorsi l’Istituto Paleontologico Calabrese, presieduto dal professor Giuseppe Carone, e il Museo del Mare di Tropea, diretto dal professor Francesco Barritta, hanno comunicato l’affioramento di uno scheletro di sirenio fossile in località Calliope, Tropea (VV).
La segnalazione è stata fatta al Dr. Marco Scaravilli, nuovo Funzionario Archeologo di Zona SABAP per la Città Metropolitana di Reggio
Calabria e la Provincia di Vibo Valentia, alla Commissione prefettizia del Comune di Tropea, nelle persone dei Dott. Vito Turco, Roberto Micucci e Antonio Calenda, al Comando dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza e ai loro colleghi della Compagnia locale di Tropea.

“Comunichiamo – si legge nel documento – che in data 23 febbraio 2025 il socio dell’Istituto Paleontologico Calabrese sig. Tommaso
Belvedere ha effettuato un ritrovamento di materiale paleontologico di proprietà dello Stato a seguito di un sopralluogo rientrante nel programma di prospezioni paleontologiche portate avanti dal nostro ente sul territorio della provincia di Vibo Valentia”.

L’Istituto Paleontologico Calabrese, che ha raccolto l’eredità dello storico Gruppo Paleontologico Tropeano, si sta infatti dedicando da mesi al programma di prospezioni paleontologiche sul territorio di Tropea, tenuto conto che il Museo del Mare, di cui l’ente è gestore, è attualmente chiuso per i lavori di ampliamento.

“Il sig. Belvedere – proseguono Carone e Barritta nella loro comunicazione – ha subito provveduto ad effettuare documentazione fotografica dello stato dell’area ed ageolocalizzare il sito del ritrovamento”. I due studiosi hanno quindi fornito le coordinate alla Soprintendenza, nella speranza che il sito possa essere oggetto di ulteriori indagini e magari di uno scavo di recupero dei frammenti.

“Il sito del ritrovamento rientra nell’area di località Calliope nel Comune di Tropea, lungo un sentiero che conduce dalla sommità della falesia alla spiaggia di località Riaci”.
Carone spiega poi che “Ai piedi della parete sono presenti diversi sedimenti di varie dimensioni risultati di eventi franosi, tra i quali è
stato individuato un frammento di cranio fossile, che può essere confrontabile con alcune costole e vertebre che fuoriescono dal taglio della parete , lungo una sezione trasversale assiale di sedimenti afferenti al Tortoniano, anche se ciò non comporta un’automatica attribuzione delle due tipologie di reperto al medesimo esemplare”.

Dopo aver avvisato la Soprintendenza, tenuto conto della situazione e del rischio che il frammento di cranio avrebbe corso rimanendo affiorante sul piano di calpestio, il fossile è stato recuperato dal sig. Belvedere grazie all’intervento in loco del paleontologo Giuseppe Carone, responsabile scientifico del museo e presidente dell’Istituto Paleontologico Calabrese, per evitarne la dispersione o, peggio, la distruzione. Successivamente, il fossile è stato trasportato presso i locali comunali adibiti a magazzino del museo.
“In base a una prima analisi effettuata dal prof. Carone – precisa il direttore del museo Barritta -, risulta evidente che gli elementi fossili sono da ricondurre a uno o più esemplari di sirenio estinto della specie Metaxytherium medium, trattandosi di un orizzonte di deposizione ascrivibile al Tortoniano superiore e inquadrabile nella cosiddetta Unità 1. Si tratta quindi di un reperto di eccezionale valenza scientifica, poiché appartiene al medesimo livello da cui proviene l’unico scheletro fossile recuperato in zona di questa specie di sirenio, l’esemplare M18403 conservato nel Museo di Paleontologia dell’Università di Napoli e recuperato nel 1970 dall’ora curatore del Museo Prof. Leuci”.
Un’altra buona notizia è che l’Istituto Paleontologico Calabrese con le proprie competenze scientifiche, si è messo a disposizione della Soprintendenza per effettuare un eventuale sopralluogo in situ, oltre che per fornire supporto logistico o per programmare e reperire le risorse necessarie ad un eventuale recupero dei reperti affioranti rimasti in località Calliope.

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Redazione
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