Attualità

Lo Stato… d’emergenza!

Di quante illusioni ancora ci fanno vivere.

Viviamo in un paese in cui ormai le emergenze sono diventate normalità.

Tropea, l'alba di un nuovo giorno - foto Libertino
Tropea, l’alba di un nuovo giorno – foto Libertino

Come siamo cambiati! Di quante illusioni ancora ci fanno vivere e, quanti ancora si illudono che lo stato delle cose sia come ci viene descritto. Viviamo in un paese in cui ormai le emergenze sono diventate normalità.
Emergenza smottamento dei terreni, alluvioni. Emergenza profughi, disoccupazione, criminalità. Emergenza sismicità o inquinamento. Sembriamo essere dominati da clown, da persone che si dicono esperte nel loro settore e, invece, capiscono poco o niente della loro attività reale, vivono solo di immagine e percentuali di gradimento e di favoritismo ad una o all’altra corrente politica. Saremmo tutti bravi se mettessimo le mani avanti. Ma essere uomini, o professionisti, non significa lavarsi le mani ad ogni minimo rischio. Un esempio? Arriva il mal tempo, con precipitazioni temporalesche e vengono diramati subito gli stati di allerta. E noi? La maggioranza abbocca, pensando che lo stato di allerta sia realmente una cosa seria e di cui preoccuparsi. Lo era quando veniva utilizzato in effettivo caso di bisogno. Ora questa emergenza per un territorio devastato e sfruttato come il nostro è pura normalità. Siamo coscienti ad ogni precipitazione temporalesca che potremmo trovarci in serie difficoltà. E’ come fare la scoperta dell’acqua calda! Altri esempi? Si avvicina l’estate e partono i divieti di balneazione per inquinamento. Perché, mi chiedo io? Tre mesi prima, un giorno prima, la situazione non era quella del giorno dei controlli e della pubblicazione del divieto? E anche questa è un’emergenza diventata normalità. Finisce l’estate e…. ritornano a flotte i profughi a Lampedusa e in Calabria. Perché? Durante l’estate nessun profugo arrivava clandestinamente in Italia? O per convenienza di immagine, al pubblico bisognava mostrare una realtà diversa? Una spiaggia pulita, priva di carrette del mare e di poveri fuggiti alla miseria e agli orrori della guerra? Comincia il nuovo anno scolastico e ci si accorge che molte scuole non sono idonee. Ma alla fine si fa scuola lo stesso dentro quelle strutture insane! Tanto, se capita che viene giù un tetto e uccide qualche ragazzo, chi ne aveva la responsabilità lo aveva detto. E il tormentato e crescente problema disoccupazione? Un buco nero che inghiotte tutto e tutti. E dell’emergenza povertà nessuno parla? Gli anziani che due anni fa vedavamo in tv frugare tra le verdure o la frutta andata a male dei mercati per trovare qualcosa da mangiare? Quelli in tv ormai non li mandano più. E’ troppo brutto e desolante vedere quelle immagini ma, sono vere! E’ realtà. Il nostro è un paese che non ha ricambio generazionale. Con le nuove generazioni, cresciute davanti alla tv, a sentire quello che gli altri volevano noi sentissimo, a vedere quell’Italia che loro volevano farci vedere, chiusi in una realtà ovattata da creduloni, privi di grinta, di spirito di contraddizione o razionalità. Non abbiamo capito che siamo sempre in emergenza! Non serve un nuovo ministero o istituto tecnico o di ricerca che mangia soldi dalle nostre ormai povere tasche, per capire che se ci si trova per strada con un temporale, rischi di non tornare vivo a casa. E credetemi, NON E’ ESAGERAZIONE QUELLO CHE IO AFFERMO! Non mi serve la tv per sapere che la disoccupazione cresce; se i giovani oggi non si sposano è perché economicamente non possono permettersi una vita propria. Lo proviamo sulla nostra pelle ogni giorno. Lo sappiamo benissimo, così come sappiamo che serve ricambio generazionale in politica. Vogliamo gente nuova, giovani meritevoli e senza legami con i vecchi politici. Pretendiamo un’identità nuova, fatta di iniziative che vadano al passo coi tempi, che ci portino in una dimensione che dovrebbe essere nostra già da un pezzo, di nazione artisticamente e culturalmente internazionale. Vorremmo che il nuovo Stato non dia “avvisi di emergenza” continui ma si chieda: “Se qui c’è un’emergenza, c’è qualcosa che non va, vuol dire che deve essere aggiustata, messa in sicurezza! Se non risolviamo il problema all’origine, avremo uno stato di emergenza continuo!”. Questa potrebbe essere la nuova generazione che costruirà uno Stato e gli italiani veri! Ricordate che l’Italia è stata fatta 150 anni fa ma, gli italiani ancora attendono di sentirsi tali!

Mariella Epifanio

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