Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Missionari martiri ancora oggi.
– Il 24 marzo scorso è stata la 29^ Giornata dei missionari martiri, una memoria che dal 1992 non è stata mai interrotta, ma capitando nelle immediate vicinanze della settimana santa, diverse rubriche religiose, come la nostra, non hanno potuto evidenziare.
– “Vite intrecciate” ripropone questa giornata di preghiera e digiuno per invitare ad entrare nella storia dei singoli martiri e poterne ereditare lo spirito e l’esempio riflettendo su tre parole: ricordare, ri-significare, vivere.
– Lo scopo è di mantenere viva la memoria dei missionari martiri e continuare una evangelizzazione che esca dalle mura di casa, dove abitiamo.
– Il mondo ancora oggi continua ad essere bagnato dal sangue di molti evangelizzatori che fanno della loro missione una magnifica tela che si arricchisce, intreccio dopo intreccio, di nuovi fili colorati che esprimono un unico desiderio: la fraternità. – Così, ogni singolo cammino si apre alla ricerca di altri volti, si mette in contatto con altre mani nelle cui vene scorrono storie di incontro e di servizio. – Tocca poi a ciascuno portare avanti la missione lì dove vive, intrecciare fili di Vangelo e di quotidianità, perché la parola di Dio continui a farsi carne e portare frutto.
Óscar Romero, santo vescovo martire e gli altri martiri.
♦ Il 24 marzo 1980, 41 anni fa, l’arcivescovo di San Salvador, Óscar Romero, veniva assassinato mentre stava celebrando messa. Un atto spietato per far tacere le sue denunce contro le violenze della dittatura militare nel Paese.
Già un paio di anni dopo il brutale omicidio del presule, la gente di El Salvador e di altri Paesi celebrava il 24 marzo come data del sacrificio di colui che già subito dopo il martirio venne chiamato “El santo de America”.
♥ Per questo, nella stessa data, si celebra quest’anno la ventinovesima Giornata dei missionari martiri, con momenti di preghiera e digiuno, dedicata a tutti coloro che, uomini e donne, in tutto il mondo rimangono fedeli al messaggio evangelico di pace e giustizia fino all’estremo sacrificio.
♦ Come padre Manuel Ubaldo Jáuregui Vega, sacerdote colombiano vice parroco della Santissima Trinità, della comunità missionaria dei saveriani di Yarumal a Luanda, in Angola, ucciso lo scorso 7 marzo dopo l’ennesima giornata spesa accanto ai suoi protetti mentre rincasava: in seguito a un banale incidente d’auto, è stato picchiato a morte.
♦ Padre Manuel è solo l’ultimo fiore reciso che si aggiunge ai venti operatori pastorali uccisi nel 2020, durante tentativi di rapina o di furto, compiuti anche con ferocia, oppure oggetto di sequestro, o che ancora si sono trovati coinvolti in sparatorie o atti di violenza nei contesti in cui operavano, contraddistinti da povertà economica e culturale, degrado morale e ambientale, dove le brutalità e la sopraffazione sono regole di comportamento, nella totale mancanza di rispetto per la vita e per ogni diritto umano.
Una Giornata di riferimento.
♦ La Giornata è divenuta col tempo un punto di riferimento per i giovani missionari italiani, per le comunità, per tutti coloro che guardando al martirio in odium fidei non vedono un mero sacrificio ma il compimento di una vita alla sequela di Cristo.
♦ I missionari martiri sono il faro che spinge le comunità cristiane a rivolgere lo sguardo verso gli insegnamenti di Gesù di Nazaret.
«Nella sua vita terrena, infatti — ha scritto il segretario nazionale di Missio giovani, Giovanni Rocca — il Figlio di Dio ha incarnato un’esistenza priva di mezze misure: nel suo messaggio non troviamo posizioni intermedie tra l’indifferenza e la difesa dei poveri ma una scelta netta verso questi ultimi. Duemila anni fa come oggi la sequela del Maestro rimane un fatto di coerenza. Abbracciare la fede in Dio, lasciarsi guidare da essa, significa fare della fraternità il senso stesso della vita».
Contare i martiri di ogni anno e ricordarli degnamente.
♦ Per questo, al termine di ogni anno, l’agenzia Fides ricorda i nomi e le vite di tutti i missionari e gli operatori pastorali cattolici uccisi nei dodici mesi precedenti. Come padre Jacques Hamel, sgozzato nella sua chiesa a Rouen, vicino all’altare dell’Eucaristia, nel 2016, o suor Ines Nieves Sancho, la religiosa spagnola di 77 anni assassinata nel 2019 nella Repubblica Centrafricana in uno dei locali dove insegnava alle ragazze da lei assistite il mestiere di sarta; e anche la storia di don Roberto Malgesini, il prete lombardo accoltellato a morte da una delle innumerevoli persone da lui soccorse, nel suo sacerdozio speso a servire le persone più fragili e in difficoltà.
♥ In tale occasione la Fondazione Missio, organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana grazie alla cui iniziativa, quando ancora si chiamava Movimento giovanile missionario delle Pontificie opere missionarie fu decisa dalla Chiesa, nel 1992, la celebrazione della Giornata, ha preparato un opuscolo per l’animazione missionaria intitolato Vite intrecciate, per raccontare la loro testimonianza di fede e condividere dei frammenti di cammino, riscoprendo l’attualità assoluta dei missionari martiri attraverso un percorso fatto di diverse tappe e molti strumenti: materiali, articoli, interviste, video che sottolineano il loro prezioso apporto a quei popoli costretti a confrontarsi quotidianamente con la guerra, la violazione dei diritti, i soprusi, la fame e la povertà.
♥ Un contributo che si rinnova ogni anno per questo evento, una Giornata diventata anche un appuntamento fisso della quaresima e dell’anno pastorale in cui i materiali di animazione preparati da Missio giovani sono diffusi in tutte le diocesi italiane.
(fonte: cf L’Osservatore Romano, 24 marzo 2021).