Il capolavoro del grande giallista statunitense è stato dato alle stampe nel 1928
L’investigatore dilettante Philo Vance, uno dei più celebri della letteratura poliziesca, si trova alle prese con un caso tra i più difficili da sbrogliare
Nel romanzo La fine dei Greene, forse il capolavoro di Van Dine, l’investigatore dilettante Philo Vance, uno dei più celebri della letteratura poliziesca, si trova alle prese con un caso tra i più difficili da sbrogliare. I Greene sono una delle famiglie più in vista di Manhattan, e in base alle disposizioni del vecchio Tobias – il padre deceduto anni prima – tutti i membri della famiglia devono restare sotto lo stesso tetto per almeno venticinque anni dopo la sua morte, pena la perdita dell’eredità. Così nella sontuosa dimora vivono la vedova, costretta su una sedia a rotelle, e i cinque figli: Sibella, Julia, Chester, Rex e Ada, l’unica ad essere stata adottata. La storia inizia all’indomani di una drammatica notte, quando quello che si pensa essere un ladro è penetrato nella casa sparando a due delle sorelle: Julia viene uccisa, mentre Ada riporta una ferita. Philo Vance, il raffinato e acuto investigatore dilettante, nota una semplice stranezza: perché il ladro non ha rubato gli argenti esposti nella sala a pianterreno ed è salito al primo piano per far fuoco sulle due donne? Seguiranno altri delitti e tanti colpi di scena. L’assassino è persona ingegnosa, fredda, malvagia, solo Vance riuscirà a fermarlo (almeno in parte) dal suo macabro disegno. Un po’ Holmes, un po’ Poirot, Philo Vance è un personaggio riuscitissimo. Van Dine narra come sempre i suoi gialli in prima persona. Le prime duecento pagine sono un capolavoro, il finale è bello, anche se come in molti altri romanzi di questo autore non sempre entusiasmante. Un lettore attento e ben allenato ai gialli scoprirebbe prima del tempo l’assassino. La fine dei Greene ricorda naturalmente Dieci piccoli indiani: decisamente più avvincente il romanzo della Christie. Consiglierei la lettura di tutti i romanzi di Van Dine, autore nell’Olimpo del genere poliziesco.