La Lega Navale Italiana si schiera dalla parte degli utenti
Barone Adesi, rivolge
un appello a tutte le Autorità
Un manifesto è stato affisso sulle
mura della città
di Vittoria Saccà
foto Salvatore Libertino
Il progressivo strangolamento della nautica tropeana, - prosegue la missiva - cominciato prima con la mancata previsione di spazi per i residenti in sede di costituzione della società mista da parte dell’Amministrazione dell’epoca, si è concretizzato poi all’indomani dell’entrata in funzione del servizio porto nel luglio 2003: molti diportisti e piccoli pescatori (un centinaio circa) hanno dovuto rinunciare a coltivare l’hobby della pesca o ad integrare le scarse risorse familiari con il ricavato di un poco di pesce, non potendo sopportare le esose tariffe (il doppio di un normale porto pubblico ed anche di qualche porto privato) praticate dal gestore che non offriva in cambio nessun servizio, trova oggi in questa statuizione forse il disastroso epilogo di un disegno diretto a cacciare dal porto di Tropea i Tropeani.
Il raddoppio delle tariffe delle imbarcazioni fino a sei metri – si legge inoltre - infatti costringerà i pochi proprietari di piccole barche, sopravvissuti all’iniziale sterminio determinato dall’entrata in funzione del porto, la cui concessione è stata data senza gara e che ci auguriamo abbia termine definitivamente prima della fine del corrente anno, a tirarle in secco”.
Barone Adesi, quindi, rivolge un appello a tutte le Autorità in indirizzo “affinché, ognuno per la propria parte, facciano cessare questo stillicidio della fine dei piccoli natanti, revocando la concessione alla attuale società di gestione ed affidando più opportunamente il servizio al Comune di Tropea che certamente saprà gestire prima di tutto in favore dei residenti, praticando tariffe agevolate come succede altrove, e successivamente comunque beneficerà del ricavato devoluto per intero nelle casse comunali.
E’ assurdo – sottolinea dunque - che un’opera di tale importanza costruita dalla Regione con finanziamenti pubblici, attesa dai tropeani per più di venti anni e per la quale hanno dovuto rinunciare ad una delle più belle spiagge, oggi che è realizzata, si ritorca contro di loro per sostenere l’interesse del privato.
E’infine ferma convinzione di questa Sezione – conclude la missiva - che l’intervento sollecitato varrà certamente ad allocare ed impiegare la predetta risorsa pubblica innanzitutto in favore della collettività.
In attesa di un autorevole riscontro che vada in direzione della crescita non del depauperamento della nautica, si porgono i più distinti saluti.”
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www.tropeaedintorni.it febbraio 2006 |