Articoli simili
Don Sicari parroco di Paravati frazione di Mileto
Un altro e importante prestigioso incarico e servizio ecclesiale è stato affidato dal Vescovo della Diocesi Mons. Luigi Renzo a don Francesco Sicari, sacerdote tropeano e nostro collaboratore.
Paravati è la frazione più grande del comune di Mileto, con quasi 3.000 abitanti ed è un centro conosciuto in tutto il mondo per essere il paese natale della mistica Natuzza Evolo, morta nel 2009 e di cui si attende l’apertura del processo di beatificazione.
Nel suo nuovo incarico, don Francesco sarà affiancato da un giovane sacerdote che il Vescovo ha nominato come vicario parrocchiale. Si tratta di don Andrea Campennì di 26 anni, originario di Nicotera, sacerdote dal mese di aprile di quest’anno.
Quattro amici… pellegrini…
Nel trittico del pellegrino (Lourdes, Santiago, e Fatima) ognuno ha espresso con momenti personali la propria intima emozione mentre per il resto è stata una continua scoperta, L’allegria non è mai mancata ed accanto alle inevitabili battute, ci sono stati momenti di confronto che credo serviranno ad ognuno di noi per rivedersi con altri occhi. Ovviamente il cammino ha poi preso una svolta diversa che ha piacevolmente abbracciato gli aspetti culturali, artistici e gastronomici delle città visitate. Non è comunque mai mancata la motivazione principale e la riconferma è che il viaggio si conclude a Roma, a Piazza San Pietro, centro della Cristianità di tutto il mondo.
Orgoglio e diritti gay sfilano per le vie di Tropea
Alla fine il gran giorno è arrivato e Tropea ha saputo accoglierlo come da tradizione: ospitalità, tolleranza, maturità.
Si parlava da settimane di questo evento, guardato da molti con curiosità e da pochi (ne siamo convinti) con preoccupazione.
Il carrozzone ha sfilato per le vie della città d’Ercole in maniera composta, pacifica, sobria, senza mettere in mostra provocazioni che avrebbero concimato il terreno dei denigratori, e coinvolgendo anche molti scettici che hanno contribuito a formare un arcobaleno festante e gioioso.
Le provocazioni, in verità, ci sono state, ma sono rimaste al palo, battute da una lezione di civiltà dei partecipanti e dei tropeani.
Non era una gara, ma possiamo dire che il Pride tropeano ha vinto e Tropea, ancora una volta, ha contribuito da protagonista a questa vittoria della civiltà.