Fede e dintorni

METTERCI NELLE MANI DI DIO

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Metterci nelle mani di Dio.

– In questo tempo pandemia che ci assedia ormai da troppo tempo, di vaccini che tentano di vincere la battaglia sul virus mutevole si sente davvero il bisogno di mettersi nelle mani di Dio: non in senso fatalistico, ma di implorazione per un aiuto che serve a tutta l’umanità.
– “La mano de Dios” di Maradona fece sorridere bonariamente tutto il mondo… Ci vuole l’aiuto di Dio e dobbiamo cercarlo.  Cercare la mano di Dio, come fanno i bimbi che cercano la mano del loro papà.
– Ma i nostri tempi sembrano vivere varie forme di orfananza, come gli stessi bambini che godono sempre meno della presenza dei loro genitori, troppo impegnati nel lavoro o negli affari…
– Ma la vera orfananza è quella a cui molti adulti si auto-condannano in relazione a Dio: non avvertono più la sua presenza. Dio lo hanno escluso dalla famiglia, dalla scuola, dagli ospedali… E ora si chiedono “Dov’è Dio?” E cercano surrogati della sua presenza: nello sport, nello spettacolo o in altro. – Ma si può aiutare tutti a ritrovare Dio: basta essere segno e testimonianza viva della sua presenza.

Una piccola storia.
Una insegnante chiese agli alunni della sua prima elementare di disegnare qualcosa per cui sentissero di ringraziare il Signore. In realtà lei pensava che quei bambini, provenienti da quartieri poveri, avevano ben poco di cui essere grati al Signore.
E immaginava che quasi tutti avrebbero disegnato panettoni, cioccolati, tavole riccamente imbandite…
E non si sbagliava.
♥  Ma un disegno suscitò la sorpresa dell”insegnante: l’aveva consegnato il piccolo Dino e raffigurava una semplice mano tracciata in maniera infantile.
Una semplice mano. Ma la mano di chi?
♦ I bambini della classe rimasero affascinati da quell’immagine astratta.
– “Secondo me è la mano di Dio che ci porta da mangiare”, disse un bambino.
– “E’ di un contadino – disse un altro – perché alleva i polli e le patatine fritte”.
♦ Mentre tutti erano intenti al loro lavoro, l’insegnante si chinò sul banco di Dino e domandò di chi fosse la mano.
“E’ la tua mano, maestra”, mormorò il bambino.
E l’insegnante rammentò che tutte le sere prendeva per mano Dino, che era il più piccolo, e lo accompagnava all’uscita. Lo faceva anche con altri bambini, ma per Dino voleva dire molto.
(fonte: cf Bruno Ferrero, A volte basta un raggio di sole).

Un canto di Marcello Giombini: E’ un tetto la mano di Dio.
È un tetto la mano di Dio!
È un rifugio la mano di Dio!
È un vestito la mano di Dio!
È un fuoco la mano di Dio!

È un mistero la mano di Dio,
perché scrive la vita e la morte,
e separa, congiunge, solleva,
umilia, distrugge e crea.

È potente la mano di Dio!
È veloce la mano di Dio!
È severa la mano di Dio!
È leale la mano di Dio!

È una nave la mano di Dio,
che trionfa su ogni tempesta!
Verso terre dai cieli sereni,
la spinge un vento d’amore.

È la pace la mano di Dio!
È la gioia la mano di Dio!
È la luce la mano di Dio!
È l’amore la mano di Dio!

Cristo non ha mani.
Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani per fare oggi il suo lavoro.
Cristo non ha piedi ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini sui suoi sentieri.
Cristo non ha mezzi ha soltanto il nostro aiuto per condurre gli uomini a sé oggi.
Noi siamo l’unica Bibbia che i popoli leggono ancora siamo l’ultimo messaggio di Dio scritto in opere e parole.
(Testo di un Anonimo fiammingo del XIV secolo ripreso con successo da Raoul Follereau).

Abbiamo bisogno di cercare la mano di Dio, come fanno i bimbi che cercano la mano del loro papà. – Ma Dio lo abbiamo cacciato dalla nostra vita e ora ci chiediamo: “Dov’è Dio?” E lo cerchiamo in surrogati della sua presenza: nello sport, nello spettacolo o in altro. – Occorre aiutare tutti a ritrovare Dio: basta essere segno e testimonianza viva della sua presenza. – Oggi Cristo non ha mani, ha soltanto le nostre mani per fare oggi il suo lavoro. Cristo non ha piedi ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini sui suoi sentieri.

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