Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Morto il prete degli zingari.
– Milano. Addio a don Mario Riboldi, nomade per il Vangelo, prete degli zingari. È morto l’8 giugno di sera.
– Sacerdote del clero di Milano, è morto a 92 anni dopo una vita tutta dedicata a rom e sinti. Una vita condivisa in tutto e fino in fondo con gli zingari.
– Diceva. «Mica per fare l’operatore sociale ma solo perché sono un prete che si è sentito chiamato a portare il Vangelo fra chi, troppo a lungo, troppo spesso, è stato ignorato dai cattolici, a volte ancora così chiusi nelle loro parrocchie».
– Aveva tradotto il Vangelo di Marco in cinque lingue zingare. E lo stesso aveva fatto con testi liturgici, preghiere, canti. Ripeteva spesso. «E più della predicazione è importante la preghiera. Perché la conversione non è un frutto dei nostri sforzi ma un dono di Dio».
– La canonica? Una roulotte. La cappella? Un container. Il tabernacolo? Una tenda cucita a mano dalle donne della comunità sinti
♦ Don Mario Riboldi: una vita condivisa in tutto e fino in fondo con gli zingari. La canonica? Una roulotte. La cappella? Un container. Il tabernacolo? Una tenda cucita a mano dalle donne della comunità sinti. Lui, la sua parrocchia, l’aveva incontrata sulle strade, nei campi, nella vita dei nomadi.
♦ Fin dall’episcopato di Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI, aveva iniziato a vivere con loro, a viaggiare con loro. Aveva imparato la loro cultura e le loro lingue. «Non per fare il maestro: ma per essere scolaro, con loro, alla scuola della Parola che salva». Splendida figura di un testimone e di un profeta.
♦ Mario Riboldi era nato il 21 gennaio 1929 a Biassono (Monza e Brianza) ed era stato ordinato sacerdote nel Duomo di Milano il 28 giugno 1953. Dal 1971 al 2018 è stato incaricato per la Pastorale dei nomadi della diocesi di Milano.
♥ Ma a farsi prossimo dei sinti e dei rom aveva già iniziato fin dalla fine degli anni ’50. «”Chi porta loro il Vangelo?“: ecco la domanda che don Mario, appena ordinato, al primo incarico a Vittuone, si fece dopo aver incontrato un gruppo di sinti. A quella domanda ha risposto col dono della sua vita.
♥ Le opere sociali sono importanti e utili, ma nulla va in profondità come la Parola di Dio.
♦ E don Mario non ha costruito cattedrali nel deserto, si è occupato solo di portare la Parola di Dio», testimonia don Marco Frediani, attuale incaricato per la Pastorale dei nomadi a Milano, che ha condiviso con don Riboldi alcuni anni di vita “itinerante”.
Gli ultimi anni. – Dal 2018 le peggiorate condizioni di salute avevano costretto l’anziano prete a lasciare la roulotte per la casa di riposo «San Giacomo» di Varese, dove si è spento martedì 8 giugno.
♦ Don Riboldi – ricorda ancora don Frediani – ha avuto un ruolo decisivo nel cammino verso gli altari di Zefirino Giménez Malla, il primo beato gitano, e, con don Bruno Nicolini, nell’organizzazione dello storico incontro di Paolo VI con gli zingari, il 26 settembre 1965 a Pomezia.
Con Paolo VI – All’incontro con Paolo VI – e al ruolo che vi ebbe don Riboldi – fa riferimento anche l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio Gian Carlo Perego, neo presidente della Fondazione Migrantes, per ricordare nel sacerdote ambrosiano «una figura centrale, nel cammino post conciliare, della pastorale dei rom e dei sinti».
♥ «Voi nella Chiesa non siete ai margini, siete nel suo cuore», disse papa Montini a Pomezia.
Parole che sono diventate, per don Riboldi, «il programma di una vita pastorale che lo ha visto camminare lungo tutte le strade d’Italia e d’Europa per incontrare le famiglie e le comunità rom e sinti».
♥ «Ringraziamo il Signore per il dono del suo lungo e fedele ministero sacerdotale speso con lo zelo del buon pastore», si legge nel messaggio di cordoglio dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, e del Consiglio episcopale milanese «in comunione con il presbiterio diocesano».
[- Il funerale è stato celebrato il 10 giugno nella natìa Biassono].
(fonte: cf Avvenire.it, 9 giugno 2021).