Presunte irregolarità nell’attribuzione dei voti
Chiesto anche l’annullamento delle consultazioni
La lista “Uniti per la Rinascita” con Gaetano Vallone Sindaco ha depositato nei giorni scorsi presso il TAR Calabria un articolato ricorso amministrativo, al fine di ottenere una revisione del risultato elettorale e della relativa proclamazione degli eletti in seno al Consiglio Comunale di Tropea avvenuta in seguita alle elezioni amministrative comunali del 28 e 29 Marzo 2010. Tra i firmatari di detto ricorso, anche il sottoscritto, che cercherà, per quanto possibile, di tracciare un breve e chiaro riassunto dell’intera vicenda.
La premessa è quella da molti già conosciuta, ossia l’estromissione, illegittima per chi scrive e per tutti i ricorrenti, dei rappresentanti della lista “Uniti per la Rinascita” dalle operazioni di spoglio. Un fatto questo che ha obiettivamente gettato più che una semplice ombra sulla bontà del risultato elettorale proclamato perché, è evidente, che l’assenza non solo formale ma sostanziale dei rappresentanti di lista, da un lato ha reso possibile che l’attribuzione di molte schede, certamente valide, venissero annullate, dall’altro ha consentito l’attribuzione alla lista avversaria di schede senz’altro nulle. Questa la principale ragione che ha mosso l’esigenza del ricorso, ossia la certezza di queste palesi ed erronee attribuzioni e non – come spesso accade in casi simili – la presentazione di un ricorso amministrativo elettorale come mero fatto dovuto o peggio, come un disperato tentativo di porre in essere motivi di conflitto politico.
Per tali ed altre ragioni, col ricorso presentato al Tar si chiede:
1) In via principale, una revisione del risultato elettorale a favore della lista “Uniti per la rinascita” attraverso l’attribuzione alla stessa di schede illegittimamente annullate di cui a solo titolo esemplificativo si riporta qualche esempio: scheda annullata perché votata come dott. Landolina; scheda annullata perché recante doppia preferenza Mazzitelli-Piccolo; numerose schede annullate e non attribuite neppure come voto di lista perché, pur recando la croce sul simbolo “Uniti per al Rinascita”, esprimevano preferenza per candidati alla Regione; altrettante schede annullate e non attribuite neppure come voto di lista perché la preferenza era illeggibile; l’annullamento di schede illegittimamente attribuite alla lista avversaria come quella in cui, in assenza di croce sul simbolo “Passione Tropea” e con preferenza a favore di tale “Valente” viene assegnata alla lista “Passione Tropea” con preferenza a favore del candidato Valeri.
2) In via subordinata, l’annullamento delle elezioni perché il risultato finale è stato gravemente inficiato dalla determinante partecipazione al voto di alcuni soggetti diversamente abili per vizio di mente che, in spregio alla disposizioni di legge, son stati ammessi al voto con accompagnatore. A tale riguardo rammento che i casi di ammissione al voto assistito sono tassativi e sono rappresentati dalla cecità, dall’amputazione delle mani o da gravi impedimenti agli arti superiori che non consentono di esprimere autonomamente il voto; giammai affezioni di tipo psichico!
Dei casi contemplati in ricorso quattro sono particolarmente gravi e due di questi gravissimi. Non mi soffermo ulteriormente su tale aspetto perché presto sarà oggetto di ulteriori iniziative.
In base a quanto premesso, credo sia superfluo manifestare il mio ed il nostro più profondo convincimento sull’esito favorevole di detto ricorso. La nostra non è solo una semplice e tenue speranza, ma, confidando sulla serenità di giudizio ed indipendenza dei giudici amministrativi regionali e sulla professionalità del nostro difensore, l’Avv. Giovanni Spataro del Foro di Cosenza, aspettiamo fiduciosi, insieme a tutti gli elettori della lista “Uniti per la Rinascita” l’esito naturale della vicenda e l’accoglimento integrale delle nostre movenze.
Concludo con l’auspicio che i tempi del giudizio siano i più stretti possibile onde uscire da questo clima di incertezza in modo da consentire ai reali vincitori della competizione elettorale, chiunque essi siano, di amministrare e governare la città sulla base di un dato che, sia pur denotando un paese letteralmente diviso in due, incontrovertibilmente lo legittimi anche agli occhi dell’opposizione.