Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Mamma eroica verso gli altari.
– Tra i nuovi Venerabili approvati da Papa Francesco c’è una mamma eroica, Maria Cristina Mocellin. Aveva 26 anni quando nel 1995 è morta a causa di un tumore.
– Ella si era sottoposta alle sole terapie che non avrebbero danneggiato la salute del terzo figlio che portava in grembo. Andò incontro alla morte, certa dell’amore del Padre, fedele a Lui nei suoi disegni.
– La sua era una fede vissuta nel quotidiano, nella famiglia, nell’essere madre. una mamma con dei bambini e con tanta fede e tanta sensibilità dal punto di vista spirituale.
– Chi l’avvicinava e conversava con lei, restava subito colpito dalla sua dolcezza, dalla sua capacità di ascolto.
– Altrettante sfumature della sua personalità, ma soprattutto del suo rapporto intimo con Gesù, alimentato dalla preghiera costante, si ritrovano nelle pagine del suo diario e nell’epistolario che intrattenne nel periodo di fidanzamento con Carlo. Ha attraversato la vita con fede e tanto amore.
♦ Papa Francesco lo scorso 30 agosto ha autorizzato a promulgare i Decreti riguardanti le virtù eroiche dei Servi di Dio Enrica Beltrame Quattrocchi, figlia della coppia beatificata nel 2001, del frate francescano Placido Cortese morto per le torture inflitte dalla Gestapo e della giovane mamma di Cinisello Balsamo Maria Cristina Cella Mocellin.
♦ Tre figure segnate dall’arrendersi all’amore di Dio, dalla fiducia nella sua misericordia e dalla speranza nel suo perdono. Sono i tratti che caratterizzano i nuovi Venerabili Servi di Dio.
♦ Dopo l’udienza odierna al cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, Papa Francesco ha autorizzato il Dicastero a promulgare i Decreti riguardanti le virtù eroiche di Enrichetta Beltrame Quattrocchi, fra Placido Cortese e Maria Cristina Cella Mocellin.
“Riccardo, un dono per noi”.
♦ La storia di una mamma, Maria Cristina Cella Mocellin, richiama quella di Gianna Beretta Molla e quella più attuale di Chiara Corbella Petrillo. È una vita breve ma feconda. Nata il 18 agosto 1969 a Cinisello Balsamo, in provincia di Milano. Cresciuta in parrocchia, comincia negli anni del liceo il cammino di discernimento vocazionale nella comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice di don Bosco. L’incontro con Carlo a 16 anni le fa cambiare prospettiva, sente di essere chiamata al matrimonio.
♦ Due anni dopo la scoperta di un sarcoma alla gamba sinistra, le cure e le terapie non la distolgono dal raggiungimento della maturità liceale e dallo sposarsi con Carlo nel 1991.
La coppia ha due bambini; ma appena Maria Cristina scopre di essere incinta del suo terzo figlio riappare la malattia.
♥ La scelta è di continuare la gravidanza, sottoponendosi alle cure che non avrebbero messo a rischio la vita del suo bambino.
♥ In una lettera racconta proprio quei momenti a Riccardo, il suo terzo figlio: “Mi opposi con tutte le mie forze al rinunciare a te, tanto che il medico capì già tutto e non aggiunse altro. Riccardo, sei un dono per noi.
♥ Fu quella sera, in macchina di ritorno dall’ospedale, che ti muovesti per la prima volta. Sembrava che mi dicessi “grazie mamma che mi vuoi bene!”. E come potevamo non volertene? Tu sei prezioso, e quando ti guardo e ti vedo così bello, vispo, simpatico, penso che non c’è sofferenza al mondo che non valga la pena sopportare per un figlio.
♥ Maria Cristina muore a 26 anni, certa dell’amore del Padre, fedele a Lui nei suoi disegni.
(fonte: cf vaticannews.va/it/, 30 agosto 2021 e altro web)
Il ricordo del marito.
♦ Mariacristina aveva 26 anni nel 1995 quando è morta a causa di un tumore. Dopo la nascita di Francesco e Lucia, mentre è in attesa del terzo figlio, Maria Cristina è di nuovo colpita dal tumore nella stessa gamba.
♦ D’accordo col marito, accetta di sottoporsi solo ai trattamenti che non mettono a rischio la vita del nascituro, Riccardo, che viene alla luce il 28 luglio 1994.
♦ Maria Cristina, invece, dopo aver ripreso le cure, che si rendono inefficaci, si spegne il 22 ottobre 1995, all’ospedale civile di Bassano del Grappa.
♥ Racconta il marito Carlo Mocellin: «Vivo questa vedovanza umana da 25 anni . Ci sono vuoti che non possono essere colmati, mi è mancata l’esperienza di vita insieme, ma il pieno che è arrivato da questo vivere ti porta a sentirti felice. È un continuo rinnovarsi, crescere.
♥ C’è la sofferenza, che è quella che ti fa tenere i piedi per terra, ma c’è anche tanta gioia. Quando ami di un amore vero, quando entri in una dimensione diversa di bene e amore, capisci che lei è sempre qui.
Non è mamma coraggio, il suo non è stato un atto eroico, ha donato la vita a Dio, ha vissuto nella scuola di Gesù. Il suo è un messaggio di forza, di un amore sconvolgente rispetto a quello umano».
Parole del Vescovo Claudio.
♥ «Mariacristina testimonia che quando vivi alla scuola del Vangelo nulla è impossibile. Ha seminato, facendo ciò che Gesù le ha messo nel cuore. La sua era una fede vissuta nel quotidiano, nella famiglia, nell’essere madre.
♥ «Immagino questa donna come una signora con dei bambini e con tanta fede, con tanta sensibilità dal punto di vista spirituale, ma vissuta nell’ordinarietà, nella quotidianità, come mamma e moglie, come credente che partecipava alla vita di una comunità, che ha poi affrontato il tema della malattia.
♥ Ha attraversato la vita con fede. Una donna normale, come tante ce ne sono nelle nostre parrocchie, ma una normalità che si trasforma in testimonianza e che dice che è possibile per tutti credere in ciò che ci insegna il Vangelo, aderire alla testimonianza dei cristiani santi che ci hanno preceduto, vedere come il Vangelo anima e dà vita alle persone».