Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Mi bastano tre parole.
I richiami alla conversione e gli ammonimenti spirituali non trovano accoglienza presso i peccatori induriti, soprattutto quando l’intelligenza sembra muovere una sfida alla misericordia di Dio. “Dio perdona sempre, basta che lo chiediamo di cuore!”. Ma… chi assicura che sarà possibile chiedere perdono? Dice S. Alfonso: Ogni peccato porta con sé la cecità; e accrescendosi i peccati, si accresce l’accecamento. Dio è la nostra luce; e quanto più l’anima si allontana da Dio, tanto resta più cieca.
♦ Un giovane e ambizioso cavaliere era noto per la vita dissoluta e sfrenata.
Un buon frate cercò di farlo riflettere sui rischi che avrebbe corso presentandosi con l’anima così carica di peccati all’ultimo giudizio del Signore.
♦ “Non ho nessuna paura – rispose sprezzante il cavaliere – So che il Signore è buono e misericordioso. Poco prima di morire pronuncerò tre prole che mi garantiranno la salvezza eterna. Dirò: Gesù, pietà, perdonami”.
♦ Il frate scosse la testa e il cavaliere, ridendo, riprese la sua vita depravata.
Un giorno, durante un terribile temporale, il cavaliere cavalcava a spron battuto sulle rive di un fiume gonfio d’acqua. Non voleva mancare ad una festa.
Un fulmine spaventò il cavallo che lo disarcionò e lo fece piombare nella violenta corrente del fiume.
♥ Le ultime tre parole del cavaliere, prima di morire, furono quelle rivolte al cavallo: “Crepa bestiaccia infame!”.
(fonte: da una storia di Bruno Ferrero).