Nel 1972, ricevette la nomina di Cavaliere della Repubblica
Prima donna calabrese tra i primi sindaci “rosa” d’Italia
Lydia Serra nacque a Cosenza l’1 agosto 1906, figlia dell’avvocato Nicola, più volte deputato e sottosegretario nel Ministero della Marina mercantile durante il I e il II governo di Luigi Facta. Seguendo le orme paterne, una volta conclusi gli studi si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza e, a 23 anni, fu la prima donna calabrese a conseguire la laurea in Legge con la tesi – discussa di fronte all’illustre costituzionalista Vittorio Emanuele Orlando – dal titolo Sulla concessione del voto alle donne, in cui era già possibile intravedere quella passione per la politica che, qualche anno dopo, l’avrebbe portata a divenire la prima donna sindaco di Tropea. Nel 1933 si sposò con l’ingegnere Pasquale Toraldo, marchese tropeano, e si trasferì nella città di questi. Qualche anno dopo, era il 1946, partecipò e vinse alle elezioni a sindaco della sua città d’adozione. Forse, in un primo momento, l’appartenenza al suo casato l’avrà aiutata ad esser scelta come capolista, ma la Toraldo Serra si rivelò subito all’altezza della situazione e sicuramente oltre le migliori aspettative dei suoi avversari: basti considerare, a tal proposito, la schiacciante vittoria imposta agli altri candidati alla carica di primo cittadino, tra i quali figurava anche suo cognato Giuseppe Toraldo, che era già stato sindaco incaricato dal prefetto nell’immediato dopoguerra. In un’Italia appena uscita dalla seconda guerra mondiale, nella quale per la prima volta nella storia venne concesso il voto alle donne, la vittoria di Lydia Toraldo Serra divenne perciò l’emblema del passaggio da un’epoca in cui la donna era relegata a ruolo secondario e subalterno a quella che, di lì a poco, avrebbe visto tante altre donne diventare protagoniste nella storia della nascente Repubblica. Come sindaco si distinse con dei provvedimenti volti ad aiutare i cittadini in difficoltà. Si racconta che in periodo di crisi, grazie alle conoscenze paterne, riuscì a farsi ricevere dal presidente del Consiglio dei Ministri Alcide De Gasperi (raggiunto dalla Toraldo Serra per mezzo di un treno merci mentre questi era in visita a Catanzaro) e che così, grazie a quell’incontro, poté reperire del grano e del riso per i tropeani, facendo dirottare verso la cittadina, a bordo di camion e carri, il carico di una nave americana fatta attraccare apposta al porto di Vibo Marina. Grazie a lei, insomma, i tropeani non dovettero patire mai la fame a causa della penuria di cibo, come invece accadde in altre cittadine del meridione: quando infatti il grano non riuscì a farlo arrivare attraverso l’intervento di suo padre, non esitò a rivolgersi ai parenti Toscano di Cassano e una volta, vista la situazione di estrema emergenza, incitò parte della popolazione a prendere il grano trasportato su di un treno di passaggio per la stazione di Tropea. Il più grande contributo in favore dei giovani e delle loro famiglie fu però fatto dalla Toraldo Serra nel campo scolastico: è negli anni in cui il Comune fu guidato dalle sue amministrazioni che venne istituita a Tropea la prima Scuola media (1948) e successivamente il Liceo classico (1950), che andavano quindi a offrire il naturale proseguimento a quanti, finito il primo ciclo di studi presso le Scuole elementari della città, erano stati costretti, sino ad allora, a spostarsi a Vibo Valentia. Di più, grazie a un convitto collegato al ginnasio riuscì a raccogliere anche molti studenti provenienti dal resto del circondario. Fu così che molte famiglie della costa poterono garantire a propri figli un’istruzione che fino ad allora era appannaggio solo dei più abbienti. L’innalzamento del livello culturale tra le classi meno agiate, del resto, fu uno dei suo obiettivi principali e permise la formazione di una nuova classe di professionisti in città, anche se questo, a