Attualità Politica

L’intervista a Nino Macrì, il neo sindaco del “Principato di Tropea”

Sulla Rupe: «Contiamo moltissimo sull’aiuto di Romano del Club Unesco e dell’architetto Giffone»

«Non esiste la possibilità di una mia candidatura alla Regione Calabria. Faccio parte di una squadra importante guidata in modo eccellente dal Senatore Giuseppe Mangialavori»

Il sindaco di Tropea Giovanni Macrì – foto Marmorato

Ho raggiunto nel suo studio l’avvocato Nino Macrì, il neo sindaco “barbuto” del “Principato di Tropea”. L’ambiente è accogliente, semplice e al contempo elegante. Gli squilla continuamente il cellulare, mi invita ad accomodarmi. La notizia, o meglio la fake news del giorno sta facendo il giro del web: Ronaldo apre un Hotel della catena Pestana a Tropea. «Sì, -ironizza a chi gli chiede conferma della notizia- oggi ho parlato con la sua segretaria, lo aspettiamo». Ride. Oggi, invece, il primo cittadino di Tropea ha lasciato il “Principato” per una importante trasferta alla Regione Calabria. La nostra intervista non può che iniziare da qui.

Oggi è stato alla Regione per discutere la situazione relativa ai lavori pubblici in corso. Può dirci se ci sono novità in merito?
«Come anticipato sul web sono stato in Regione per discutere la situazione dei lavori pubblici. Ci sono parecchie novità non proprio positive ma neppure molto negative. Intanto abbiamo scoperto la posizione in cui si trova il comune di Tropea in merito ad alcuni finanziamenti che sono inseriti nel piano RENDIS. Abbiamo scoperto che, di fatto, molti che definirei “pseudo progetti” sono stati fatti tanto per farli. Il RENDIS è uno strumento particolare di programmazione, il punteggio viene attribuito ai progetti in base ai parametri che hanno a che fare col dissesto idrogeologico. Tra questi c’è, per esempio, quello della criticità della voragine di via Carmine. C’è un’ipotesi di finanziamento di 500.000 euro, però il comune di Tropea è al 507° posto, quindi sarà difficile concludere l’iter. Mi è stato suggerito dai tecnici della Regione di aggiornare il quadro con, per esempio, delle relazioni che mettano in evidenza delle criticità grazie alle quali ottenere dei punteggi molto più importanti. Il primo intervento sul quale puntiamo e che potrebbe qualificare la nostra Amministrazione è un intervento massiccio sulla Rupe. Sempre oggi, grazie agli uffici della Regione Calabria, abbiamo contattato il professore ordinario di geologia dell’Unical (CS) Salvatore Critelli. Giorno 5 novembre abbiamo un incontro e daremo un incarico all’Università per realizzare una perizia molto accurata sulla stato di salute della Rupe. Attraverso questo documento integreremo la richiesta di finanziamento inoltrata alla Regione Calabria in modo da essere più competitivi e ad aspirare ad avere un contributo. Abbiamo avuto due segnalazioni su due perdite importanti di acqua sulla Rupe. Faremo il nostro con l’aiuto di chi già conosce meglio di noi la problematica: contiamo moltissimo sull’aiuto di Giuseppe Maria Romano del Club Unesco e dell’architetto Giffone. Ognuno -lo spero- continuerà a fare la propria parte e insieme riusciremo sicuramente a risolvere questo problema anche dando grande risalto mediatico, perché la Rupe è un bene di interesse internazionale».

E il Lungomare?
«Lungomare e Rupe sono due problemi che mettono a rischio l’esistenza della città. Anche per ciò che riguarda l’erosione costiera siamo in una buona posizione, ma dovrà passare del tempo prima di poter ottenere i contributi. Per quanto riguarda il Lungomare la gara è stata appaltata, la ditta ha avuto in consegna il cantiere ma mancano i dettagli perché i lavori partano, anche se, come ho più volte detto, temo che questi lavori possano essere compromessi dalla prima mareggiata».

A proposito di Regione, le malelingue dicono che il suo vero obiettivo non è mai stato quello di fare il sindaco di Tropea, bensì di ottenere uno scanno a Palazzo degli Itali e, successivamente, ottenere il “lasciapassare” per Roma. È Vero?
«Non esiste la possibilità di una mia candidatura alla Regione Calabria. Faccio parte di una squadra importante, guidata in modo eccellente dal Senatore Giuseppe Mangialavori. Sono un tassello di un progetto molto più importante che va, ovviamente, oltre Tropea. La direzione di questo progetto è in mano al Senatore Mangialavori, e per quanto mi riguarda ho preso un impegno con la città e lo porterò a termine».

