La cerimonia solenne che ha aperto la causa di beatificazione di Natuzza
Mons. Luigi Renzo: «Natuzza è vissuta con questo stile di distacco e di umile abbandono nelle mani del Signore. Ci ha lasciato la sua testimonianza di donna, di mamma e di cristiana innamorata di Gesù, al punto da sacrificare tutto a questo scopo. La sua vita è stata una lettera scritta nella sofferenza e nell’amore obbediente al Signore dentro la Chiesa»
L’avvio ufficiale alla causa di beatificazione di Natuzza Evolo si è svolto oggi (sabato 6 aprile) alle ore 17 a Paravati, nella spianata della Villa della Gioia. A presiederla il Vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Monsignor Luigi Renzo. Al termine della celebrazione si è svolta la prima sessione dell’inchiesta diocesana presieduta dal Vescovo e dai membri del tribunale ecclesiastico composto dal delegato episcopale don Francesco Vardè, dal promotore di giustizia monsignor Saverio Di Bella, dal notaio attuario don Francesco Sicari e dal notaio aggiunto Francesco Reda.
Di seguito l’Omelia pronunciata dal Vescovo Mons. Luigi Renzo nel giorno dell’avvio ufficiale della causa di beatificazione di Mamma Natuzza.
Il video in HD dell’avvio ufficiale alla causa di beatificazione di Natuzza Evolo
Omelia apertura causa Beatificazione Natuzza Evolo
Paravati – Villa della Gioia – 6 aprile 2019
Carissimi,
Benvenuti a questo appuntamento tanto atteso e desiderato dell’apertura della Causa di Beatificazione di Mamma Natuzza. Alla fine della Messa terremo la prima seduta pubblica del Tribunale, che ho costituito canonicamente il 13 dicembre scorso dopo che la Congregazione della Causa dei Santi il 17 ottobre precedente aveva concesso il Nulla osta. La celebrazione avrebbe dovuto svolgersi nella nostra Basilica Cattedrale, ma la vostra risposta entusiastica e come sempre sovrabbondante, per motivi di sicurezza e per consentire a tutti di poter assistere in diretta alle operazioni, d’accordo col Postulatore D. Enzo Gabrieli, ho ritenuto di derogare alla norma per trasferirci in assemblea qui alla Villa della Gioia. Di questo ringrazio anche la Fondazione che ci ha consentito di tenere qui questa storica assemblea.
Ringrazio per la loro presenza gli Ecc.mi Vescovi, i Sacerdoti e i Diaconi, le autorità di ogni ordine e grado, gli organi di stampa, i volontari e gli ausiliari per l’aiuto che stanno offrendo. Ritenetevi tutti ringraziati perchè, proprio grazie a tutti voi, stasera possiamo vivere insieme questo evento che fa onore e nobilita Paravati, la Chiesa di Mileto-Nicotera-Tropea, la Calabria, la Chiesa tutta. L’evento che stiamo vivendo è un momento straordinario, che coinvolge tutta la Chiesa in quanto la Santità è prerogativa della Chiesa e non è mai un fatto privato. E noi siamo qui come Chiesa una, santa, cattolica e apostolica a rendere onore a Natuzza.
A questo punto non posso fare a meno di esprimere altri ringraziamenti d’obbligo. Per prima a tutti i figli di Natuzza, compresa chi non c’è più, ai suoi nipoti e familiari diretti: grazie per la vostra testimonianza di silenziosa pazienza e di intimo riserbo finora dimostrato per tutto l’insieme. La mia gratitudine, infine, anche se sarebbe stato più giusto premetterla, va al Signore per il dono che ci ha fatto di Mamma Natuzza, ed inoltre grazie proprio a lei, a Mamma Natuzza, non solo per la sua testimonianza di fede, ma anche per la cura e la premura che mi ha riservato soprattutto in questi ultimi mesi. Vi assicuro che oggi non sarei stato qui e non avremmo potuto aprire la causa senza il suo concreto ed avvertito aiuto. Stava per saltare tutto per alcune complicazioni che si erano frapposte a causa dell’intervento chirurgico che nei giorni scorsi ho dovuto sostenere a Bologna. Mi son visto quasi perduto quando alla fine di febbraio da Bologna mi chiesero nuovi esami clinici che comportavano tempi lunghi. Il tempo stringeva e non sapevo come risolvermi. Ho chiesto a lei di aiutarmi a risolvere il problema, se non voleva che saltasse tutto. Devo riconoscere che non si è fatta pregare perché ho trovato tutte le porte aperte e la massima collaborazione. In una settimana ho fatto tutti gli esami grazie alla disponibilità dei medici di Vibo e di Catanzaro, a cui mi sono rivolto anche tramite amici. Ed eccomi qui, grazie al Signore ed a Mamma Natuzza.
