Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
L’ultima cliente ad un supermercato.
Aria di Natale, aria di festa, ma anche aria frenetica di fretta… per pensare a sé, magari scaricando gli altri. – Eppure, se ci pensiamo bene: spesso basta poco per fare felice chi ci sta accanto. Se poi quel poco lo si fa anche volentieri, allora può diventare gioia per la propria vita.
– Il Signore Gesù assicura che egli non trascurerà i piccoli gesti di bene fatto agli altri, neppure quello di un bicchiere d’acqua dato a chi ne ha bisogno. Egli apprezzerà come fatto a sé i nostri gesti di amore fatti ai più poveri di noi. – Dice un proverbio: «Una cosa buona va sempre fatta, anche a costo di farla male». Ma se sul piano personale riusciamo a individuare cosa ci impedisce di fare bene il bene che facciamo, allora guadagniamo tutto: il bene e la gioia!
– La liturgia prega così: “Donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli”. – E allora: Donaci occhi nuovi, Signore!
Era la Vigilia di Natale e la commessa di un supermercato non vedeva l’ora di andarsene. Pensava in continuazione alla festa che l’attendeva appena finito il lavoro. Sentiva già i mormorii di ammirazione che l’avrebbero accompagnata mentre entrava vestita con l’abito da sera di velluto, con il cavaliere che la scortava… Quando arrivò l’ultima cliente.
♦ Mancavano solo cinque minuti alla chiusura. «Non è possibile che venga proprio al mio banco» pensò.
Finse di non sentire quando quella si schiarì la voce e disse piano:
«Signorina, signorina quanto costano quelle calze?».
«Credo che sul cartellino ci sia scritto 6.000 lire» rispose brusca.
«Non ne avete di meno care?».
«Tremila e cinque» scattò guardando l’orologio.
«Mi faccia vedere quelle meno care».
«Spiacente signora, stasera chiudiamo alle 18,30 perché, se non lo sa, oggi è la Vigilia di Natale».
♦ Siccome non apriva bocca si decise a guardarla. Era pallida, aveva l’aria affaticata, le occhiaie profonde… non doveva avere neanche 30 anni.
«Ma i miei figli non hanno neanche un regalo» disse alla fine tutta d’un fiato. «Fino a stasera non avevo soldi».
«Mi dispiace per lei signora» disse la commessa e se ne andò. Ma non giunse fino al fondo del banco: la donna non aveva detto una parola e lei non riuscì a fare un passo in più.
♦ Si voltò e notò negli occhi della donna l’espressione più triste che avesse mai visto.
Corse di nuovo dietro al banco: «D’accordo, signora, ma faccia presto».
Un sorriso illuminò il volto della donna, e si mise a correre dai calzini ai nastri poi ai giradischi portatili.
Alla commessa quei pochi minuti sembrarono lunghi come l’eternità.
Finalmente la donna si decise per alcune paia di calze, per qualche nastro colorato, un giradischi portatile e due dischi di fiabe natalizie.
♦ La commessa gettò gli acquisti in un sacchetto e le diede il resto dei soldi.
Ormai non c’era più nessuno. La commessa andò di corsa negli spogliatoi, si infilò in fretta il vestito e corse fuori dal negozio incontro al suo «cavaliere» che l’attendeva in macchina, con il motore acceso.
Fu al terzo semaforo rosso che la commessa vide la donna del negozio: camminava in fretta tenendo stretto contro il suo esile corpo il pacco dei doni per i suoi figli. Il suo volto, che aveva perduto la patina di stanchezza, era ancora illuminato dal sorriso.
♥ In quel breve istante qualcosa avvenne dentro di lei.
Non vide solo una donna: vide i suoi quattro bambini che, il mattino dopo, si sarebbero infilati felici le calze nuove, messi i nastri nei capelli e avrebbero ascoltato le favole natalizie sul giradischi nuovo.
Piccola preghiera per la Notte di Natale
La notte è luminosa e il giorno risplendente. Perché lui è il Bambino che cambia il mondo.
Conoscete il suo nome? Sul suo viso danza il sorriso di Dio.
Egli c’è e resta con noi e la gioia degli uomini diviene la gioia di Dio.
Egli c’è e resta con noi e la sofferenza degli uomini diviene la sofferenza di Dio.
Egli si chiama Emanuele, Dio con noi.