detta di alcuni, incrinò il rapporto tra la “sindachessa” – così venne chiamata la Toraldo dai tropeani – e il suo ceto d’appartenenza, che già aveva dovuto accettare a malincuore alcuni provvedimenti adottati dalla sua Amministrazione, volti al reperimento di terreni da destinare all’edificazione delle case popolari. Si preoccupò infatti dell’edilizia pubblica, andando quindi a rispondere all’esigenza di molti nuclei familiari di poter avere una casa propria, visto che all’epoca tante famiglie condividevano le abitazioni con parenti o vivevano in condizioni precarie, nei “bassi” del centro storico. La Toraldo Serra intuì poi l’opportunità rappresentata dalla costruzione di un primo stabilimento balneare a Tropea, che fu realizzato nei pressi dello scoglio di San Leonardo, in una zona di proprietà della sua famiglia, con annessa rotonda, destinata a diventare luogo di ritrovo e di svago. Tale scelta, che diede forse impulso alla nascita del turismo in città e nell’intero territorio, non fu però esente da critiche. Per il rilancio dell’economia locale, sempre nell’area marina, si impegnò per il porto, che tra il 1952 e il 1956 fu dragato più volte, visti i continui insabbiamenti dello specchio d’acqua antistante, e provvide alla bonifica e alla cura dell’assetto dei percorsi dei due corsi d’acqua inesistenti su quella zona: il Lumia e la Grazia. Nel 1954 Lydia Toraldo Serra fu legittimata dalla fiducia di un elettorato trasversale, conquistata durante gli anni, anche senza il sostegno del suo partito, tanto da riuscire poi a mantenne la carica di primo cittadino di Tropea ininterrottamente fino al 1959, quindi per oltre tredici anni. Ciò fu possibile grazie al rapporto positivo creatosi tra la “sindachessa” e la sua cittadinanza, soprattutto la parte più umile, che nutriva nei suoi confronti un sentimento di sincera ammirazione e di amore quasi filiale, che durò a lungo nel tempo e le fece guadagnare tra la gente della città un appellativo più che eloquente: “a’ mamma nostra”. Sempre sfruttando le amicizie ereditate dal genitore (deceduto nel frattempo nel 1950), entrò in contatto con l’allora Ministro delle Poste e delle Telecomunicazoni Gennaro Cassiani (originario di Spezzano Albanese, un piccolo paese del cosentino, e perciò passato per lo studio legale di suo padre a Cosenza). Grazie al suo interessamento, nel periodo tra il 1954 e il 1955, fu possibile la creazione dell’ufficio postale di Tropea. Il suo impegno politico servì per il potenziamento dell’ospedale civile, che in quegli anni venne dotato di una nuova sala operatoria, che fece giungere nuovi utenti da tutto il territorio dei dintorni. Sempre a favore della famiglia si impegnò per la creazione della sede locale dell’Organizzazione per la protezione della maternità e l’infanzia (Omni), con lo scopo di dare assistenza a madri bisognose e un aiuto ai bambini abbandonati. Tra le altre opere pubbliche realizzate durante le sue amministrazioni vi è inoltre il rifacimento della pavimentazione del corso principale di Tropea. Chiusa la parentesi di politica attiva, nel 1964 la “sindachessa” si ritirò agli interessi privati, iniziando a coltivare la sua passione per la pittura e dedicandosi alla famiglia. Dopo la morte del marito Pasquale, avvenuta nel 1968, la Toraldo Serra si allontanò sempre più dal mondo della politica, che tanto la aveva assorbita ma grazie alla quale era riuscita a realizzare i propri talenti come donna e a vedersi riconosciuti i suoi meriti come amministratrice: qualche anno più tardi, nel 1972, ricevette infatti proprio in virtù del suo impegno politico la nomina di Cavaliere della Repubblica. Lydia Toraldo Serra morì nella sua amata Tropea nel mese di luglio del 1980.
TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE:
https://www.tropeaedintorni.it/la-sindachessa-di-tropea-13022016.html
https://www.tropeaedintorni.it/una-piazza-alla-sindachessa-di-tropea-14022016.html