Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Natività della Beata Vergine Maria.
– La festa di oggi celebra la natività della Vergine Maria, ed è legata indissolubilmente a quella del Natale.
– Nella lettura dei Padri, infatti, con la nascita di Maria Dio si “prepara una casa” in mezzo agli uomini, una dimora che poi lui stesso abiterà nell’Incarnazione. – Questa festa è un invito a curare la nostra vita e la nostra interiorità perché è qui che s’incontra Dio.
– Siamo creature chiamate a generare Dio nel mondo: una “missione” come quella di Maria. Ella l’ha vissuta fin dall’inizio della propria esistenza; ed è stata come un ponte tra il Creatore e le creature.
– Alla Madonna che nasce è dedicato il Duomo di Milano (la Madonnina). – S. Alfonso Maria de Lguori, santo mariano per eccellenza, le ha dedicato una tenera canzoncina in napoletano, dove alla fine esclama: “Chi vo’ grazie da lo cielo, chesta Nenna ha da pregare!”.
Una festa antica.
♦ La Natività di Maria è una delle più antiche feste mariane. Si pensa che la sua origine sia collegata nella festa della dedicazione di una chiesa intitolata a Maria, a Gerusalemme, nel IV secolo: si tratta della basilica di sant’Anna, dove la tradizione dice che si trattava della casa dei genitori di Maria, Gioacchino e Anna, dove qui nacque la Vergine.
♦ A Roma la vi si celebra nell’VIII secolo, con papa Sergio I (+ 8 settembre 701): è la terza festa di “natività” presente nel Calendario romano: la Natività di Gesù, il Figlio di Dio (Natale); quella di san Giovanni Battista (24 giugno) e quella della Beata Vergine Maria (8 settembre).
♦ Nei vangeli non vi si trovano dati per confermare questa festa e neppure i nomi dei genitori, che la tradizione ci fa incontrare nel Protovangelo di Giacomo, scritto aprocrifo del II secolo.
♥ L’avvenimento fondamentale nella vita di Maria rimane quello dell’Annunciazione.
♦ La Chiesa guarda a lei come la Madre di Dio, ma ancor più come la discepola che meglio di tutte può offrire l’esempio e il modello di vita cristiana.
♦ Nella sua fede, nell’obbedienza al Figlio, nel suo farsi prossima verso la cugina Elisabetta e alle nozze di Cana: Maria è donna da imitare anche per la fiducia nei momenti più bui della storia del suo Figlio Gesù. Questo, e molto altro, spiega perché il popolo di Dio sa di trovare in lei rifugio e conforto, aiuto e protezione.
Nasce la devoziome.
♦ A Milano questa festa viene fatta risalire al X secolo, e il Duomo dedicato a “Maria nascente” viene consacrato il 20 ottobre 1572 da san Carlo Borromeo. Ed è sempre a Milano, in via santa Sofia, che sorge il santuario dove è custodito il simulacro di Maria Bambina, affidato alle Suore di Carità delle sante Bartolomea e Vincenza.
♦ Negli anni fra il 1720 e il 1730 una monaca francescana di Todi (Suor Chiara Isabella Fornari) realizzò per devozione personale alcuni graziosi simulacri in cera di Maria neonata avvolta in fasce. Una di queste effigi nel 1739 fu donata alle suore Cappuccine di Santa Maria degli Angeli in Milano. Le suore ne propagarono la devozione, che nel contesto ambrosiano trovò subito un terreno particolarmente pronto e fecondo.
♦ Gli anni che vanno dal 1782 al 1842 segnano la soppressione, decretata prima dall’imperatore Giuseppe II e poi da Napoleone, delle varie congregazioni religiose. Il simulacro è portato da alcune suore Cappuccine presso il convento delle Agostiniane, poi dalle Canonichesse lateranensi; sarà quindi affidato al parroco don Luigi Bosisio, perché lo trasmetta a un istituto religioso che possa mantenerne viva la devozione.
Le suore di Maria Bambina.
♦ Infine la statuetta approdò nella casa generalizia delle Suore di Carità di Lovere, congregazione religiosa fondata nel 1832 da Bartolomea Capitanio, dove divenne popolarissima, tanto che da allora fino ad oggi le suore di questa congregazione sono popolarmente chiamate “di Maria Bambina”.
♥ Nel 1884, si legge: “…erano le ore sette del 9 settembre 1884… La madre si reca nell’infermeria per la visita alle ammalate e, preso il santo simulacro, va di letto in letto porgendolo alle suore ammalate perché lo bacino. Giunge alla postulante Giulia Macario, da più giorni aggravatissima. Questa si sforza di avvicinarsi alla Celeste Bambina, con parole affettuose chiede la guarigione. Subito si sente per tutto il corpo un fremito misterioso. ‘Sono guarita!’, esclama. Si alza e cammina”.
♥ Da allora, il 9 settembre di ogni anno, si festeggia il ‘giorno del miracolo’. La devozione popolare si estende a seguito delle numerose grazie ottenute.
Dal Vangelo (Mt 1,18-23).
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”. Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele”, che significa Dio con noi.
(fonte: vaticannews.va/it, festivita-liturgiche, 08 settembre).
La tenerezza di S. Alfono Maria de Liguori
S. Alfonso Maria de Liguori, santo mariano per eccellenza, non ha mancato di scrivere sulla Natività di Maria: preghiere, riflessioni ascetiche e una canzoncina conservata ben viva, in uso a Torre del Greco, nella chiesa della Madonna del Principio.
Per la nascita di Maria: Ogg’ è nata na Nennella
Ogg’ è nata na Nennella,
ch’è cchiù bella de lo sole,
che la veda chi si vole
veramente consolà.
Quant’è bella sta Nennella,
fa li sante nnamorà.
O Maria, dolcezza mia,
io te voglio sempe amà.
Quale nomme `a sta Nennella
Ave mise poi la Mamma!
Vuoi sapè, MARIA si chiama,
meglio nomme no nce stà.
Che bell’uocchie tene `nfronte
Comm’a stelle so lucente,
si te smiccia, tu te siente
sin’ all’ anima pircià.
Che vucchella saporita,
si l’arape, e fa nu riso,
tu te siente mparaviso,
siente l’anima squaglià.
Chesta Nenna ha da portare
a lu munno il Salvatore,
chesta Nenna a u peccatore
lu perdono ha da purtà.
Chesta Nenna ha da brillare
comme stella matutina,
de li Sante la Regina,
e degli Angeli sarà.
Chi vo grazie da lo cielo,
chesta Nenna ha da pregare,
chi vo l’anima salvare
chella mana ha da vasà.