Pubblichiamo il testo della lettera dei Commissari rivolta ai tropeani
“Noi non siamo qui per valutare se nella relazione e nel successivo decreto il problema sia stato sottovalutato o sopravvalutato”
Il 12 agosto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto con cui è stato sciolto il Comune di Tropea per condizionamento da parte della criminalità organizzata. Per tale motivo, gli organi che normalmente amministrano un Comune (Sindaco, Giunta, Consiglio) sono stati sciolti. Al loro posto, una Commissione Straordinaria composta da tre Commissari si occuperà della gestione del comune per i prossimi diciotto mesi. Faremo dunque un tratto di cammino insieme. Lo scioglimento del consiglio non è frutto di una leggerezza, un provvedimento nato in un momento di distrazione del Presidente della Repubblica. Si tratta di un decreto emanato sulla base di una proposta del Consiglio dei Ministri, a seguito di una relazione del Ministro dell’Interno che aveva esaminato e valutato quella redatta dal Prefetto di Vibo Valentia. Questi, a sua volta, aveva valutato congiuntamente con magistratura e forze dell’ordine una relazione fatta da una Commissione di indagine. Perché tutti questi passaggi? Perché lo scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazione o condizionamento da parte della criminalità organizzata è una procedura eccezionale, la più delicata e grave prevista dalla normativa sugli enti locali. Noi non siamo qui per valutare se nella relazione e nel successivo decreto il problema sia stato sottovalutato o sopravvalutato: altri avevano questo compito ed hanno ritenuto che vi erano i presupposti per lo scioglimento del Consiglio Comunale di Tropea. Ciò, ovviamente, non vuol dire che Tropea sia mafiosa né che tutti i cittadini, i politici o il personale del Comune sia mafioso. Infatti le posizioni di ciascuno possono essere molto diverse. Possono esserci politici, cittadini, amministratori, dipendenti mafiosi o collusi oppure anche solo semplicemente intimiditi; come, sicuramente, ci sono a Tropea politici, cittadini, amministratori, dipendenti onesti che sono certamente la maggioranza. Non è sui singoli che il provvedimento interviene, sebbene anche sui singoli il provvedimento può avere effetti indiretti. Purtroppo, come tutti sappiamo, anche a Tropea il problema della ‘ndrangheta esiste. Ed è un problema grave, un problema di libertà. È la libertà di poter scegliere ciò che è giusto e buono per la comunità e la compressione di questa libertà impoverisce tutti e rende tutti succubi, anche le persone oneste. È un problema che le forze ordinarie dell’Amministrazione Comunale, come attestato nel DPR, non riuscivano (o non volevano, non spetta a noi giudicare) affrontare per cui è stato necessario un intervento esterno. La nostra presenza non è una punizione per la città: è un aiuto ad una comunità che è in difficoltà.
È lo Stato che fornisce questo aiuto, questa “chance” alla comunità di Tropea perché possa riprendersi spazi di libertà di scelta che si erano ristretti, perché la prossima Amministrazione possa essere più libera di scegliere per il bene della comunità tutta. Infatti noi Commissari siamo solo un ponte verso il futuro, verso una nuova amministrazione che dovrà essere frutto di elezioni libere e consapevoli, al di là di parentele ed amicizie, ed è a questo che Tropea dovrà prepararsi. Ma continuiamo ad essere sinceri. Saremmo veramente ipocriti se non riconoscessimo che uno dei mali più profondi di questa nostra terra, amara e bella, è la mentalità mafiosa di alcuni cittadini. No, non abbiamo sbagliato nel dire la mentalità mafiosa invece che l’organizzazione mafiosa. L’organizzazione mafiosa è un risultato, il frutto velenoso di una mentalità. Ma la radice, il terreno su cui nasce e di cui si nutre il nostro male non è l’organizzazione, è la mentalità mafiosa. Per questo si potrà pure vincere l’organizzazione ‘ndrangheta, ma se non si vince la mentalità mafiosa dentro le nostre comunità sarà semplicemente vinta una battaglia, non l’intera guerra. E tutto sarà stato vano. Per questo dobbiamo combattere con la legalità quella mentalità che non rispetta le regole, non rispetta le persone, non rispetta le cose comuni ma pretende, invece, il rispetto per sé con la violenza, con l’intimidazione, con l’arroganza, con la paura, con la furbizia. Quella subcultura che pensa solo a sé ed alla propria famiglia, lasciando che le cose comuni vadano in malora. O che ritiene che le regole siano per gli altri e le eccezioni per sé. È una battaglia lunga e difficile e vincere non sarà un risultato di domani, e nemmeno del tempo di permanenza di questa Commissione Straordinaria. Ci vorrà tempo ed un impegno che inizia adesso e non può e non deve concludersi con il termine dell’attività dell’Amministrazione straordinaria di Tropea. È importante fare ogni giorno un passo verso questa meta, che non ci rassegniamo ad una vita spenta. Non sarà facile, ed iniziare sarà il momento più difficile, ma è necessario farlo per le future generazioni. Le radici del futuro di Tropea sono nelle scelte che oggi facciamo. Il futuro non ci precipita addosso: arriverà domani. Ma il domani lo costruiamo oggi, con le scelte che facciamo o che non facciamo, per paura o ignavia. La nostra presenza sarà ovviamente un segno di contraddizione: c’è chi può avere interesse a che le cose vadano male e, passata la gestione commissariale, rimanga la libertà compressa di prima e c’è chi desidera invece che vi sia una maggiore libertà di scelta ed un migliore futuro per questa splendida cittadina. Ma certamente il futuro non lo costruirà la Commissione da sola e neppure i cittadini da soli possono costruire il futuro. Senza il contributo di tutti noi – cittadini, Commissione Straordinaria, dipendenti del Comune, associazioni, società civile – il futuro non sarà quello che noi desideriamo, sarà un futuro malato che inquinerà la vita di tutta la comunità. Solo lavorando insieme possiamo piantare i semi per un futuro migliore del presente. Noi siamo qui, in spirito di servizio, per affrontare questa sfida insieme ad i tropeani onesti.
La Commissione Straordinaria
(Salvatore Fortuna, Giuseppe Di Martino, Emilio Buda)