Attualità Politica

Legalità e futuro di Tropea: intervista all’ Ex Consigliere Pietropaolo

Abbiamo intervistato l’ex consigliere comunale Pietropaolo Massimo Cono, che ci ha espresso la sua opinione sulla recente sentenza del TAR

La recente sentenza ha evidenziato che l’ex sindaco Giovanni Macrì è stato condizionato in più occasioni dalla criminalità organizzata

#tropeanite-Massimo- Cono-Pietropaolo

In merito alle evidenze emerse dal TAR sull’ex amministrazione Macrì e i rapporti con la criminalità organizzata, come valuta queste dinamiche?
“Sono passaggi importantissimi quelli messi nero su bianco dai giudici amministrativi del Tar del Lazio che hanno analizzato dettagliatamente tutti i rapporti controindicati contenuti nella relazione di scioglimento della Prefettura di Vibo e del Ministero dell’Interno ed hanno chiaramente indicato quelli che – a norma di legge – sono i comportamenti che un amministratore pubblico non dovrebbe mai tenere e anche tutti gli atti che non si dovrebbero mai adottare. Non è solo una questione di rispetto della legge che regolamenta lo scioglimento per infiltrazioni mafiose degli enti locali, ma anche della stessa Costituzione Repubblicana, carta-madre superiore alla quale devono adeguarsi tutte le leggi di rango inferiore. L’articolo 54 della Costituzione recita che: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Disciplina ed onore, dunque, ed ecco perché la legge che regolamenta lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dei Comuni prende in considerazione anche quei comportamenti degli amministratori – magari anche penalmente non rilevanti – incapaci di tenere lontana la criminalità organizzata dal Municipio finendo, di fatto, per svilirne il prestigio; inoltre nel tentativo di evitare tutto questo, nel comporre le liste del 2018, si sarebbe dovuto tenere conto anche delle evidenze emerse nella precedente relazione di scioglimento per infiltrazioni mafiose del 2016”.

Secondo lei, la popolazione è stata tenuta all’oscuro da legami opachi tra istituzioni e attività illecite durante quel periodo?
“Sicuramente c’è stata una narrazione unilaterale attuata furbescamente dall’ex sindaco Macrì attraverso l’invio quasi quotidiano a tutti gli organi di informazione di comunicati stampa autocelebrativi inviati da un’agenzia di stampa – la Lenin Montesanto – pagata proprio per questo dal Comune e quindi con soldi pubblici di tutti i cittadini, con circa 15mila euro l’anno, come risulta dalle delibere pubblicate sull’Albo pretorio. Tale “bombardamento” quotidiano di comunicati stampa nei quali in pratica gli ex amministratori si applaudivano da soli, e spesso vendevano fumo, ha contribuito a creare un castello immaginario esistente solo nella mente dell’ex sindaco, ma che si è sbriciolato alla prova dei fatti e, certamente, è servito per distrarre la popolazione dalla giusta visione su alcuni legami opachi e appalti affidati – come sottolineato dal Tar – sempre alle stesse ditte, violando la concorrenza e il principio della rotazione, e favorendo – lo sostiene sempre il Tar in sentenza – anche ditte vicine ai clan. Si apprende dalla relazione di scioglimento e dal Tar che ben 110 affidamenti diretti sono andati sempre alla stessa ditta e 61 ad una seconda ditta. Questo in un Comune con un’amministrazione diligente non è possibile”.

Quali conseguenze ha prodotto, a suo avviso, questa gestione sul tessuto sociale ed economico della città?
“Tale modus operandi ha avuto conseguenze nefaste sul tessuto sociale ed economico della città perché ha fatto credere ai cittadini l’esistenza di un qualcosa in realtà esistente solo nei comunicati stampa, ma concretamente assente nei fatti. Una disinformazione permanente, attuata strategicamente dal sindaco per allontanare la discussione dai veri problemi di Tropea, indebolendo il tessuto economico che non può reggersi solo sulla propaganda fine a sé stessa. Si è assistito ad una sorta di “lavaggio del cervello” e delle coscienze che ha solo allungato nel tempo una “resa dei conti” inevitabile da parte dello Stato che ha alla fine presentato il conto: Commissione di accesso agli atti, Comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica – costituito dai vertici provinciali di polizia, carabinieri e guardia di finanza allargato ai procuratori di Vibo e Catanzaro – prefetto di Vibo, ministro dell’Interno, Consiglio dei ministri, Presidenza del Consiglio dei ministri, Presidenza della Repubblica ed ora anche la magistratura del Tar. Tutti concordi nell’affermare una cosa sola: l’amministrazione capeggiata dall’ex Sindaco Macrì andava sciolta per infiltrazioni mafiose”.

