Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Migranti in quantità verso l’Europa.
– L’Europa, mèta desiderata dai migranti per terra e per mare. L’Europa vista come la Casa comune… L’Europa che si arrocca per difendersi da invasioni non desiderate, che metterebbero in pericolo l’identità delle singole nazioni che la compongono.
– Una situazione che sta suscitando vive preoccupazioni e che mantiene in sofferenza uomini, donne e bambini costretti a bivaccare in condizioni proibitive.
– Mentre le parti politiche sono in affanno per trovare intese e soluzioni possibili, Papa Francesco con i suoi interventi invita a non avere paura ad affrontare nuovi orizzonti: l’Europa, casa comune, con una immigrazione che può essere ricchezza e benedizione.
– Gli immigrati, se integrati, possono aiutare a far respirare l’aria di una diversità che rigenera l’unità; possono anche alimentare il volto della cattolicità.
– Spesso i migranti sono visti solo come ‘altri’ da noi, come estranei, mentre sono una parte di noi. – Perciò papa Francesco invoca per i rifugiati una «casa comune fatta di popoli fratelli».
Il volto ravvicinato della migrazione in Europa.
♦ Ricevendo nella Sala Clementina i partecipanti al convegno europeo delle Missioni Cattoliche Italiane su “Gli italiani in Europa e la missione cristiana”, promosso dalla Fondazione Migrantes della CEI, papa Francesco non ha mancato di ricordare la propria esperienza personale di figlio di emigrati: “La migrazione italiana rivela un”Italia figlia’, in cammino in Europa, soprattutto, e nel mondo.
♥ È una realtà che sento particolarmente vicina, in quanto anche la mia famiglia è emigrata in Argentina”.
Ed ne ha richiamato la dimensione europea: “L’emigrazione italiana nel Continente europeo ci deve rendere sempre più consapevoli che l’Europa è una casa comune.
♥ Anche la Chiesa in Europa non può non considerare i milioni di emigranti italiani e di altri Paesi che stanno rinnovando il volto delle città, dei Paesi.
♥ E allo stesso tempo stanno alimentando ‘il sogno di un’Europa unita capace di riconoscere radici comuni e di gioire per la diversità che la abita”.
♥ “È un bel mosaico che non va sfregiato o corrotto con i pregiudizi o con quell’odio velato di perbenismo.
L’Europa è chiamata a rivitalizzare nell’oggi la sua vocazione alla solidarietà nella sussidiarietà”.
L’esempio dei migranti italiani in Europa.
♦ Il Papa ha posto l’accento anche sulla “testimonianza di fede delle comunità di emigrati italiani in Paesi europei”.
“Grazie alla loro radicata religiosità popolare hanno comunicato la gioia del Vangelo, hanno reso visibile la bellezza di essere comunità aperte e accoglienti, hanno condiviso i percorsi delle comunità cristiane locali.
♦ Uno stile di comunione e di missione ha caratterizzato la loro storia, e spero che potrà disegnare anche il loro futuro: un bellissimo filo che ci lega alla memoria delle nostre famiglie”.
♦ “Come non pensare ai nostri nonni emigrati e alla loro capacità di essere generativi anche sul piano della vita cristiana? – È un’eredità da custodire e curare”. E questo dipende molto dal dialogo tra le generazioni: specialmente tra i nonni e i nipoti”.
♥ Infatti, “i giovani italiani che oggi si muovono in Europa sono molto diversi, sul piano della fede, dai loro nonni, eppure in genere sono molto legati ad essi. Ed è decisivo che rimangano attaccati alle radici”.
L’integrazione necessaria.
♥ Gli immigrati possono essere una benedizione, una ricchezza e un nuovo dono che invita una società a crescere.
Ha detto il Papa: “Alla luce dell’esperienza latinoamericana, ho potuto affermare che gli immigrati, se li si aiuta a integrarsi, sono una benedizione, una ricchezza e un dono che invita una società a crescere”.
♥ E qui, un preciso monito ‘a braccio’: “ricevere, accompagnare, promuovere e integrare. Ecco i quattro passaggi. Se non arriviamo all’integrazione possono dare dei problemi, e gravi.
♦ A me sempre viene in mente la tragedia di Zaventem in Belgio: coloro che hanno fatto questo erano belgi, ma figli di migranti non integrati, ghettizzati. Perciò: accogliere, accompagnare, promuovere e integrare”.
♥ Il riferimento è a quanto accadde nel 2016 in in Belgio all’aeroporto di Zaventem, dove morirono 32 persone in seguito ad attacchi terroristici rivendicati dal sedicente stato islamico.
♥ Gli immigranti sono una benedizione anche per e nelle nostre Chiese in Europa. Se integrati, possono aiutare a far respirare l’aria di una diversità che rigenera l’unità; possono alimentare il volto della cattolicità; possono testimoniare l’apostolicità della Chiesa; possono generare storie di santità”.
(fonte: cf Avvenire.it Redazione Internet giovedì 11 novembre 2021).