Stop alla musica ad alto volume nei locali di Tropea. Scattano le prime severe punizioni per i trasgressori. Negli scorsi giorni, giusto per avere contezza del nuovo stato di cose, sono stati chiusi ben due locali del centro storico, uno nei pressi del famoso belvedere e uno in largo Duomo, mentre un terzo è stato chiuso un paio di giorni addietro in piazza Vittorio Veneto.
In modo molto chiaro, il sindaco Adolfo Repice commenta con soddisfazione i provvedimenti già adottati: «Ho fatto chiudere diversi esercizi perché non hanno ottemperato all’ordinanza sulla musica oltre la mezzanotte». L’ordinanza in questione, emanata lo scorso maggio in materia di tutela della quiete pubblica, inizia dunque a “mietere” le sue prime vittime.
Il provvedimento sarà più permissivo per il mese di agosto, consentendo la musica fino alle due, ma oltre gli orari consentiti la punizione sarà identica a quelle già attuate a luglio. Dopo una prima ammonizione, giunge infatti il cartellino rosso, cioè una chiusura per il locale del trasgressore che parte da un minimo di tre giorni. Qualora, dopo questo stop, il proprietario del locale dovesse infrangere nuovamente le regole, si rischia una revoca della licenza per un periodo anche maggiore, e addio guadagni della stagione estiva. Questa nuova linea della tolleranza zero, però, si ripercuote sul corpo di polizia municipale, che ha già un gran da fare (essendo sotto organico). Ma a parte questi problemi organizzativi del Comune, che comunque sta facendo rispettare le regole, le preoccupazioni maggiori sono quelle dei gestori dei bar, che si rendono conto di come un’ordinanza così impopolare tra i giovani possa tradursi in un drastico calo dei guadagni.
«Basta musica ad alto volume – chiosa però il sindaco – , e anche negli orari consentiti, per ora fino a mezzanotte e poi fino alle due, la musica deve essere soft, per consentire il dialogo, perché i bar non sono discoteche e chi pensa di fare discoteca verrà penalizzato».
Chi si era convinto del contrario, prendendo sottogamba l’ordinanza del maggio scorso, si è sbagliato di grosso. Se, infatti, durante l’estate del 2010 la linea adottata (con un provvedimento simile a quello attuale) è stata più morbida e permissiva, quest’anno la musica – è proprio il caso di dirlo – sta davvero cambiando. . .