Alla luce di quanto accaduto, quali interventi urgenti ritiene indispensabili per ristabilire fiducia e legalità a Tropea?
“Occorre urgentemente dire la verità e non nascondere né la relazione di scioglimento, né la sentenza del Tar. I cittadini devono conoscerla, devono leggerla, capirla e studiarla per farsi un’idea chiara e precisa di come è stata amministrata la cosa pubblica in questi anni a Tropea e perché alcune persone non possono fare politica. Solo attraverso un dibattito ampio e partecipato da parte di tutti i cittadini, gli operatori economici, le forze produttive sane, i professionisti e coloro che lavorano onestamente, e non nascondendo la testa sotto la sabbia, si potrà riaffermare la vera legalità a Tropea. Basta con attacchi quotidiani, spropositati e infondati, da parte degli ex amministratori sciolti per mafia nei confronti dei commissari prefettizi. Non è possibile che chi non la pensa come l’ex sindaco Macrì debba costantemente essere sottoposto ad attacchi verbali e insulti. Non è possibile che o la si pensa come lui o sono tutti degli incapaci che vogliono il male di Tropea. Non è possibile che l’ex sindaco non accetti le regole della democrazia e, dinanzi a tutti gli organismi dello Stato che sinora gli hanno dato torto, reagisca chiedendo l’abolizione della legge che regolamenta lo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose. E’ come se un calciatore non accettasse la sconfitta sul campo contestando, solo a fine gara, che il goal da calcio d’angolo per lui non vale”.

Quale promessa vuole fare alla comunità per superare questa pagina critica della storia cittadina?
“La promessa che mi sento di fare è quella di non nascondermi verso tutti coloro che chiederanno il mio contributo per la risoluzione concreta dei problemi della città. Questa pagina critica si supera solo parlandone, informandosi, leggendo. E’ necessario ed imprescindibile che ogni cittadino si scarichi e perda un’oretta del suo tempo per leggere pagina per pagina tutta la sentenza del Tar. Solo la reale conoscenza di ciò che è accaduto può impedire che si ripetano in futuro gli stessi errori. Le mafie in generale, e gli amministratori che hanno permesso le infiltrazioni mafiose nei Comuni in particolare, si fanno forti proprio di questo: dell’ignoranza della popolazione, ignoranza intesa come mancata conoscenza dei fatti reali, affidando le loro informazioni solo alle voci di strada. Invito, pertanto, ogni tropeano a ragionare con la propria testa, a non farsi più fuorviare dalla propaganda interessata da parte degli ex amministratori finalizzata a nascondere i fatti, ma a leggere la sentenza del Tar che, come organo di informazione, avete fatto benissimo a pubblicare integralmente permettendo ad ogni utente on line di scaricarla e leggerla autonomamente”.

In che modo intende contribuire personalmente alla ripartenza etica e istituzionale del territorio?
“Darò il mio contributo di idee e proposte per il rilancio del territorio iniziando dalla selezione di una classe dirigente che abbia davvero a cuore l’amministrazione della cosa pubblica nel solco della legalità e lontana da legami discutibili. Dopo la sentenza del TAR del Lazio, nel caso in cui tale sentenza divenisse irrevocabile a seguito del ricorso, molto probabile, dell’ex Sindaco al Consiglio di Stato, mi auguro che si faccia avanti una proposta politica alternativa portata avanti da una classe dirigente libera da legami e collegamenti con la criminalità organizzata. Non è più il tempo per compromessi e vie di mezzo. Occorre recidere alla radice con certi fenomeni, consapevoli che per fortuna il nome di Tropea resiste a livello internazionale come meta turistica anche a prescindere dalle sorti del Municipio che merita però una guida lontana da ambienti opachi. In questa prospettiva chiedo ringraziandoli per il lavoro fin qui svolto, ai Commissari prefettizi, Roberto Micucci, Vito Turco e Antonio Calenda di continuare a fare ogni sforzo per appaltare i lavori delle opere pubbliche già finanziate: il restauro di Palazzo Giffone che sarà la casa della cultura tropeana, la ristrutturazione delle case popolari di proprietà del Comune di Tropea per le quali sono stati destinati venti milioni di euro complessivamente, la costruzione dell’area sportiva polifunzionale in contrada campo superiore che dispone di due milioni e quattrocentomila euro di finanziamento, e dell’ascensore che da piazza Cannone condurrà alla spiaggia prospiciente Santa Maria dell’Isola, opera che ammonta a due milioni e seicentomila euro finanziati con il fondo di Coesione sociale al tempo della sottosegretaria del Governo Draghi, on. Dalila Nesci. Infine mi preme ringraziare di cuore l’ex Prefetto di Vibo Valentia il dottor Giovanni Paolo Grieco per l’opera di pulizia amministrativa da lui fortemente voluta in tutta la provincia vibonese, ASL compresa. Colgo inoltre l’occasione per augurare buon lavoro al nuovo Prefetto di Vibo, la dottoressa Anna Aurora Colosimo con cui ho avuto l’onore e il piacere di interloquire quando svolse il ruolo di commissario prefettizio del Comune di Tropea”.

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Daniela Stroe
Appassionata di fotografia e video, esperta in social media e comunicazione, giornalista pubblicista iscritta nell'albo professionale dell'ordine dei Giornalisti della Calabria è collaboratrice di Tropeaedintorni.it, testata per la quale cura i network collegati al sito e realizza articoli, reportage fotografici e video.