Il problema della Cardiochirurgia del policlinico universitario di Catanzaro
“Il commissario Scura stia attento a non abusare del proprio ufficio”
«Il commissario Scura stia attento a non abusare del proprio ufficio, riducendo a problema burocratico la verifica dei requisiti di legge della Cardiochirurgia del policlinico universitario di Catanzaro, conclusa dalla commissione dell’Asp di Crotone per l’autorizzazione sanitaria e l’accreditamento».
Lo dichiarano i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela. I due parlamentari hanno interrogato il presidente del Consiglio e i ministri della Salute, dell’Economia, della Giustizia e dell’Università, sulla recente presa di posizione del commissario alla sanità calabrese, Massimo Scura, il quale ha messo in dubbio l’utilità e l’iter della verifica effettuata, che certifica la mancanza dei requisiti di legge nella Cardiochirurgia del policlinico universitario catanzarese.
«È inquietante – incalzano i parlamentari 5 stelle – che il commissario non abbia considerato le grave situazione riassunta nel verbale della verifica; dalla mancanza della terapia intensiva dedicata e della seconda sala operatoria a quella del programma per i controlli della legionellosi, dal numero di interventi e infermieri inferiore alla normativa sino all’assenza della certificazione sulla casistica degli ultimi 5 anni». «In pratica – spiegano i deputati M5s – finora Scura sembra aver ignorato i riscontri della verifica, disposta dal dg del dipartimento per la tutela della Salute e rispetto alla quale l’Asp di Catanzaro, informata già dal 5 agosto scorso, non ha mai eccepito alcunché, se non a cose fatte». «È evidente – precisano i due parlamentari – un tentativo di coprire il policlinico universitario, per la legge regionale numero 19/2009 considerato provvisoriamente accreditato, dagli obblighi di sanare e dalle derivanti conseguenze. Dalla Procura della Repubblica di Catanzaro al governo, dal dipartimento regionale all’Asp di Catanzaro e alla struttura commissariale, tutti sanno, ormai, che l’ex primario del reparto, il cardiochirurgo Attilio Renzulli, nel 2013 denunciò per iscritto una grave situazione di rischio e il verificarsi di un numero elevato di decessi da infezioni, per cui non risultano concluse indagini specifiche, al di fuori di sommarie disamine da parte di una commissione interna al policlinico, che non rilevò la necessità di particolari misure correttive». «Pertanto – concludono Nesci e Parentela – abbiamo chiesto al ministro della Giustizia di voler disporre accertamenti ispettivi rispetto alle indagini su quei morti e abbiamo diffidato il dg del dipartimento, Riccardo Fatarella, e il dg dell’Asp di Catanzaro, Giuseppe Perri, affinché, dati i riscontri oggettivi della verifica sui requisiti, adempiano celermente ai lori doveri d’ufficio a tutela del diritto alla salute dei pazienti».