Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Nel povero c’è Gesù.
Nell’ampio e purtroppo triste dibattito che si sta facendo sui migranti da accogliere o meno, chissà se riusciamo a riflettere sugli eventuali benefici che essi possono portare o addirittura essere per noi. Spinti da una logica pessimista e magari anche xenofoba siamo pronti a vedere l’impatto negativo della loro presenza (che può corrispondere alla realtà), ma sorvoliamo sui benefici che ci offrono. Sui social media capita di leggere anche ringraziamenti alla loro tenacia, alla capacità di affrontare incredibili sacrifici per poter raggiungere una condizione di sicurezza per vivere degnamente. Gente che sa soffrire, ha sempre qualcosa da insegnare. – A me colpisce la loro fiducia nella nostra umanità: anche se avvertono una certa ostilità, hanno fiducia di essere accolti. Non si fermano alle umiliazioni che ricevono, ma sperano nella umanità che saprà rispondere. E questo è l’atteggiamento del povero. Noi, che non siamo poveri, stentiamo a capire.
♦ Una volta, un signore anziano, leader della comunità, era sofferente a letto, abbastanza ammalato. Egli desiderava ricevere la santa Comunione, ma i familiari gli dissero che era impossibile, a causa della distanza e perché il prete era in viaggio, e in quel momento non c’erano ministri dell’Eucaristia.
♥ Allora l’ammalato chiese: “Per favore, portate qui un povero a stare vicino al mio letto, a rappresentare Gesù per me”.
♥ ♥ Gli portarono un povero e il vecchio morì in pace e felicità, avendo Gesù a lato.
Quell’uomo conosceva il Vangelo, perché Gesù aveva detto: “Avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto in casa … (Mt 25,35).
♦ Un cristiano sa che Gesù continua ad essere ancora presente sulla terra, specialmente in quattro modi:
– Nell’Eucaristia.
– Nella comunità riunita. “Dove due o più sono riuniti nel mio nome, io sto in mezzo a loro “(Mt 18,20).
– Nei poveri che aiutiamo.
– Nel bambino che accogliamo: “Chiunque accoglie nel mio nome un bambino come questo, accoglie me” (Mt 18,5).
Pertanto, poiché non era possibile portare l’Eucaristia a quel signore, egli aveva, oltre al povero, altre due possibilità di avere accanto al suo letto la presenza di Gesù: la comunità che si poteva riunire lì e un bambino da accogliere.
(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).