Nascita e primi anni
«Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo» (1 Pt 4,13)
Riferimento biblico
«Carissimi, nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo, rallegratevi perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per il nome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dio riposa su di voi» (1 Pt 4, 13-14).
Dalla vita di S. Domenica – Nascita e primi anni.
Domenica nacque a Tropea sul finire del terzo secolo, sotto l’impero di Diocleziano Augusto. I suoi genitori, Doroteo ed Arsenia, erano Greci di origine e cristiani; vivevano nella perfetta pace dell’amore coniugale, condividendo con i poveri le loro sostanze, e diffondendo, come si poteva a quei tempi, il Vangelo di Gesù Cristo.
Frano trascorsi parecchi anni di matrimonio ed ancora non avevano avuto figli. I digiuni, le lacrime, le elemosine ottennero da Dio la grazia desiderata, e la casa di Doroteo ed Arsenia venne allietata dalla nascita di una bellissima bambina, che, perchè nata in giorno di domenica, e donata in modo eccezionale da Dio, venne chiamata Domenica, ossia del Signore.
E tutta del Signore fu Domenica, che, sotto le cure e la guida dei santi genitori, crebbe in grazia e in santità: devota a Dio, ubbidiente ai genitori, umile e mansueta, affabile e manierosa con tutti.
Domenica con gioia consacrò a Dio la sua verginità, a Lui dedicò la sua singolare bellezza: la sua decisione ebbe la completa approvazione dei suoi genitori.
Intanto la persecuzione verso i cristiani non accennava a diminuire e il martirio non era lontano per questa santa famiglia cristiana che viveva in Tropea. Domenica e i genitori desideravano dare la vita per Cristo, per la sua fede, per la sua Chiesa, e seguivano con trepidazione lo svolgersi delle vicende.
Acclamazione corale (tutti)
Il Signore è mia luce e salvezza, di chi avrò timore? * Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura? * Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; * se contro di me si scatena una guerra, anche allora ho fiducia. (dal salmo 26).
Riflessione
Dare la vita per Cristo vuol dire diventare suo testimone nel significato più profondo di questa parola, vivere nel modo più pieno la partecipazione al mistero pasquale del Redentore, offrire la propria vita volontariamente in sacrificio.
Deve esserci una grande fede ed un grande amore per spingere a ciò. La fede e l’amore così grandi non sono opera dello spirito e dello sforzo umano. Lo Spirito Santo, Spirito di Coraggio e di Fortezza, pervade l’uomo e gli permette di elevarsi fino a questo punto. Colui che muore per Cristo viene talmente riempito dallo Spirito del Signore che diventa veramente uomo «spirituale». Tutta la sua vita precedente doveva essere una grande apertura a Dio, una continua disponibilità a compiere la sua volontà. Lo Spirito Santo ancora prima del «giorno della nascita al cielo» ha reso l’uomo un continuo dono, offerta viva al Padre in Cristo.
Venerando i martiri, la Chiesa ci presenta degli esempi da imitare: la costanza nella fede, la perseveranza nel professare il nome del Signore, la totale adesione a Cristo, la vittoria nel momento della prova, la resistenza alla tentazione di andarsene, la carità senza limiti, la fermezza fino alla fine. La Chiesa implora Dio, per i meriti dei martiri, di concedere i doni sopra elencati a coloro che sono ancora per via verso la patria celeste. La Chiesa crede che il sacrificio dei martiri porti frutto: fa nascere nuovi seguaci del Signore, e coloro che già credono li introduce nella più profonda conoscenza del mistero di Cristo.
Preghiera
· Proteggimi, Dio: in te mi rifugio. Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene».
· Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi, è magnifica la mia eredità.
· Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore mi istruisce. Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare.
· Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione.
· Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. (dal salmo 16)
Impegno
Cercherò di (ri)scoprire e di utilizzare con perseveranza la mia “regola di vita” (i comandamenti / le beatitudini / la propria consacrazione) come strumento di cammino cristiano.