Il racconto, pubblicato nel 1929, è uno dei più importanti del Ciclo di Cthulhu
Per Lovecraft i terrori presenti nella nostra mente non sono altro che copie i cui archetipi sono in noi da sempre. Questi orrori, dunque, sono oltre il corpo e senza di esso sarebbero esistiti ugualmente
Il racconto appartiene al ciclo di Cthulhu ed è uno dei più importanti della serie. L’epigrafe posta all’inizio della vicenda riassume il grande tentativo di Lovecraft di abbandonare la realtà limitata del nostro Pianeta per attuare questo viaggio di scoperta e alienazione. Per Lovecraft i terrori presenti nella nostra mente non sono altro che copie i cui archetipi sono in noi da sempre. Questi orrori, dunque, sono oltre il corpo e senza di esso sarebbero esistiti ugualmente. L’intento di Lovecraft è quindi quello di comprendere la nostra pre-esistenza, è quello di gettare uno sguardo nell’oscuro regno delle tenebre prima della comparsa dell’uomo. La sua scrittura è un universo di memorie, fantasie, associazioni mentali, incubi, ed egli si è spinto in quelle esperienze e sensazioni che lo hanno portato a creare un immaginario mitologico e una particolare visione del cosmo. Nei suoi racconti più belli come questo, Lovecraft riesce sempre a creare un Universo dove i simboli rappresentano forme di pensiero: il simbolo non si esaurisce ma evocherà l’incubo, la contemplazione, la visione, l’abisso. In sostanza, il simbolo riporta alla luce qualcosa che è già in noi, pre-esiste al nostro mondo ed è inevitabile imbattersi nel terrore, nella visione di esseri mostruosi nascosti da milioni di anni che vivono nel nostro Pianeta. L’orrore è di antica origine ed è dunque spirituale.
Wilbur Whateley, di Dunwich (città immaginaria del Massachusetts), è il protagonista della vicenda. Wilburn è figlio di Lavinia Watheley, lievemente deforme, sciatta, con caratteristiche albine, e di un padre sconosciuto. Il bambino crescerà rapidamente, e comincerà ad aiutare suo nonno, accusato di magia nera, ad ampliare costantemente il fienile della fattoria, per contenere una creatura di cui non si conosce né la forma né il nome. Poi si verificheranno strani fatti: il nonno acquisterà numerosi capi di bestiame, ma il loro numero all’interno della fattoria sarà sempre basso; si vedranno strane luci e suoni della montagna. Alcuni anni dopo, suo nonno morirà di vecchiaia, mentre la madre morirà in circostanze misteriose.
Poi si viene a sapere che la versione del Necronomicon, ereditata dal nonno di Wilburn, è priva di alcune parti di cui ha bisogno per completare una cerimonia blasfema e antichissima. Pertanto Wilbur va a cercare la versione completa, che è alla Miskatonic University. Qui il Dr. H. Armitage gli permette di leggere il libro, ma legge un piccolo frammento della lettura e rimane terrorizzato da ciò che vorrebbe evocare Wilbur, e non gli permette di prendere il libro o copiare il frammento di cui aveva bisogno. Allora Wilbur decide di rubare il libro ma viene ucciso da un cane da guardia.
Quando il Dr. Armitage e i suoi colleghi vanno a vedere il cadavere, trovano uno strano corpo con molti tentacoli dove nella parte inferiore si trovavano degli zoccoli coperti da una pelliccia gialla, che nella parte superiore del corpo si trasformavano in scaglie. Il Dr. Armitage comincia a studiare lo strano libro e da qui ha inizio “l’orrore di Dunwich”. Ora che Wilbur è morto, nessuno si prende cura dell’essere che abita il fienile. Infine, una mattina il fienile di Watheley esplode, “la cosa”(invisibile ad occhio umano) comincia a devastare tutto. La città è terrorizzata per diversi giorni, fino a quando il Dr. Armitage, il professor Rice e il dottor Morgan giungono in città, spruzzano sul mostro una sostanza chimica e riescono a renderlo visibile per pochi attimi: è una creatura ciclopica informe, con numerosi tentacoli, con una testa gigantesca simile a quella umana con i connotati della famiglia Whateley. Alla fine, il mostro si rivela come il gemello di Wilbur, figlio di Yog-Sothoth e con il rituale mistico i tre dottori riescono ad eliminare la creatura. Un insolito finale per Lovecraft: il mostro viene sconfitto, eliminato, non sarà più in mezzo agli uomini, non si nasconderà più nelle viscere della Terra.