Verso il trionfo eterno
«Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo?» (Rom,8. 35
Riferimento biblico
Chi ci separerà dunque dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rom 8, 35-37-39)
Dalla vita di S. Domenica – Verso il trionfo eterno
Massimiano, vinto dalla tenace resistenza di Domenica, pensò di rimandò Domenica in Campania dal Proconsole Ilariano, un altro tiranno sanguinario che la sottopose ad ulteriori tormenti: la fece appendere pei capelli sopra una catasta di legna a bruciare, ma il Signore la guarì miracolosamente dalle piaghe. La fece condurre in catene al tempio di Giove, ma qui Domenica compì meraviglie, perché al solo suo entrare si abbatterono le statue degli dei. E lo stesso Ilariano, furente più che mai, mentre si avvicinava alla Vergine di Cristo veniva ucciso da un fulmine.
Condannata dal successore di lui a morire in una fornace ardente, ne esce illesa. Esposta ai lupi ed ai leoni, li doma e ne è accarezzata. Vincitrice di tanti tormenti e di tanti supplizi, viene in fine condannata alla decapitazione. Era il 6 luglio dell’anno 303.
Dopo aver pregato si alzò in piedi e con impeto di spirito generoso e lieto, ilare, forte e maestosa, andò verso il carnefice. Si mise in ginocchio; piegò il capo alla spada che d’un sol colpo lo recise, coronandolo di glorioso martirio.
Acclamazione corale (tutti)
Rallegriamoci ed esultiamo, perché il Signore ha amato questa vergine santa e gloriosa. – Gradisci, o Dio, il prezioso sacrificio di Santa Domenica che, in odore di soavità, morendo ha perdonato gli autori dei suoi supplizi e della sua morte.
Riflessione
Il martire, come Cristo, porta le sofferenze del mondo intero. Ma “le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi» (Rm 8,18). Queste sofferenze sono anzitutto quelle del Cristo nella sua passione, per cui sarebbe difficile trovare una ragione se non si guardasse oltre il muro della morte. E poi ci sono tutte le sofferenze personali e collettive che gravano sull’umanità, causate o dalla cecità della natura o dalla cattiveria o negligenza degli uomini: davvero non c’è proporzione tra quanto ci tocca soffrire e quanto attendiamo con fiducia.
Di fronte al mistero della sofferenza dobbiamo ripeterci con fede le parole di Paolo nella seconda lettera ai Corinti: «Per questo non ci scoraggiamo, ma anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria, perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono d’un momento, quelle invisibili sono eterne». (2Cor 4,16-18).
Preghiera
· Lode a te, Signore Gesù, che parli a noi nel volto dei martiri e ci chiedi di seguirti senza condizioni come ti hanno seguito loro!
· Lode a te, Cristo, cercatore di ogni uomo, che sei venuto per noi nei luoghi della nostra vita.
· Lode a te, che ci raggiungi sulle nostre strade, ci prendi con te e ci invii per essere tuoi testimoni
· Prega per noi, o gloriosa Santa Domenica, perché possiamo vivere come te l’incontro con Cristo, che cambia il cuore e la vita.
· Aiutaci a svuotarci di noi per riempirci di Lui, affinché, resi forti dal Suo Spirito, siamo capaci di credere, di sperare e di amare oltre ogni prova .
· Ottienici di divenire sempre più testimoni umili e innamorati di Colui che è la speranza del mondo, in comunione con tutta la Chiesa, al servizio di ogni creatura.
· Tutti = Il Cristo Gesù sia per noi la vita vera, la gioia piena, la sorgente di un amore sempre nuovo, la luce senza tramonto, nel tempo e per l’eternità. Amen. Alleluia! (Bruno Forte)
Impegno
Avrò fiducia che il Signore cambierà la mia debolezza in fortezza. Egli mi trasformerà e mi farà risorgere dai miei peccati.
Mi impegnerò ad esprimere con un segno concreto di risurrezione la vittoria del bene sul male che è in me.