Stasera (6 Agosto) in seconda serata alle 23:15 sarà trasmesso su RaiUno.
Il giovane del Vibonese è stato primo oboe al concerto diretto dal Maestro Muti a Reggio Calabria.
Tra i 270 componenti delle bande musicali di diversi centri calabresi, dirette dal Maestro Riccardo Muti nel concerto tenutosi nella piazza d’Armi della Scuola allievi carabinieri di Reggio Calabria il 31 Luglio, c’era anche Michele Arena, giovane musicista originario di Zaccanopoli. E’ stato chiamato nell’orchestra per fare la parte del primo oboe che comprendeva diversi assolo di alcuni brani celebri, la “Norma” di Vincenzo Bellini, “La forza del destino” e il “Nabucco” di Giuseppe Verdi. E’ stata un’esperienza indimenticabile a livello umano e professionale. A raccontare i tratti più significativi della serata è lo stesso musicista in un’intervista.
Michele Arena, lei è stato il primo oboe nell’orchestra diretta dal Maestro Muti. Ci racconti il momento in cui le è stato chiesto di partecipare al grande evento?
Quando mi hanno chiamato per farmi la proposta mi trovavo presso il Polo didattico di Catanzaro, dipendente dal Conservatorio di Vibo, dove io insegno oboe. Appena mi è stato chiesto di partecipare al concerto ho subito accettato con grandissimo entusiasmo, ma al tempo stesso con grande ansia e senso di responsabilità perchè fare il primo oboe solista comporta una grande responsabilità nei confronti dell’orchestra. E’ stata sicuramente una grande gioia, ma al tempo stesso un grande sforzo professionale, proprio in virtù dell’importanza dell’evento. Dopodichè abbiamo iniziato le prove il 29 luglio presso la sala consiliare della Regione dove abbiamo subito conosciuto il Maestro, il quale ci ha messo a nostro agio, facendoci una lezione di musica d’insieme e spiegandoci che la musica d’insieme unisce musicisti che normalmente non hanno contatti, costituendo così un importante fattore di socializzazione.
Quali sono stati i sentimenti che ha provato prima dell’inizio del concerto?
Mi è successa una cosa che non mi succedeva da tantissimo tempo, essendo abituato alle esibizioni in pubblico, anche alla presenza di personalità di spicco nel campo musicale. Però in questa occasione ho sentito che dovevo dare veramente il massimo ed essere impeccabile, come tutti gli altri hanno fatto, anche perchè è proprio il Maestro Muti che è riuscito a tirare fuori le potenzialità di ognuno di noi.
Quale è stato l’approccio tecnico ai brani che ha suonato? Ha incontrato difficoltà?
Come lo stesso Muti ha precisato, i brani presentavano una difficoltà ulteriore perchè si trattava di trascrizioni per strumenti a fiato le quali sono dotate di un tipo di prassi esecutiva diversa rispetto a quella di un violinocome richiesto nella partitura originale e di conseguenza anche gli assolo dell’oboe sono stati trasportati in una tonalità più “scomoda”.
Come si è sentito al cospetto di una personalità musicale di spicco come il Maestro Muti?
Devo premettere che nella mia famiglia Muti è sempre stato un’icona ed è sempre stato seguito in quello che è stato lo svolgimento della sua carriera. Quando ho iniziato a studiare l’oboe ho sempre avuto Muti come punto di riferimento e come idolo. Mi ricordo che mia mamma una volta mi disse:«Un giorno anche tu suonerai con lui»Io lo presi come il solito incoraggiamento della mamma, convinto che non sarebbe mai successo ed invece eccomi qui a raccontare questa fantastica esperienza.
Come si è mostrato il Maestro Muti nei confronti dell’orchestra?
Il Maestro si èsubito mostrato per quello che ci aspettavamo, un professionista capace di capire le situazioni e di gestirle al meglio. Tutti si aspettavano una sorta di dittatore del podio, ma ci siamo trovati davanti un maestro di vita oltre che di musica. Lui si è approcciato a noi con lo stessoatteggiamento con cui si approccia alle grandi orchestre, ma mettendoci continuamente a nostro agio, scherzando e mostrandosi umile, ma al tempo stesso formidabile.
