Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Messo a nudo, uomo sino in fondo.
– Nella Via Crucis tradizionale la decima stazione presenta Gesù che viene spogliato delle vesti. Il viaggio al Calvario è terminato; ora si prepara il condannato alla esposizione in croce.
– La devozione e la pietà lungo i secoli hanno fissato questo momento: i carnefici spogliano Gesù con violenza, e perché la sua veste si è attaccata alle carni lacerate dai flagelli, nell’essergli strappata la veste, gli viene strappata anche la pelle.
– Grande è il dolore ed evidente è l’imbarazzo di restare nudo agli occhi dei nemici che lo scherniscono e deridono. Ma le persone pietose sanno abbassare lo sguardo cercando di capire.
– Gesù messo a nudo, rimane un uomo sino in fondo; spogliato di tutto, resta solo con la sua umanità. – Quante persone nella vita vengono spogliate della loro dignità, dei loro diritti, del loro pane, della loro terra, della loro casa… Restano soltanto con la loro umanità dolorante. – E dove c’è l’uomo, là ci sarà sempre Dio a stargli vicino, a confortarlo, ad assicurarlo. – Piuttosto, c’è una spogliazione che tutti dobbiamo fare: lasciare gli attacamenti alle cose di questa terra, per riporre tutto il nostro amore in Dio, che troppo è degno di essere amato.
X stazione: Gesù è spogliato delle vesti.
Si dividono le mie vesti, sulla mia tunica gettano la sorte. (Sal 22,19)
Una esperienza della propria umanità
La nudità di Paolo, direttore d’ospedale
♦ In ospedale hanno tutti una veste, tranne che in direzione: i medici con camici, infermieri in divisa, guanti, mascherine, cuffie, gli abbigliamenti diversi a seconda di cosa fai in questo luogo.
♦ Io, il direttore, sto in giacca e cravatta e, dietro la scrivania, controllo cosa succede: l’amministrazione, le leggi che cambiano e le denunce sempre pronte a partire. Sto nel mio abito da “capo”…
♥ La mia vita è cambiata da quando, un anno fa, sono stato operato di tumore.
Da capo mi sono ritrovato paziente in un reparto, in un letto, spogliato, attaccato alle macchine, curato dai medici di questo ospedale. Ammetto di avere avuto un occhio di riguardo, ma sempre paziente sono stato.
Penso in particolare alla dottoressa Federica, che mi stupisce per la sua competenza, bravura e umanità.
♥ Non sempre è così, non sempre ritrovo l’umano, anche in me. È facile sentirmi “il direttore” e trattare le carte piuttosto che le persone.
Così avviene per qualche medico, per qualche professore. Si dimentica di essere umani come gli altri.
Finché non ti spogli, diventando nudo, vulnerabile.
♥ Ricordo che un giorno don Marco, passando in reparto, mi disse che io avevo fatto in qualche modo il cammino di Cristo che, essendo in Alto, si è confuso con i peccatori, fino alla croce. Si è “spogliato” della sua divinità, per essere uomo sino in fondo.
♥ Non mi sento assolutamente simile a Cristo, ma quelle parole mi toccarono il cuore. E se ora sono guarito nel corpo, un po’ lo devo anche alla guarigione dell’anima.
♥ Signore che, mentre le tenebre avvolgevano il mondo, fosti inchiodato sulla croce, vittima innocente per la nostra salvezza, donaci quella luce che guida gli uomini sulla via della vita eterna. Amen.
+ Paolo Ricciardi vescovo ausiliare di Roma
(fonte: L’Osservatore Romano, 23 marzo 2021).