In merito ad alcune delibere riguardanti l’abusivismo edilizio in città, ci risulta che l’amministrazione da lei guidata dovrà ottemperare a far rispettare tali atti di demolizione o di ripristino di immobili e/o di altre opere abusive. È così?
«Per quanto riguarda le demolizioni si tratta di atti dovuti. Nel momento in cui verranno sottoposti alla nostra attenzione, o si procede con l’acquisizione al patrimonio comunale o si procede con la demolizione. Per meglio dire: se il consiglio comunale non valida di acquisire le aree al patrimonio comunale -ritengo che non ci siano situazioni di particolare rilevanza anche se conosco in modo sommario la cosa- non potremo che fare un atto dovuto. Non possiamo esimerci dal fare quello che è il dovere di una Amministrazione. Riteniamo, comunque, che in questo calderone ci siano situazioni irrilevanti, qualche altra situazione riguarda il patrimonio comunale, quindi ritengo che si possano trovare le soluzioni. Questa è materia delicata sulla quale non potremo che dare corso a quello che dice la legge».

Nei giorni scorsi aveva dichiarato che si metterà subito all’opera per la nuova stagione estiva 2019. Quali potrebbero essere gli appuntamenti di punta della prossima estate tropeana?

«Noi la programmazione la intendiamo sul piano dei servizi da dare alla comunità. La programmazione, per quanto riguarda la parte del comune, andrà in questa direzione. Ascolterò con la massima attenzione i consigli provenienti dalle associazioni impegnate in prima linea sul turismo. Per quanto riguarda gli eventi, sarebbe opportuno programmarli sin d’ora, soprattutto gli eventi importanti. Un evento sul quale mi sono messo già all’opera è dare un segno di rinascita nel periodo natalizio. È importante ridare, come dire, speranza alla città. Il Natale è la migliore ricorrenza per il suo profondo significato, la “rinascita” della nostra città. È un momento importante per diventare comunità, per essere l’uno vicino all’altro, per essere generosi, e sarà all’insegna della solidarietà, del benessere condiviso. Per quanto riguarda l’estate, penso che sarebbe opportuno fare un calendario delle manifestazioni più importanti, che consenta agli operatori di promuovere le iniziative traendone vantaggi. L’idea dell’Amministrazione comunale è quella di fare in modo che questi eventi vengano spalmati non sull’alta stagione, ma nella medio-bassa stagione in modo da rendere appetibile l’offerta turistica nell’arco dell’intero anno. Sto lavorando, anche se ancora siamo nella fase embrionale e nei prossimi giorni incontrerò operatori ed esperti del settore, per organizzare il Festival della Cipolla Rossa. Sarà un’operazione mediatica, culturale, enogastronomica e turistica alla quale tengo molto. Ho preso contatti con professionisti e amici che mi stanno dando tanti suggerimenti e mi stanno preparando dei contatti necessari per dare all’operazione una visibilità nazionale. Il nostro sarà un festival e quindi voglio imprimere una svolta importante che si farà a cavallo tra aprile e maggio. Sette giorni all’insegna della degustazione del prodotto, della conoscenza del prodotto e nel contesto della festa di “Tri da’ Cruci”».

Il vicesindaco Roberto Scalfari, il sindaco Giovanni Macrì – foto Libertino

Scalfari sarà il suo vice, può dirci i nomi degli assessori e a chi assegnerà le deleghe ai Lavori Pubblici, alla Cultura e al Turismo?
«Scalfari è il mio vicesindaco, è già a lavoro, non si sta risparmiando e mi sostituisce in modo eccelso in ogni momento. Per quanto riguarda gli assessori, deciderò la prossima settimana, quando varerò la Giunta. La delega ai lavori Pubblici, per prassi, rimane al sindaco».

