Emergenza ambientale al porto di Tropea
L’opinione dell’Avv. Giovanni Macrì, Consigliere Provinciale Pdl
Emergenza ambientale al porto di Tropea
Mi ero promesso che, sino all’udienza del prossimo 7 aprile, giorno in cui il Tar sarà chiamato a pronunciarsi sul ricorso elettorale che verosimilmente metterà la parola fine all’infelice esperienza Repice, mi sarei astenuto da qualsiasi forma di intervento sull’attività amministrativa del Comune di Tropea.
Tuttavia l’assordante silenzio calato sui gravissimi fatti che sotto l’occhio vigile del Sindaco Repice si consumano ormai quotidianamente al porto di Tropea, uniti alla più totale inerzia dell’azione comunale, mi costringono ad infrangere il proposito con l’auspicio che la mia denuncia venga raccolta.
Ebbene, a far data 18.02.2011, giorno in cui si è verificata l’ultima precipitazione meteorica da tanti impropriamente definita “alluvione”, nella città di Tropea è esplosa un’autentica emergenza ambientale che, oltre a compromettere la già precaria situazione edilizia subita dai nostri bambini delle scuole dell’infanzia ed elementari, ha coinvolto l’impianto di depurazione denominato “Le Grazie” ed in particolare la rete – condotte e stazioni di sollevamento – che lì conduce i liquami. Da quel giorno – e non da meno di una settimana per come erroneamente indicato in un recente articolo – a causa dell’avaria dell’impianto e più in particolare della rete di collettamento, buona parte degli scarichi fognari (trattasi di fogna le analisi ARPACAL confermano la presenza di 3.500.000 e. coli per cm3, oltre a prodotti tensioattivi e fosforo) di Tropea vengono riversati nello specchio d’acqua del porto turistico ed in particolare, all’interno della banchina commerciale che è si è trasformata in un’autentica cloaca. Il tutto per la gioia dei pescatori e dell’utenza in genere.
Ci saremmo attesi un intervento fulmineo del Sindaco anche perché la legge, il testo unico sugli Enti Locali, è sufficientemente chiaro, gli attribuisce con la competenza ad adottare provvedimenti necessari a prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana, anche le conseguenti responsabilità civili e penali. Era ipotizzabile, infatti, che Repice, forte delle sue ormai proverbiali capacità manageriali e delle sue entrature in seno alla Regione Calabria, in un battito di ciglia trovasse la soluzione al problema ovvero, in alternativa, si strappasse le vesti pubblicamente in segno di lutto e di indignazione verso chi lo aveva lasciato solo.
Ed invece nulla di tutto questo!
Effettivamente, In barba alle emergenze, lo abbiamo visto, prima, felice e spensierato festeggiare, in compagnia dei suoi accoliti, i tre giorni del carnevale tropeano avvinghiato a tre gentilissime signorine accorse, niente popò di meno, dal Brasile. Il tutto per la modica cifra di € 40.000,00 in buona parte coofinanziata, chissà perché, dall’Assessorato Regionale alle Attività Produttive. Quindi fare rientro alla cara Torino, nel suo comodo appartamento ad equo canone, per ricaricare le pile, nella presunzione di poter comunque gestire l’emergenza in video conferenza.
Or dunque, auspico che i consiglieri di maggioranza maturino uno scatto di orgoglio e di dignità e prima ancora che il Tar metta la parola fine all’infelice esperienza che ha letteralmente devastato la nostra cittadina prendano atto dell’inadeguatezza ed incapacità di quell’uomo che, presentatosi alla cittadinanza come il messia, il risolutore di ogni problema, ad oggi, a parte chicchere e qualche modestissimo intervento, peraltro abusivo, realizzato per iniziativa di privati, assolutamente nulla di concreto ed al tempo stesso di lecito, ha prodotto per la nostra comunità. Purtroppo ancora non ci si rende conto di quanto sia grave la situazione che ha determinato e di quanto siano concreti i rischi di bucare l’imminente stagione estiva, diversamente non sarebbero spiegabili il silenzio e i ritardi accumulati.
Avv. Giovanni Macrì
Consigliere Provinciale Pdl
Componente della Direzione Regionale del Pdl