Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
L’uomo che salvava i disperati.
Per cinquant’anni Donald Ritchie è stato di vedetta sul The Gap di Sidney, una scogliera oceanica tristemente nota per essere il luogo in cui molte persone decidono di togliersi la vita.
– Abitava proprio dall’altro lato della strada e sapendo di quanto spesso quel bellissimo luogo diveniva teatro di tragedia, sin dal 1964 Donald aveva preso a osservare i passanti per individuare potenziali intenti suicidi.
– “Posso fare qualcosa per Voi?” Semplici parole. Ma molti hanno ritrovato fede nell’umanità disposta ad ascoltare il loro dolore.
– La parola è la grande possibilità per noi umani: la possiamo usare male offendendo, calunniando, disprezzando e la possiamo usare bene confortando, consolando, lodando.
– Questa storia va ben al di là delle poche righe con le quali è descritta: aiuta a ritrovare fiducia in una umanità possibile, l’umanità ritrovata.
Nel 2012 nella sua casa vicino al The Gap a 86 anni E’ morto Don Ritchie, l’Angelo del “The Gap”, l’uomo che ha salvato 160 persone che volevano suicidarsi.
Egli viveva accanto ad un luogo chiamato “The Gap”, a strapiombo sull’oceano, un posto ricercato dove suicidarsi. E’ stato insignito del premio annuale australiano, ma non è riuscito a ritirarlo, perché è morto.
“Una chiacchierata può cambiare la vita”.
Con questa convinzione Don Ritchie ha “vigilato” per oltre 40 anni sul luogo chiamato “The Gap”: avvicinava le persone che nutrivano il pensiero di suicidarsi gettandosi dall’angolo del “The Gap” e li invitava a bere qualcosa nella sua casa a 50 metri di distanza, nella baia di Watsons.
Racconta la figlia Sue Ritchie Bereny che il papà Don Ritchie avvicinava discretamente le persone e chiedeva loro: “C’è qualcosa che posso fare per voi?...”. E poi una bella chiacchierata a casa: 160 persone hanno rinunziato a suicidarsi. Valeva la pena continuare a vivere se c’era qualcuno disposto ad ascoltare con amore i loro problemi.
– Una fede nell’umanità ritrovata!
La storia di Don ha toccato il cuore degli Australiani e rilanciato l’idea di cosa significhi essere “un buon vicino”.
E tutti dovremmo essere dei “buoni vicini”.
- Da ricordare:
“Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo, a ognuno di suo fratello” (Genesi, cap. 9,5). - Chi vede tutti gli esseri nel suo stesso Sé, ed il suo Sé in tutti gli esseri, perde ogni paura (da Isa Upanishad).