Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Mio figlio ha abbandonato la Chiesa.
Spesso capita di ascoltare il grido di dolore di genitori, mamma o papà, ma più mamme, che non sanno che fare più con i figli che imboccano strade diverse da quella percorsa insieme a loro. Soprattutto a riguardo della pratica della fede. “Abbiamo fatto tutto bene, ma nostro figlio ha comunque abbandonato la Chiesa… Di chi la colpa?Della cultura? Della carne? Del diavolo?…” – A volte si tratta di crisi di passaggio, di crescita (e sono comprensibili); altre volte si tratta di una vera uscita di casa, come il figlio prodigo della parabola. E ai genitori non restano che le lacrime e la preghiera. Una mamma ci propone la sua storia di dolore, di speranza e di preghiera.
♦ Ero la madre migliore. Mi dispiaceva per le madri che vedevano i propri figli o le proprie figlie abbandonare la fede. Il dispiacere che provavo per loro, tuttavia, includeva anche un po’ di rimprovero, perché pensavo che i genitori i cui figli lasciavano la Chiesa non dovessero aver lavorato abbastanza per tener vivo il fervore dei propri figli. Forse non li avevano curati abbastanza. Forse se ne erano curati eccessivamente. Insomma non avevano fatto tutto perché i figli di apprezzassero davvero le splendide verità della Chiesa cattolica. Dentro di me, segretamente, li biasimavo. Ma poi ho capito, sulla mia pelle.
♦ ♦ I nostri figli sono stati portati a messa ogni domenica e giorno festivo, anche durante le vacanze. Siamo sempre riusciti a trovare una messa, ovunque soggiornassimo. Mio marito ed io ci assicuravamo che imparassero la bellezza e la verità della loro fede, al punto da discutere di catechismo in famiglia.
Abbiamo mandato i nostri figli a scuole cattoliche, anche ad una università cattolica, senza curarci del costo. Credevamo che valesse la pena fare quel sacrificio. Volevamo che i nostri figli vivessero la loro fede al massimo.
♦ Purtroppo tutto ciò non è stato abbastanza. O forse era abbastanza, ma il nostro “abbastanza” si è scontrato con un mondo impazzito.
È stato per via della cultura? Della carne? Del diavolo? – Sappiamo tutti quanto attiri il mondo. E la carne, con la “libertà sessuale”. Quanto al demonio, lo incontriamo e la sua influenza è quotidianamente intorno a noi e cerca a tutti i costi di conquistare la vita delle persone.
♦ Penso che questi fattori hanno avuto sicuramente la loro parte nella decisione di mio figlio. Ma spero e prego che non avranno la meglio su di lui, che è carne della mia carne, redento da Cristo nel suo Battesimo.
♦ Diceva nostro figlio quando ancora ci parlava: “Non sono stato io ad abbandonare la Chiesa. È la Chiesa che ha abbandonato me”.
♥ Ho pregato con fervore e continuo a farlo ogni giorno, e piango quando non riesco a trattenere le lacrime, spesso versate nel silenzio delle poche ore di riposo notturno.
♥ Trovo sollievo nella vicenda di Santa Monica, madre del futuro grande Padre della Chiesa Sant’Agostino, alla quale il vescovo locale disse: “Vai, ora, ti prego; non è possibile che il figlio di tante lacrime perisca”. Suo figlio non solo non è perito. Agostino, grazie alle costanti preghiere di sua madre, è diventato un grande santo. Anzi è diventato un punto di riferimento per le migliaia di anime apparentemente perdute che hanno trovato la via per tornare alla Chiesa.
♥ C’è sempre speranza, e non la perderò. “Arriverà il momento di Dio”, ha detto il vescovo a Monica. Ci sono voluti 17 anni (nel mio caso, spero ci voglia un po’ meno tempo).
So di aver fatto del mio meglio, e so anche che non sono migliore di quelle “altre madri”.
♦ È una delle lezioni che ho imparato da questa croce. Piango e mi chiedo spesso come sia potuto accadere, ma pregherò e non smetterò di supplicare Dio notte e giorno. Sì, continuerò ad assillare Dio perché vivo con la speranza che il mio ragazzo ritorni.
(fonte: it.aleteia.org, 24/X/2016).