La città ha bisogno di essere innanzitutto tenuta pulita
I cumuli di foglie e di rami secchi, che sono il risultato dei lavori di potatura, sono un danno estetico per il territorio
L’autunno ci ha riservato fin qui delle bellissime giornate e domenica scorsa, nonostante le temperature inizino a scendere, qualcuno era ancora in spiaggia a fare il bagno. La marina di Tropea, per chi viene a fare un giretto domenicale dal resto della regione, diventa quindi uno spettacolo anche per gli occhi, poiché chi torna a casa – magari in collina o in montagna – non può fare altro che raccontare cosa accade sul nostro bel litorale.
Peccato che, accanto a questo quadretto, vi sia anche un lato un po’ meno degno del nome di Tropea. Una pubblicità negativa che si dovrebbe evitare. Da giorni, infatti, sono accatastati nel parcheggio della spiaggia “Cavaliere”, sotto il depuratore di Rocca, cumuli di foglie e di rami secchi, che sono il risultato dei lavori di potatura delle piante, delle palme e degli alberelli che crescono ai bordi del lungomare “Antonio Sorrentino”. Per non parlare, appunto, del tratto di strada che unisce il parcheggio alla strada, quello che costeggia cioè il depuratore, che è invaso dalle canne secche tagliate lungo il margine della carreggiata. Secondo alcuni, che si lamentano del fatto, oltre al danno estetico e alla conseguente cattiva immagine turistica che si dà della città, c’è un problema anche di tipo igienico, visto che la marcescenza di tutto quel materiale contribuisce alla proliferazione di insetti – blatte in testa – e al conseguente richiamo di topi.
Di fronte quindi a un dono che Tropea ha ricevuto dal clima particolarmente mite di quest’autunno, e vista anche la presenza di qualche turista di bassa stagione con cui i nostri imprenditori cercano di recuperare quanto eventualmente perso in estate rispetto agli anni precedenti, è importante non dimenticare che la città ha bisogno i essere innanzitutto tenuta pulita. E quindi, come già accaduto per la pulizia del tratto di lungomare vicino all’Isola, che aveva fatto protestare molta gente tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, anche questa volta c’è chi si chiede perché, invece di accatastare così tanto materiale per strada e attendere giorni e giorni per eliminarlo, non si provveda a organizzare meglio il lavoro per dare una migliore immagine di Tropea.
La marina si distingue ancora una volta per le sue luci e le sue ombre, anche se le prime le dona la natura, le seconde dipendono da noi.