Fede e dintorni

Novena Natale 2021: umiltà e accoglienza

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Novena Natale 2021: umiltà e accoglienza.

– Oggi comincia la Novena Natale: un altro Natale segnato dalle limitazioni imposte dalla pandemia del coronavirus con le sue varianti.
– Ma questa circostanza ci può aiutare a trovare gli atteggiamenti giusti per celebrare il Natale nella semplicità, nell’umiltà ed anche nella povertà, intesa come distacco dal consumismo imperante. Quella sobrietà che ci aiuta a stare concretamente dalla parte dei più poveri.
– Dobbiamo riconoscere che la nostra società ha fatto del Natale un “prodotto” di consumo, targandolo poi con qualche ninnolo spirituale come “A Natale tutti siamo più buoni”.
– Gesù è nato nella povertà, tra gente semplice e generosa come i pastori. Ha condiviso la sua vita nella povertà e nelle restrizioni che essa comporta. – Ha condiviso anche lo stato di migrante per essere salvato dalla morte voluta per lui da Erode.
– E allora per celebrare un “buon Natale” occorre riscoprire le virtù che un mondo prepotente come quello il nostro sembra aver dimenticato: l’umiltà e la pazienza: atteggiamenti che si possono leggere (perché no?) nel bue e nell’asinello del presepe. – S. Alfonso, cantore del Natale (Tu scendi dalle stelle, Fermarono i cieli, Quanno nascette Ninno…) pregava cantando: “Vorrei stare accanto a Ninno bello, come ci sta il bue e l’asinello!”– Lo spirito di povertà di umiltà e di accoglienza ci aiuteranno ad accogliere meglio Gesù nel Natale.

Una tenera storia.
♦ Mentre Giuseppe e Maria erano in viaggio verso Betlemme, un angelo radunò tutti gli animali per scegliere i più adatti ad aiutare la Santa Famiglia nella stalla.
♦ Per primo, naturalmente, si presentò il leone.
«Solo un re è degno di servire il Re del mondo», ruggì «io mi piazzerò all’entrata e sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi al Bambino!».
«Sei troppo violento» disse l’angelo.
♦ Subito dopo si avvicinò la volpe.
Con aria furba e innocente, insinuò: «Io sono l’animale più adatto. Per il figlio di Dio ruberò tutte le mattine il miele migliore e il latte più profumato. Porterò a Maria e Giuseppe tutti i giorni un bel pollo!»
«Sei troppo disonesta», disse l’angelo.
♦ Tronfio e splendente arrivò il pavone.
Sciorinò la sua magnifica ruota color dell’iride: «Io trasformerò quella povera stalla in una reggia più bella del palazzo di Salomone!».
«Sei troppo vanitoso» disse l’angelo.

♦ Passarono, uno dopo l’altro, tanti animali ciascuno magnificando il proprio dono.
Invano. L’angelo non riusciva a trovarne uno che andasse bene.
Vide però che l’asino e il bue continuavano a lavorare, con la testa bassa, nel campo di un contadino, nei pressi della grotta. L’angelo li chiamò: «E voi non avete niente da offrire?».
«Niente – rispose l’asino e abbassò mestamente le lunghe orecchie – noi non abbiamo imparato niente oltre all’umiltà e alla pazienza. Tutto il resto per noi significa solo un supplemento di bastonate!».
♦ Ma il bue, timidamente, senza alzare gli occhi, disse: «Però potremmo di tanto in tanto riscaldarlo col nostro fiato e cacciare gli insetti volanti con le nostre code».
♥ L’angelo finalmente sorrise: «Voi siete quelli giusti!».

Parole di allerta – Il suo nome è Gesù.
♥ Amici, fratelli che vivete ovunque, sta per arrivare colui che attendete. Conoscete il suo nome? Io ve lo voglio dire e nel vostro cuore il suo nome risuonerà come un flauto nel silenzio brumoso della notte.
♥ Aprite le porte! Fategli posto sulle strade; preparate la casa. Posate le lampade sulle vostre finestre. Sappiate che la lunga attesa è terminata. Alzate la testa!
♥ Conoscete il suo nome? Il suo nome scoppierà in miriadi di stelle su tutto il mondo: il suo nome è Gesù.

Semplici strofette di S. Alfonso per la Novena.
A Gesù
1.O dolce Vita mia,
bel Figlio di Maria,
tu sol mio caro Dio,
sei tutto il mio tesor.

2. Vorrei per te, Signore,
morire ognor d’amore,
per te, Bambino mio,
che m’hai rubato il cor.

Alla Madonna
Fammi degno, o Madre mia,
di godere in questo petto
il tuo Figlio pargoletto,
or che nasce dal tuo sen.

L’asino e il bue della capanna di Betlemme rappresentano quelle virtù particolari quali l’umiltà, la mansuetudine, la pazienza e l’accoglienza che ci rendono più umani e ci dispongono a vivere meglio il Natale. Perciò nel presepe non trovano posto i furbi, i violenti, i vanitosi. S. Alfonso, cantore del Natale (Tu scendi dalle stelle, Fermarono i cieli, Quanno nascette Ninno…) pregava cantando: “Vorrei stare accanto a Ninno bello, come ci sta il bue e l’asinello!”. – Contemplando lo spirito di povertà di umiltà e di semplicità presente nei presepi tradizionali saremo più pronti ad accogliere Gesù nel Natale.

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