E’ partito il nostro Don Chisciotte della Mancia, alla ventura del suo mondo immaginario così fantastico. Pur disconoscendo ciò che il destino ha in serbo per lui, si è messo in viaggio, per riparare i torti che ai suoi fedelissimi impone questo mondo barbaro. Così, il nostro cavaliere errante ha irretito con sogni e promesse e poi trascinato con sé gli innocenti del posto, fondando un esercito di Sancio Panza, che sperano di poter mettere un giorno il becco nel governo del regno dell’Isola. Eccolo allora, al comando dei suoi fedeli scudieri, ai quali assegna diversi compiti – a chi quello di palafreniere, a chi di valletto d’armi –, il nostro difensore degli oppressi, inventarsi nemici grandi e piccini. Eccolo correre contro i giganti dalle braccia rotanti, nascostisi dietro le sembianze di mulini a vento, rei d’aver imposto gabelle insostenibili nel suo reame e perciò altresì colpevoli di gravare pesantemente sulla già asfittica economia del posto. Eccolo ancora scagliarsi temerario contro l’esercito dei nemici, fintisi gregge di pecore per poter disturbare indisturbati la quiete pubblica coi propri belati assordanti. Il nostro Cavaliere dalla Trista figura (così si chiamerà a causa della perdita di due denti), prosegue imperterrito, liberando due santi galeotti dall’opprimente prigionia imposta loro dalle guardie. Ma eccolo di nuovo, a lamentarsi del male che gli vogliono gli incantatori, apparsigli sotto le sembianze di tre contadinelle, che portano astio e cattiveria nei suoi confronti. Ce la farà il nostro prode cavaliere, tornato infine al villaggio, a non perire anche questa volta? Non importa.Quel che importa, per il nostro Alonso, è combattere per i propri sogni fino alla fine.
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