Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Madonna e Santi ostaggi delle mafie?
– Religiosità popolare e criminalità. Liberare la Madonna dalle mafie: questo il senso del messaggio di papa Francesco.
– La devozione mariana va salvaguardata da una religiosità fuorviata. Nel mirino, indicati «gli inchini» delle statue ai boss nelle processioni e la presenza dei clan nelle feste patronali.
– In una lettera alla Pontificia Accademia Mariana internazionale, il Papa esprime apprezzamento per l’istituzione di un Dipartimento di analisi e di studio dei fenomeni criminali e mafiosi, “per liberare la figura della Madonna dall’influsso delle organizzazioni malavitose”. E non solo la Madonna, ma anche i Santi Patroni del luogo.
– Ricordo che nei primi anni di sacerdozio ero stato invitato in una cittadina calabrese (non cito il nome) a fare la predica dell'”Affruntata” il giorno di Pasqua: la statua della Madonna in lutto che corre incontro a quella del Figlio risorto. Seguivo con interesse i preparativi, quando all’improvviso scoppiò una tremenda lite. Tra i portatori della Madonna voleva assolutamente il posto un giovane che viveva al nord, lontano da ogni partecipazione ecclesiale, ma che affermava di averne il diritto per tradizione familiare. Al deciso diniego del comitato, questo giovane gridò: “Ora vado a prendere la pistola e facciamo i conti!”. Turbamento generale, preoccupazione viva perché un rito religioso non si trasformasse in tragedia. Le forze dell’ordine intervennero e tutto proseguì tranquillamente. – Intanto era parso chiaro che ” la Madonna era affare loro”.
Un patrimonio da salvaguardare.
♦ Liberare la Madonna dalla mafia. È il senso del nuovo intervento che papa Francesco ha voluto fare inviando un messaggio al francescano minore padre Stefano Cecchin presidente della Pontificia accademia mariana internazionale (PAMI), che ha deciso di porre il tema «religiosità e criminalità» al centro del proprio lavoro, dando vita a un Dipartimento di analisi, studio e monitoraggio, a cui sono stati chiamati anche esperti esterni, rappresentati da magistrati, esponenti delle forze dell’ordine e della società civile.
♦ È a loro che si rivolge il Papa nel messaggio inviato in vista del convegno che la Pami realizzerà il 18 settembre prossimo (messaggio datato significativamente 15 agosto, festa dell’Assunzione):
«La devozione mariana è un patrimonio religioso-culturale da salvaguardare nella sua originaria purezza, liberandolo da sovrastrutture, poteri o condizionamenti che non rispondono ai criteri evangelici di giustizia, libertà, onestà e solidarietà».
♥ Il riferimento, neppure troppo velato, è all’uso che le varie mafie fanno degli eventi religiosi – processioni e feste patronali in particolare – per mostrare la propria presenza sul territorio e anche per creare consenso facendo proprio leva attraverso la fede popolare.
♥ Negli anni passati accadeva spesso di leggere degli “inchini” che le statue della Madonna o del santo patrono, facevano verso la casa del boss locale, segno di omaggio e, nello stesso tempo, di riaffermazione del potere in quel territorio.
♥ E il Pontefice, che già in passato ha fatto sentire la propria voce contro il crimine organizzato e le varie mafie, ribadisce con forza come sia «necessario che lo stile delle manifestazioni mariane sia conforme al messaggio del Vangelo e agli insegnamenti della Chiesa».
Necessaria una testimonianza di vita cristiana.
♦ Ecco allora che uno «dei criteri per verificare ciò, è l’esempio di vita dei partecipanti a tali manifestazioni, i quali sono chiamati a rendere dappertutto una valida testimonianza cristiana mediante una sempre più salda adesione a Cristo e una generosa donazione ai fratelli, specialmente i più poveri».
♦ Insomma le comunità locali vigilino sulle feste patronali e soprattutto su coloro che in quelle occasioni si presentano come devoti, nascondendo intenti tutt’altro che devozionali.
♥ E ai fedeli, quelli veri, papa Francesco chiede di «assumere atteggiamenti che escludono una religiosità fuorviata e rispondano invece a una religiosità rettamente intesa e vissuta».
♥ Invito che il Pontefice estende anche ai Santuari mariani, affinché «diventino sempre più cittadelle della preghiera, centri di azione del Vangelo, luoghi di conversioni, capisaldi di pietà mariana, a cui guardano con fede quanti sono alla ricerca della verità che salva».
Dunque, conclude il Papa, ben venga questo lavoro che la Pontificia accademia mariana internazionale (Pami) intende avviare con la creazione del Dipartimento.
♦ Un passo nuovo, che coinvolge anche le realtà del territorio non solo legate alle parrocchie o alle diocesi che già da tempo sono intervenute con documenti e anche decisioni che hanno portato alla rottura con il passato.
♦ Papa Francesco ha espresso con forza l’impossibilità di far convivere una fede religiosa autentica e l’appartenenza alla mafia.
♦ ♦ Nella spianata di Sibari, durante la sua visita alla diocesi di Cassano all’Jonio il 21 giugno 2014, papa Bergoglio nell’omelia della Messa arrivò a dire che «coloro che seguono nella loro vita questa strada del male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati».
♦ ♦ Concetto ribadito nell’omelia della Messa celebrata poco più di quattro anni dopo (il 15 settembre 2018) a Palermo in ricordo del beato don Pino Puglisi, sacerdote ucciso dalla mafia: «Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore».
Appello a convertirsi e a non voltare le spalle.
♥ Per questo «ai mafiosi dico: cambiate fratelli e sorelle. Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi. Convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo, cari fratelli e sorelle. Io dico a voi mafiosi: se non fate questo, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte».
♥ Papa Francesco disse nella visita a Napoli il 21 marzo 2015, «un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza». E richiamò tutti i credenti a essere vigilanti contro le distorsioni che della devozione mariana viene fatta.
Un compito che richiama le coscienze di tutti all’impegno. E a non voltare le spalle quando si manifestano lungo i borghi della nostra Penisola queste deviate devozioni religiose.
(fonte: Avvenire.it, giovedì 20 agosto 2020).