Quale è l’insegnamento più grande e il messaggio che ha tratto da questa esperienza?
Il tema principale di questo evento e delle parole del Maestro è stato fin dall’inizio la legalità, intesa come amore e rispetto verso il prossimo. Un cittadino che ha all’interno del suo bagaglio culturale la cultura musicale non potrà mai essere un delinquente. Un altro tema è stato quello dell’importanza di sentirsi Fratelli d’Italia, grazie all’identità culturale che si esprime in modo particolare attraverso la musica, ma credo anche che mettere a disposizione dell’Umanità tutto di sè stessi sia la gioia più grande che possiamo lasciare in eredità ai posteri.
Quindi la cultura assume senz’altro un’importanza fondamentale per il miglioramento dell’umanità?
Qui vorrei fare un appello a proposito. Parto dal presupposto che la cultura genera benessere sociale ed economico, più di ogni altra fonte. Ma il punto è che questo non viene capito e l’aspetto culturale viene trascurato da chi avrebbe il dovere di valorizzarlo. Tutto questo sfocia purtroppo nella chiusura di importanti teatri stabili, come già successo, e le associazioni musicali non riescono a garantire una stagione concertistica. Il mondo della musica, di conseguenza, è un mondo precario. Ecco perchè quando ti chiedono cosa fai nella vita e tu rispondi “Il musicista”, ti rispondono “Ah che bello!”, lasciando intendere la convinzione che con un simile lavoro sarai un morto di fame. Questo è il risultato di una situazione che ci hanno lasciato i politici con il loro scarso impegno per la cultura.
Parliamo adesso di lei della sua carriera.
Innanzitutto, devo dire che la mia fucina è stato il Conservatorio di Vibo Valentia, diretto da Antonella Barbarossa, la quale ha voluto fortemente creare un’orchestra stabile composta da giovani di cui io faccio parte come 1° oboe some solista da più di 10 anni. Inoltre Lei è l’unica personalità di spicco nel vibonese ad essere sensibile alle istanze dei precari e dei giovani e ci fornisce un sostegno importantissimo quale direttrice di un’Istituzione musicale che crea opportunità formative e culturali per i giovani.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
In questi mesi mi dedicherò all’incisione di un nuovo cd per oboe e pianoforte, dopo aver inciso il primo disco nel 2009 dal titolo “Edupates” che è stato il primo al mondo per oboe e fisarmonica. Inoltre, mi sto dedicando alla stesura di un metodo didattico per oboe. Poi avrei un altro desiderio che potrebbe diventare realtà…
Quale sarebbe?
Vorrei contribuire nel sociale per il territorio attraverso l’organizzazione di festival e concerti per dare anche un’opportunità di lavoro ai talenti locali. A tal proposito mi piacerebbe curare la direzione artistica di una sala concerti nel Vibonese in cui avviare una lunga e interessante stagione concertistica.
Ha qualche sogno nel cassetto?
Si, mi piacerebbe fare il direttore d’orchestra.
Grazie per la sua disponibilità
Michele Arena è un giovane musicista, diplomatosi con il massimo dei voti a soli 17 anni al Conservatorio “F. Torrefranca” di Vibo Valentia. Ha studiato composizione e frequentato master class internazionali. Tra le sue esperienze musicali più importanti vanno citate la collaborazioni con artisti e direttori di fama internazionale quali il premio oscar Nicola Piovani, Riccardo Muti, il tenore Salvatore Licitra, Fabio Mastrangelo, il regista Enrico Castiglione e davanti a personalità e sedi illustri quali il Ministro della Pubblica Istruzione, il Santo Padre, l’Osservatorio Parlamentare Europeo. Ha all’attivo diverse incisioni e collaborazioni tra cui Radio Vaticana di cui sono state messe in onda alcune sue registrazioni.. Nel 2011 ha vinto la selezione per i professori d’orchestra al Teatro Rendano di Cosenza, di cui è secondo oboe con l’obbligo del corno inglese. Nel 2012 è diventato docente di oboe presso il Polo Didattico di Catanzaro, sede del Conservatorio di Vibo Valentia.