Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
L’elemosina.
Nel Giubileo della Misericordia trova grande spazio il tema dell’elemosina come aspetto essenziale della misericordia. Papa Francesco nella catechesi generale del 9 aprile scorso diceva: “Può sembrare una cosa semplice fare l’elemosina, ma dobbiamo fare attenzione a non svuotare questo gesto del grande contenuto che possiede. Infatti, il termine ‘elemosina’, deriva dal greco e significa proprio ‘misericordia’. – L’elemosina, quindi, dovrebbe portare con sé tutta la ricchezza della misericordia. E come la misericordia ha mille strade, mille modalità, così l’elemosina si esprime in tanti modi, per alleviare il disagio di quanti sono nel bisogno”.
La storia di oggi è come un ammonimento per tutti.
♦ Un giorno di molto tempo fa, in Inghilterra, una donnetta infagottata in un vestito lacero percorreva le stradine di un villaggio, bussando alle porte delle case e chiedendo l’elemosina.
Molti le rivolgevano parole offensive, altri le incitavano contro il cane per farla scappare. Qualcuno le versò in grembo tozzi di pane ammuffito e patate marce.
♦ Solo due vecchietti fecero entrare in casa la povera donna.
«Siediti un po’ e scaldati», disse il vecchietto, mentre la moglie preparava una scodella di latte caldo e una grossa fetta di pane.
Mentre la donna mangiava, i due vecchietti le regalarono qualche parola e un po’ di conforto.
♦ Il giorno dopo, in quel villaggio, si verificò un evento straordinario.
Un messo reale portò in tutte le case un cartoncino che invitava tutte le famiglie al castello del re.
L’invito provocò un gran trambusto nel villaggio, e nel pomeriggio tutte le famiglie, agghindate con gli abiti della festa, arrivarono al castello.
Furono introdotti in una imponente sala da pranzo e ad ognuno fu assegnato un posto.
♦ Quando tutti furono seduti, i camerieri cominciarono a servire le portate.
Immediatamente si alzarono dei borbottii di disappunto e di collera. I solerti camerieri infatti rovesciavano nei piatti bucce di patata, pietre, tozzi di pane ammuffito.
Solo nei piatti dei due vecchietti, seduti in un angolino, venivano deposti con garbo cibi raffinati e pietanze squisite.
♥ Improvvisamente entrò nella sala la donnetta dai vestiti stracciati. Tutti ammutolirono.
«Oggi – disse la donna – avete trovato esattamente ciò che mi avete offerto ieri».
Si tolse gli abiti malandati. Sotto indossava un vestito dorato. Era la Regina.
(fonte: Bruno Ferrero, Cerchi nell’acqua).