Può partire, così, il nostro Processo con tutti i buoni auspici, certi che è volontà di Dio se finalmente per Natuzza possiamo iniziare la fase diocesana del percorso, concluso il quale, si passerà alla fase romana. Solo allora, quando arriverà il decreto del Papa di riconoscimento delle sue virtù eroiche, potremo parlare della Venerabilità della nostra Mistica. Prima non è consentito alcun segno di pubblica venerabilità. Il farlo potrebbe essere rischioso per l’esito stesso della causa. Oggi quindi non dichiariamo Natuzza beata, ma poniamo i primi passi verso il traguardo.
Intanto quel che conta è partire ed è significativo che questo avvenga in tempo di Quaresima, un tempo che in vita ha segnato particolarmente la carne di Natuzza, fino ad una quasi sua immedesimazione col Crocifisso.
Abbiamo ascoltato la liturgia della Parola. Mi voglio fermare per un pensiero di riflessione su un passaggio del secondo brano, quello di S. Paolo ai Filippesi (3,8-14): “Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guadagnare Cristo”. Questa esortazione è rivolta a tutti noi e costituisce un invito a porre Gesù al centro della nostra vita. Questa è la strada che porta alla santità.
“Per essere santi, scrive Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Gaudete et exultate”, non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi. Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali”. (n. 14)
La chiamata alla santità, allora, è per tutti. Il Santo è chi sa fare nella sua vita la scelta radicale di Dio senza lasciarsi disorientare dalle attrattive del mondo. Non significa vivere fuori dal mondo, ma di attenerci all’esortazione di Gesù: “Voi siete nel mondo, ma non del mondo”. Oggi più che mai rischiamo di essere travolti dalle manie di questa società al punto da far passare in secondo piano, o farci ignorare del tutto, i principi religiosi, in cui diciamo di credere. Così la religione non illumina e non orienta più i comportamenti della nostra vita quotidiana, ma al massimo si riduce ad una cornice senza il quadro.
Il santo, invece, prende sul serio il Vangelo e lo vive senza lasciarsi plagiare dalle cose mondane. Anzi, come ci dice S. Paolo, le ritiene “spazzatura” e zavorra non necessaria.
Natuzza è vissuta con questo stile di distacco e di umile abbandono nelle mani del Signore. Ci ha lasciato la sua testimonianza di donna, di mamma e di cristiana innamorata di Gesù, al punto da sacrificare tutto a questo scopo. La sua vita è stata una lettera scritta nella sofferenza e nell’amore obbediente al Signore dentro la Chiesa.
Quali sono gli insegnamenti scritti non con la penna, ma con la sua vita che lei ci ha lasciato? Quali sono le virtù che l’hanno caratterizzata fino all’eroismo? E’ quello che dovrà essere evidenziato attraverso il Processo che stasera formalmente dichiaro aperto. Sarà cura responsabile dei membri del Tribunale, che fra poco faranno pubblico giuramento di fedeltà, a provvedere ascoltando con pazienza i testimoni individuati, alla luce di un articolato Questionario di domande, che il Procuratore sta definendo. La collaborazione leale sarà preziosa e fondamentale per arrivare a buon fine.
Nel ringraziare tutti i membri del Tribunale, che si sobbarcheranno il pesante fardello, auguro che la Causa possa procedere spedita e senza intoppi. A tutti Voi auguro un buon cammino quaresimale anticipando di cuore anche gli Auguri di una Santa Pasqua di Risurrezione nella luce di Gesù Risorto.
Luigi Renzo