Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Musulmani onorano la defunta sorella Barbara di Gesù.
– A Hermel, in Libano, la morte di suor Barbara ha unito cristiani e musulmani. – Questi hanno onorato la defunta, partecipando commossi ai suoi funerali: «Hermel ha perso un esempio di dedizione, amore e purezza. Per la grande misericordia di Dio, vai piccola sorella Barbara!»
– E così, il sogno di vedere in preghiera spontanea, e non formale, cristiani e musulmani si realizza come grande frutto della piccola sorella Barbara di Gesù, vissuta per più di 30 anni in Hermel, cittadina libanese interamente musulmana.
– I suoi abitanti di Hermel hanno voluto dire addio alla piccola sorella Barbara, novantenne di origine egiziana, deceduta alla vigilia di Natale. I tanti musulmani che hanno partecipato alla cerimonia per suor Barbara hanno recitato Al-Fātiḥa, che costituisce la prima sūra del Corano, in cui Dio è invocato come «il compassionevole e il misericordioso».
– Il momento di preghiera organizzato dai musulmani sciiti di Hermel, ha mostrato i frutti della vita di suor Barbara interamente spesa a favore dei fratelli più poveri, cristiani e musulmani.
Uno striscione di riconoscenza.
♥ «Hermel ha perso un esempio di dedizione, amore e purezza. Per la grande misericordia di Dio, vai piccola sorella Barbara!»
♦ È con questa frase scritta su uno striscione che gli abitanti di Hermel hanno voluto dire addio alla piccola sorella Barbara, novantenne di origine egiziana, deceduta alla vigilia di Natale, dopo aver vissuto per più di 30 anni in questa cittadina libanese interamente musulmana, nell’altopiano della Beqa’, nell’estremo nord-est del Libano.
♦ Sorella Diana-Maria, che ha vissuto con suor Barbara, racconta:
♦ «Il moukhtar (il sindaco) del distretto, con il responsabile della moschea e alcuni amici si sono riuniti a casa nostra per vedere come organizzare le nostre condoglianze; ci ha commosso vedere che hanno fatto un’eccezione per noi per poter ospitare uomini e donne contemporaneamente nella houseiniyé (la grande sala vicino alla moschea) dove normalmente vengono accolti solo uomini».
♥ Il momento di preghiera per suor Barbara Kassab organizzato dai musulmani sciiti di Hermel, ha mostrato i frutti della sua vita interamente spesa a favore dei fratelli più poveri, cristiani e musulmani.
La preghiera dei fratelli musulmani.
♦ I tanti musulmani che hanno partecipato alla cerimonia per suor Barbara hanno recitato Al-Fātiḥa, che costituisce la prima sūra del Corano, in cui Dio è invocato come «il compassionevole e il misericordioso».
♦ Ai presenti è stato offerto il tradizionale caffè amaro, come si usa negli incontri per l’offerta delle condoglianze nelle comunità cristiane e musulmane libanesi.
Racconta ancora la consorella di suor Barbara: «Nel giorno delle condoglianze sono venuti diversi sceicchi.
♥ Il mufti (primo sceicco della città), ha affermato: “Dio ha mandato un profeta per ogni epoca, Cristo stesso ha detto: “Io non sono venuto per distruggere, ma per adempiere”. E questo perché l’uomo cresca in umanità…”.
– Questo ci ricorda la frase della piccola sorella suor Magdeleine, la nostra fondatrice: “Prima di essere religiosa, sii umana e cristiana”.
♥ Un altro sceicco ha detto: “La religione è il modo in cui vivi la tua relazione con gli altri, ad esempio con amore, perché Dio è amore”.
– Questa frase ci tocca in modo particolare anche perché va al fondo del nostro carisma che è il nostro desiderio di annunciare l’amore nella vita quotidiana, nella vita ordinaria di Nazareth, e così testimoniare attraverso la nostra vita che Dio è amore».
Le piccole sorelle di Gesù.
♦ Le piccole sorelle di Gesù sono una congregazione fondata da suor Magdeleine Hutin secondo la spiritualità del beato Charles de Foucauld.
♦ Racconta ancora sorella Diana-Maria di Gesù: «Dal 1951, il nostro fondatore ha voluto istituire due fraternità in questa regione, una a Ras Baalbek, villaggio interamente cristiano e l’altra a Hermel, città interamente musulmana, per sostenere un percorso di fraternità tra queste comunità.
♥ Ciò si riallaccia all’aspirazione di fratel Charles citata da Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti riferendo si al beato Charles de Foucauld. “Egli andò orientando il suo ideale di una dedizione totale a Dio verso un’identificazione con gli ultimi […] In quel contesto esprimeva la sua aspirazione a sentire qualunque essere umano come un fratello e chiedeva a un amico: ‘Pregate Iddio affinché io sia davvero il fratello di tutte le anime di questo paese’.
Voleva essere, in definitiva, ‘il fratello universale’. Ma solo identificandosi con gli ultimi arrivò ad essere fratello di tutti” (287)».
Suor Barbara di Gesù.
♥ E davvero suor Barbara di Gesù ha saputo incarnare fino in fondo questo ideale, facendosi “sorella universale” di quanti ha incontrato, portando conforto in una terra, quella libanese, segnata da una tragedia umanitaria che sembra non avere mai fine, anni in cui la casa delle piccole sorelle ha rappresentato un luogo di pace e di convivenza pacifica.
♦ Quando le religiose sono arrivate nella piccola cittadina, non sapevano nulla e alcune di loro non conoscevano nemmeno la lingua locale. Con le proprie mani e con coraggio e perseveranza si sono ritagliate un posto nel cuore della comunità cristiana e musulmana, imparando con attenzione usi e costumi libanesi.
♦ Insieme alle altre sorelle, oltre al lavoro quotidiano al monastero, suor Barbara ha lavorato nei dispensari della città e dei villaggi limitrofi, nelle case di riposo, nei caseifici e in altre attività per sostenere le popolazioni e soddisfare i loro bisogni.
♦ Oggi, sul terreno che circonda il loro monastero, le piccole sorelle coltivano olivi, viti, legumi e alberi da frutto.
Il grande frutto della piccola sorella Barbara.
♥ L’affetto mostrato dalla comunità musulmana nella preghiera per l’anima della piccola sorella Barbara diventa un esempio luminoso dei frutti portati dal lavoro silenzioso di questa comunità, così importante per i poveri del paese che nel 2017, quando i jihadisti devastarono la regione di Beqa’, le piccole sorelle vennero protette dal moukhtar e al loro ritorno, i vicini musulmani chiesero loro di non andare più via.
Sorella Diana-Maria così riassume la loro opera:
♥ «Cerchiamo di vivere questa fraternità universale dove siamo, di incoraggiare i passi che si fanno da una parte o dall’altra, di riavvicinamento e di solidarietà al di là delle differenze, soprattutto in questi tempi difficili in cui tutti hanno bisogno di vedere i più piccoli segni di speranza.
♥ I passi che facciamo si uniscono a molti altri e si uniscono alla testimonianza silenziosa raggiunta da tanti nel nome di Gesù nella vita quotidiana delle persone in tutto il Medio Oriente».
(fonte: cf Osservatore Romano, 14 gennaio 2022)