Gli oblati di Don Mottola dal Papa
Nel centenario della nascita del servo di Dio don Francesco Mottola la "grande famiglia Oblata" è stata ricevuta da Papa Giovanni Paolo II il quale ha dato molto rilievo alla figura e all’opera di don Mottola, ricordando inoltre la "speciale" patrone di Tropea: la Madonna di Romania.
di D. Domenico Pantano
Una giornata, che può essere considerata "centrale"
e la più importante dell’Anno Mottoliano è, senz’altro, quella dell’udienza
particolare, che il Santo Padre ha benevolmente concesso alla famiglia oblata,
che rimarrà nella sua storia.
Nella splendida ed artistica sala delle udienze della residenza estiva di Castel
Gandolfo, che si affaccia sul lago, in una giornata veramente esaltante, i figli
e le figlie spirituali, i devoti e gli amici del Servo di Dio Don Francesco
Mottola, provenienti da Tropea e da varie parti d’Italia, hanno vissuto un’esperienza
irripetibile della loro vita.
Un applauso festoso e commosso ha salutato il bianco vegliardo, che, con passo
incerto, ma deciso, entrava nell’ampio salone e dalla cattedra bianco-dorata
salutava, posando lo sguardo e il suo sofferente sorriso su tutti, quasi volesse
fissare negli occhi quei suoi figli esultanti e felici, in modo personale e
diretto.
Nel porgere il saluto ufficiale il vescovo Mons. Domenico Cortese ha affermato
di presentare "il dono più bello… la vita e l’opera del servo di
Dio don Francesco Mottola del clero della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea …anima
sacerdotale autentica, ardente di carità, che brilla quale faro di vivida
luce" sulla nostra terra .
Dopo avere indicato nella "Oblazione" la parola
"chiave" della sua vita, ha presentato la Famiglia Oblata, nella
articolazione dei tre rami, delle oblate, dei sacerdoti e degli oblati laici, i
quali si impegnano ad armonizzare il servizio a Dio con le specifiche
responsabilità nelle realtà terrene .
Ha dato quindi risalto alla conformazione a Cristo e alla Madonna nel dono
totale e all’amore alla Chiesa e al Papa, ricordando come don Mottola, in una
visita alla Basilica Vaticana, pose la testa sotto il piede della statua di San
Pietro "Simbolo e segno di sudditanza alla Chiesa e al Papa".
Mons. Cortese ha concluso chiedendo la benedizione sui presenti e sulla diocesi
affidata alle sue cure.
Il Santo Padre ha manifestato la gioia di incontrarsi con quella, che ha
definito la "grande Famiglia Oblata", nel contesto delle
solenni celebrazioni per il I Centenario della nascita del Fondatore. Egli
"ha lasciato una traccia profonda nella vita ecclesiale e nel contesto
culturale sociale in cui visse, diffondendo l’influsso della sua azione
apostolica ben oltre i confini della Calabria." Ha quindi sottolineato
gli aspetti fondamentali della vita, del pensiero e delle opere del Servo di
Dio, che sinteticamente ricordiamo: - la vita vissuta come "Oblazione",
cioè dono totale a Dio e ai fratelli; -l’affidamento totale a Cristo e
il suo amore alla Vergine ; - la "santità sociale", perfetta
integrazione di preghiera e azione, come la "forma di apostolato
efficace per i nostri tempi." Ha quindi rivolto un personale e
affettuoso indirizzo alle varie componenti della famiglia oblata, raccomandando:
- ai sacerdoti di diffondere i grandi valori del Fondatore ed essere,
"per usare una sua suggestiva immagine, i "cenobiti"
della strada"; - alle oblate: la donazione totale a Dio e
ai sofferenti, "non nella solitudine del chiostro ma nella vita spesso
frenetica del mondo, armonizzando preghiera e azione, ricerca di Dio e
testimonianza della carità", - agli oblati laici: di essere
testimoni, celibi o coniugati, di quella contemplazione , "a cui ogni
cristiano è chiamato secondo i doveri del proprio stato" rinnovare l’ambiente
con iniziative come i "Venerdì di Corello" e l’impegno
sociale e civile, in particolare per i giovani; - alle Consacrate del Sacro
Cuore, sia nubili che coniugate: la donazione al Signore e ai fratelli,
collaborazione alle attività parrocchiali, e favorire "il ritorno di
Cristo nelle famiglie".
Fra i vari scritti di don Mottola, Giovanni Paolo II ha dato rilievo a quanto è
affermato in questo brano:: "L’apostolato – per cui abbiamo
rifiutato la cella e siamo rimasti viandanti nel mondo – discende dalla
pienezza della contemplazione: come dai nevai la forza dei fiumi, che pur
tornano al mare, ansiosi di azzurro, per essere riassorbiti dal sole."
Il Santo Padre ha concluso il suo messaggio, con queste significative parole.
"Vi affido alla materna intercessione della Madonna di Romania, speciale
Patrona di Tropea, amata e venerata da Don Mottola con filiale affetto e
devozione, e imparto di cuore a voi, qui presenti, a tutti gli Oblati, e le
oblate del Sacro Cuore ed a quanti incontrerete nel vostro cammino quotidiano
servizio una speciale Benedizione Apostolica"
Don Domenico Pantano, a nome della Famiglia Oblata, ha offerto una busta per la
"Carità del Papa" e un medaglione in bronzo dorato, opera del
rinomato artista Giuseppe Paulli, che ritrae l’ultima foto di don Mottola con
un gruppo di ragazzi disabili di Vibo Valentia, con la formula della sua offerta
al Signore "ECCOMI!"; dall’altro lato raffigura
Don Mottola che accompagna e sostiene un uomo in cammino, con il suggestivo
sfondo di Tropea. Lucia Amato Sorella Maggiore delle Oblate ha offerto i
paramenti liturgici per l’altare finemente ricamati a mano da una Oblata e
raffiguranti lo stemma di Giovanni Paolo II. Giuseppe Lo Cane Fratello Maggiore
degli Oblati laici ha offerto i primi quattro volumi dell’Opera Omnia di don
Mottola.
Il Santo Padre si è benevolmente fermato al centro del gruppo per una foto
ricordo, che è stata pubblicata sull’Osservatore Romano, organo ufficiale
della Santa Sede (16 settembre pag. 6), in una pagina che ha dato ampio
spazio all’avvenimento.
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