Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Martiri con Gesù.
L’ultima preghiera dei cristiani copti uccisi dall’Isis. I martiri copti sono
morti pronunciando il nome di Gesù Signore, e sono loro i primi oggi ad invitarci a scoprire il Suo volto dentro il male prodotto dall’uomo.
I cristiani copti trucidati dai jihadisti dello Stato Islamico in Libia sono morti pronunciando il nome di Cristo.
Il video che ritrae la loro esecuzione è stato costruito come un’agghiacciante messinscena cinematografica, con l’intento di spargere terrore. Eppure, in quel prodotto diabolico della finzione e dell’orrore sanguinario, si vede che alcuni dei martiri, nel momento della loro barbara esecuzione, ripetono “Signore Gesù Cristo”.
Il nome di Gesù è stata l’ultima parola affiorata sulle loro labbra. Come nella passione dei primi martiri, si sono affidati a Colui che poco dopo li avrebbe accolti. E così hanno celebrato la loro vittoria, la vittoria che nessun carnefice potrà loro togliere. Quel nome sussurrato nell’ultimo istante è stato come il sigillo del loro martirio.
Il terribile evento, oltre al filmato distribuito dall’Isis e amplificato su scala mondiale dai social work, è stato subito immortalato da un pittore egiziano con un quadro “Il crocifisso con la tuta arancione”. Il quadro non ha bisogno di grandi spiegazioni: sono i cristiani copti portati al loro martirio in Libia, dietro a Gesù che porta la croce, anche lui con la tuta arancione, nel macabro rituale televisivo messo in scena dai fondamentalisti islamici del cosiddetto Califfato.
Passi di quaresima.
Cominciando la Quaresima guardiamo a questo Crocifisso con la tuta arancione: per imparare a chiamare il male con il suo nome; e anche per capire che c’è un Mistero più grande nel cuore di questa storia. I martiri copti sono morti pronunciando il nome di Gesù Signore, e sono loro i primi oggi ad invitarci a scoprire il Suo volto perfino dentro il male prodotto dall’uomo.
(fonti; Avvenire 17 febbraio 2015 ed altre).