Lei è un politico con una certa esperienza e in passato ha sempre tenuto in grande considerazione il ruolo del suo partito di appartenenza sia a livello provinciale che regionale. Il senatore Mangialavori (FI) l’ha invitata a candidarsi alla carica di sindaco di Tropea, lei gli ha dato ascolto ed ha vinto. In passato e successo, non solo nella sua storia politica, ma anche nella storia politica di altri che le dinamiche interne al partito dove si militava creassero crisi interne nella Giunta comunale. “Forza Tropea” è una lista civica? “Forza Tropea” è una lista civica appoggiata da Forza Italia e dall’area moderata? Dove si colloca questa sua creatura politica? Quale sarà il suo percorso politico?
«Sicuramente ci sarà un impegno massiccio di tutta l’Amministrazione, della mia squadra sulla linea che è indicata dal Senatore Mangialavori. Io sono una figura storica del Centrodestra tropeano, soprattutto milito da diversi anni in Forza Italia, prima era il PdL, quindi quello che è rimasto di quella esperienza. Sono stato consigliere nazionale del PdL quando “viaggiavamo” intorno al 40%, quindi massima condivisione dell’idea moderata e liberale che mi è stata insegnata e ho sempre seguito. Sono di Forza Italia e la lista si chiama Forza Tropea in considerazione di quella che è anche la nostra idea politica. Quindi, credo che il riferimento sia oltremodo chiaro, la lista è civica e Forza Italia crede molto all’esperienza civica. L’ottimo risultato conseguito dalla lista testimonia come il progetto nazionale di Forza Italia, di dare spazio alle liste civiche a livello locale, sia un progetto vincente. La presenza del Senatore Mangialavori e della coordinatrice nazionale Jole Santelli credo sia la testimonianza chiara di questa appartenenza. In particolare il Senatore Mangialavori ha tenuto a battesimo la nostra lista».

Il neo consigliere di minoranza L’Andolina ha detto che lei ha vinto anche perché votato da parte dei componenti della lista dell’ex sindaco Rodolico. L’Andolina parla di “un inciucio che viene da lontano”. Vuole dire la sua in merito?
«Noi inciuci non ne abbiamo fatti, né li abbiamo cercati. L’Andolina è vittima della sua arroganza e della sua vanità. Ha cercato di fare inciuci con tutti ed è rimasto col cerino in mano. Ha cercato di candidare persone che hanno avuto esperienza nella passata legislatura e oggi grida all’inciucio che sarebbe avvenuto tra me e loro. Io sono orgoglioso e fiero di aver avuto tra i miei sostenitori esponenti della passata compagine amministrativa di Maggioranza, che mi hanno riconosciuto – e forse questo dà fastidio a L’Andolina -il merito per prima cosa di aver difeso la città. Lo scioglimento del comune per infiltrazioni mafiose- e non scendo nel merito della vicenda – prima di tutto è stata una grande ingiustizia che ha pagato la città. Elementi estremamente negativi -non sono nostri concittadini- che gravitano, però, nel nostro contesto, sarebbero felici di un ulteriore scioglimento pur di poter continuare a dire la loro e aspirare a ricoprire qualche incarico alla prossima tornata elettorale. Io penso che il fatto dello scioglimento sia stato un danno enorme, incalcolabile per la città, quindi non ho goduto quando magari avrei potuto marciarci sopra. È stata una iattura con effetti negativi incalcolabili e il tutto a spese della comunità. La legge -secondo me- va rivista totalmente, sia nella fase della prevenzione che nella “fase patologica” dello scioglimento. Io la penso esattamente come il dottor Gratteri sulla “fase patologica”: una volta che si arriva allo scioglimento -e secondo me per arrivare allo scioglimento i parametri da valutare devono essere molto più rigorosi- magari bisogna prevedere delle tappe intermedie prima di arrivare allo scioglimento, tipo una tappa intermedia potrebbe essere la rimozione del soggetto, ad avviso di una commissione, diciamo “pericoloso” per il tessuto amministrativo. Però, nel momento in cui si arriva al commissariamento lo Stato deve essere presente, deve fare il suo dovere, deve mostrare ai cittadini che le cose sono cambiate e che i servizi funzionano, che le regole vengono rispettate in modo scrupoloso per far capire la differenza che c’è sulla gestione che fa acqua da tutte le parti, corrotta e connivente con la criminalità organizzata e l’amministrazione guidata dallo Stato».

Quindi il suo giudizio sull’operato dei Commissari prefettizi è negativo?
«Che non abbiano fatto bene il loro lavoro è sentire comune, è sotto gli occhi di tutti. Mi dispiace dover tornare a parlare dei Commissari, perché sono comunque sempre dei rappresentanti dello Stato anche se non sono lo Stato. Ma se la mano dello Stato, se il servitore dello Stato non sa fare il suo non è necessariamente colpa dello Stato. La colpa dello Stato e dei parlamentari è quella di non avere coraggio di mettere mano a una legge che non va più bene. Il problema dello scioglimento è che è una iattura non per il politico colpevole coinvolto in loschi affari, bensì per la cittadinanza che lo paga a caro prezzo».

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Redazione
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