Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Malta, Papa Francesco
nella Grotta di San Paolo.
-Malta: visita e preghiera di Papa Francesco nella Grotta di San Paolo
– Sono ancora vive le tracce del passaggio di San Paolo, l’Apostolo delle genti, in questa isola, approdato intorno al 60 d.C. in seguito al naufragio della nave che lo stava portando a Roma per affrontare il processo dinanzi all’imperatore.
– Accolto dai maltesi “con rara umanità”, Paolo si trattenne per tre mesi in casa di Publio, governatore di Malta.
– A San Paolo si deve l’inizio del cristianesimo nell’isola e Publio ne divenne il primo vescovo dopo essersi convertito in seguito alla guarigione del padre.
– “Infatti il padre di Publio era a letto colpito da febbri e da dissenteria; Paolo andò a visitarlo e dopo aver pregato gli impose le mani e lo guarì. Dopo questo fatto, anche gli altri isolani che avevano malattie accorrevano e venivano sanati”. In seguito a tale evento il governatore Publio si convertì e divenne il primo vescovo di Malta.
– Nel luogo che fu dimora dell’Apostolo delle Genti durante la sua permanenza sull’isola, Papa Francesco ha ricordato l’accoglienza che gli isolani offrirono allo sconosciuto naufrago e ai suoi compagni e ha chiesto a Dio la grazia di un cuore che palpiti per amore del prossimo: “Aiutaci a riconoscere da lontano i bisogni di quanti lottano tra le onde del mare, sbattuti sulle rocce di una riva sconosciuta”.
– Il Papa ha lasciato in dono una lampada votiva e ha pregato perché i migranti in fuga dai loro Paesi trovino accoglienza in altre nazioni, e perché tutti gli uomini siano un’unica famiglia..
Un naufragio “benedetto”.
♥ “Una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta”: così Luca racconta, nel capitolo 28 degli Atti degli Apostoli, il naufragio della nave sulla quale Paolo stava viaggiando verso Roma. Qui doveva essere giudicato, perché accusato dagli ebrei di aver predicato contro la legge.
♦ L’Apostolo delle genti approdò intorno al 60 d.C. in quella che oggi è chiamata Baia di San Paolo. Il naufragio sarebbe avvenuto dinanzi agli scogli delle Isole di San Paolo, piccoli isolotti. Sull’isola più grande, il Selmunett, “l’isolotto del naufragio”, sono stati eretti una statua dell’Apostolo e un altare dove è possibile celebrare Messa.
♥ Nella Baia la tradizione riconosce la fonte (Ghajn Razul) che dissetò Paolo appena approdato sulla spiaggia. “Gli indigeni ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un gran fuoco, che avevano acceso perché era sopraggiunta la pioggia ed era freddo”, scrive Luca.
♦ Egli narra anche della grande stima che i maltesi maturarono ben presto nei confronti di Paolo. Accadde, infatti, che mentre l’Apostolo raccoglieva dei rami per alimentare il fuoco, venne morso da una vipera, ma rimase illeso. Gli isolani ne rimasero sorpresi e lo ritennero una persona molto speciale.
La preghiera del Papa nella Grotta di San Paolo (testo integrale).
Dio di misericordia,
nella tua mirabile provvidenza
hai voluto che l’Apostolo Paolo
annunciasse il tuo amore agli abitanti di Malta,
i quali non ti conoscevano ancora.
Egli ha proclamato loro la tua parola
e ha guarito le loro infermità.
Salvati dal naufragio,
San Paolo e i compagni di viaggio
trovarono qui ad accoglierli
gente pagana di buon cuore,
che li trattò con rara umanità,
rendendosi conto che avevano bisogno
di rifugio, di sicurezza e di assistenza.
Nessuno conosceva i loro nomi,
la provenienza o la condizione sociale;
sapevano soltanto una cosa:
che avevano bisogno di aiuto.
Non c’era tempo per le discussioni,
per i giudizi, le analisi e i calcoli:
era il momento di prestare soccorso;
lasciarono le loro occupazioni
e così fecero.
Accesero un gran fuoco,
e li fecero asciugare e riscaldare.
Li accolsero con cuore aperto
e, insieme con Publio,
primo nel governo e nella misericordia,
trovarono per loro un alloggio.
Padre buono,
concedi a noi la grazia di un buon cuore
che batta per amore dei fratelli.
Aiutaci a riconoscere da lontano i bisogni
di quanti lottano tra le onde del mare,
sbattuti sulle rocce di una riva sconosciuta.
Fa’ che la nostra compassione
non si esaurisca in parole vane,
ma accenda il falò dell’accoglienza,
che fa dimenticare il maltempo,
riscalda i cuori e li unisce:
focolare della casa costruita sulla roccia,
dell’unica famiglia dei tuoi figli,
sorelle e fratelli tutti.
Tu li ami senza distinzione
e vuoi che diventino una cosa sola
con il tuo Figlio, Gesù Cristo, nostro Signore,
per la potenza del fuoco mandato dal cielo,
il tuo Spirito Santo,
che brucia ogni inimicizia,
e nella notte illumina il cammino
verso il tuo regno di amore e di pace.
Amen.
(fonte: cf vaticannews.va/it/,03 aprile 2022).