Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Mondo benedetto ma ammalato.
Non si riesce a trattenere lo sconcerto dinanzi alle gravi contraddizioni che si riscontrano nel mondo e che rivelano un mondo bello e affascinante, ma anche malato e bisognoso di cure. L’enciclica di Papa Francesco “Laudato sii” ha avuto una accoglienza straordinaria presso ogni popolo e cultura. Il nostro mondo ha bisogno di essere amato e curato, non soltanto sfruttato. E ciò coinvolge tutti gli uomini.
♦ Il panorama disegnato da Papa Francesco nel tradizionale discorso d’inizio anno agli ambasciatori ha confermato che lo sguardo della Chiesa di Roma su «questo nostro mondo, benedetto e amato da Dio, eppure travagliato e afflitto da tanti mali» ha un’ottica davvero planetaria.
E questo punto di vista mondiale sa abbracciare con lucidità e altrettanta speranza i due fenomeni che più inquietano e preoccupano la comunità internazionale: l’onda crescente della violenza che usa e quindi bestemmia il nome di Dio da una parte, e il dramma che segna gran parte delle migrazioni dall’altra.
♥ Di fronte a queste emergenze Papa Francesco ha ripreso il tema centrale della misericordia, che è al cuore del Vangelo. Per questo ha indetto un giubileo straordinario della misericordia. Ed infatti è la misericordia che permette di avanzare insieme e di ripetere con Francesco che «chi dice di credere in Dio dev’essere anche un uomo o una donna di pace. Ogni esperienza religiosa autenticamente vissuta non può che promuovere la pace»
Netta la condanna degli attentati terroristici, massacri e soprusi che si accaniscono su persone inermi e indifese, obbligando intere minoranze a esodi drammatici, e persino al martirio per la sola appartenenza religiosa.
♦ Già nel 1952, nella costituzione apostolica Exsul familia che affrontò con ampiezza il fenomeno migratorio, Pio XII evocò la famiglia di Gesù, che cercava scampo in Egitto, come modello e sostegno di tutti i profughi che, «incalzati dalla persecuzione o dal bisogno, si vedono costretti ad abbandonare la patria».
♦ Allo stesso modo oggi il suo successore, Papa Francesco, chiede che si ascolti «il grido di Rachele che piange i suoi figli perché non sono più», secondo le parole profetiche di Geremia riprese dall’evangelista Matteo. Affinché si affrontino con umanità e con coraggio questi drammi mondiali.
(fonte: Osservatore Romano, 11 gennaio 2016).