Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Minori maltrattati. Una casa per riparare all’amore tradito.
Calabria. – Come si può riparare all’amore tradito, umiliato, ferito se non con un amore più grande? Come si può guardare a delle anime innocenti maltrattate nel corpo e nello spirito senza desiderare che la vita torni a pulsare nei loro cuori con la caratteristica del vero desiderio, quello che non ha mai fine e che fa dell’uomo e della donna delle creature speciali per custodire e arricchire questo mondo?
– Domande che Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, ha trasformato in una splendida risposta chiamata “Casa di Zaccheo”, il primo centro specialistico residenziale della provincia di Cosenza per la cura e la protezione di minori in situazioni di maltrattamento.
– Il centro, istituito dal vescovo di Cassano all’Jonio, è stato inaugurao lo scorso 26 settembre 2019. Lo scopo è riconsegnare nelle mani dei minori maltrattati il desiderio di rinascere.
La Casa di Zaccheo a Francavilla Marittima (CS).
♦ Inaugurata il 26 settembre 2019 a Francavilla Marittima, in provincia di Cosenza, la struttura chiamata “Casa di Zaccheo” vuol essere — spiega il vescovo di Cassano all’Jonio Francesco Savino — una «risposta d’amore vero a chi l’amore lo ha incontrato del tutto stravolto». [Per la cronaca: ci sono altre Case Zaccheo in altre diocesi d’Italia]
♦ La gestisce la fondazione “Casa della provvidenza Rovitti” e accoglie minori di età compresa tra i 6 e i 15 anni provenienti da tutta Italia, vittime di abusi, gravi maltrattamenti o incorsi in reati, garantendo accoglienza residenziale, diagnosi e trattamento, consulenza psicosociale,ascolto protetto ai fini giudiziari, spazio neutro e consulenza legale.
L’équipe specialistica comprende uno psicologo, cinque educatori specializzati e un assistente sociale.
♥ Il centro va così ad affiancarsi a un’altra realtà presente nella cittadina calabrese, la comunità per minori “Stella del mattino” sorta nel 2017 e destinata all’accoglienza di minori stranieri non accompagnati.
«La “casa di Zaccheo” ha un significato preciso» ha scritto don Pietro Groccia, vicerettore della basilica cattedrale di Cassano all’Jonio.
♦ «Zaccheo voleva vedere Gesù e questo desiderio attirò la sua attenzione. Era ricco e amava le ricchezze ma dentro di sé ha scoperto un altro desiderio, quello del cambiamento interiore. Un cambiamento che si vuole realizzare nell’animo dei ragazzi ospiti, per aiutarli a riacquistare la propria identità e dare così un senso diverso alla vita trasformando quell’inquietudine tale da “dare fastidio” a famiglie e amici in un desiderio positivo di affermazione di cui possano beneficiare tutti».
♥ Tante storie di sofferenza da affrontare, capire, ridimensionare, superare per impedire che la violenza subita si trasformi in futuro in violenza arrecata. «Maria Montessori — ha sottolineato don Groccia — nella prefazione al suo libro “Il segreto dell’infanzia” scriveva: “L’infanzia costituisce l’elemento più importante della vita dell’adulto: l’elemento costruttore. Il bene o il male dell’uomo nell’età matura è strettamente legato alla vita infantile da cui ebbe origine.
– Sull’infanzia ricadranno tutti i nostri errori e su di essa si ripercuoteranno in modo indelebile”».
Il maltrattamento sui minori «è un fenomeno più diffuso di quanto si possa immaginare — aggiunge il sacerdote — ma poiché è fortemente intrecciato a meccanismi culturali di minimizzazione e ritrattazione è spesso difficile da individuare avvenendo principalmente all’interno della famiglia d’origine.
♦ Le numerose sperimentazioni in campo clinico, terapeutico, educativo e sociale e la letteratura scientifica sull’argomento concordano nel sostenere che qualsiasi forma di violenza causa una destrutturazione della personalità che si sta formando e del suo percorso evolutivo, causando esiti fortemente lesivi sul piano fisico, psicologico e dell’identità personale del minore, con disturbi che possono dare luogo a patologie gravi».
♥ La “Casa di Zaccheo” rappresenta una sfida, non scontata nell’esito, ma alla quale si vuole rispondere con ogni strumento a disposizione, anche «per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti delle sofferenze della prima infanzia, cercando di parlare al bambino che un tempo ogni adulto è stato, e che continua ad essere presente in lui», come ha affermato monsignor Savino.
♥ «Con questa iniziativa — ha rimarcato don Groccia — il vescovo di Cassano all’Jonio ha voluto far capire che scegliere la cultura dell’infanzia è l’ultima rivoluzione possibile, la sola che ci resta da fare per cambiare la società alle radici».
Se non creiamo, tutti insieme, «un mondo a misura dei bambini che vivono intorno a noi, ma anche del nostro bambino interiore — ha detto il presule — rischiamo un vero naufragio».
♥ ♥ Il centro è solo l’inizio, l’input di un percorso più ampio che trae linfa vitale da entusiasmo e voglia di fare ogni giorno sempre di più, per riconsegnare nelle mani di bambini o adolescenti quel desiderio di rinascere che Zaccheo conosceva bene.
(fonte: L’Osservatore Romano, 12 ottobre).