Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
L’uomo che pregava in silenzio.
Pregare… Per molti resta un problema, perché non sanno come pregare, cosa dire, come comportarsi con Dio. Al contrario ci son altri che trovano naturale trattenersi con Dio e, come dice S. Alfonso Maria de Liguori, “alla familiare”, cioè come se si parlasse ad una persona cara, ad un amico. – Mi è capitato spesso di osservare dei gesti in chi si fermava a pregare, gesti che suscitavano la mia curiosità, ma che il rispetto per l’altro non osava scoprire. Ma quanta ricchezza ne sarebbe venuta fuori. – A tal riguardo ecco una bella storia signignificativa.
Una volta un sacerdote stava camminando in chiesa, verso mezzogiorno. Passando vicino all’altare decise di fermarsi per vedere chi era venuto a pregare. In quel momento si aprì la porta: il sacerdote inarcò il sopracciglio vedendo un uomo che si avvicinava; l’uomo aveva la barba lunga di parecchi giorni, indossava una camicia consunta, aveva una giacca vecchia i cui bordi avevano iniziato a disfarsi. L’uomo si inginocchiò, abbassò la testa, quindi si alzò e uscì. Nei giorni seguenti lo stesso uomo, sempre a mezzogiorno, tornava in chiesa con una valigia… si inginocchiava brevemente e quindi usciva.
♦ Il sacerdote, un po’ spaventato, iniziò a sospettare che si trattasse di un ladro. Perciò un giorno si mise davanti alla porta della chiesa e quando l’uomo stava per uscire dalla chiesa gli chiese: “Che fai qui?”.
♥ L’uomo gli rispose che lavorava nella zona e aveva mezz’ora libera per il pranzo e approfittava di questo momento per pregare: “Rimango solo un momento, sai, perché la fabbrica è un po’ lontana, quindi mi inginocchio e dico: “Signore, sono venuto nuovamente per dirTi quanto mi hai reso felice quando mi hai liberato dai miei peccati… non so pregare molto bene, però Ti penso tutti i giorni… Ecco,Gesù… qui c’è Jim a rapporto”.
♦ Il sacerdote si sentì uno stupido, disse a Jim che andava rurro bene, che era il benvenuto in chiesa quando voleva. Quindi si inginocchiò davanti all’altare, si sentì riempire il cuore dal grande calore dell’amore e incontrò Gesù. Mentre le lacrime scendevano sulle sue guance, nel suo cuore ripeteva la preghiera di Jim: “Sono venuto solo per dirti, Signore, quanto sono felice da quando ti ho incontrato attraverso i miei simili e mi hai liberato dai miei peccati… non so molto bene come pregare, però penso a te tutti i giorni… Ecco, Gesù… eccomi a rapporto!”.
♦ Poi, un giorno il sacerdote notò che il vecchio Jim non era venuto. I giorni passavano e Jim non tornava a pregare. Il sacerdote iniziò a preoccuparsi e un giorno andò alla fabbrica a chiedere di lui. Gli dissero che Jim era malato e che i medici erano molto preoccupati per il suo stato di salute, ma che tuttavia credevano che avrebbe potuto farcela.
♦ Nella settimana in cui rimase in ospedale Jim portò molti cambiamenti agli altri: egli sorrideva sempre e la sua allegria era contagiosa. La caposala non poteva capire perché Jim fosse tanto felice, dato che non aveva mai ricevuto né fiori, né biglietti augurali, né visite.
Il sacerdote si avvicinò al letto di Jim con l’infermiera e questa gli disse, mentre Jim ascoltava: “Nessun amico è venuto a trovarlo, non ha nessuno”.
♥ Sorpreso, il vecchio Jim disse sorridendo: “L’infermiera si sbaglia, perché lei non può sapere che tutti i giorni, da quando sono arrivato qui, a mezzogiorno, un mio amato amico viene, si siede sul letto, mi prende le mani, si inchina su di me e mi dice: «Sono venuto solo per dirti, Jim , quanto sono stato felice da quando ho trovato la tua amicizia e ti ho liberato dai tuoi peccati. Mi è sempre piaciuto ascoltare le tue preghiera, ti penso ogni giorno… Ecco, Jim… qui c’è Gesù a rapporto!»”.