Questo mese dobbiamo fare i conti con i danni causati dal maltempo. Per fortuna, anche se il resoconto è lungo, la situazione non ha raggiunto un epilogo tragico. C’è da chiedersi se, per vedere interventi adeguati, debba scapparci per forza il morto. Il fatto è che non possiamo dare la colpa ai politici (che, in momenti come questi, si limitano a fare qualche passerella), perché la responsabilità è solo nostra. Sì, è di noi elettori la colpa se i rappresentanti che abbiamo scelto nel passato e nel presente non si occupano di curare gli alvei delle fiumare, lasciano in uno stato di abbandono i fossi, non si preoccupano di monitorare lo stato di salute delle colline, che subiscono continui incendi d’estate, o se, ancora, le autorizzazioni edilizie vengono concesse con leggerezza. Quando arriva il periodo delle elezioni, ci lasciamo prendere da una strana smania febbrile. Ci schieriamo con questo o quell’altro, perdendo il nostro senso critico, come si trattasse di una partita di pallone o, peggio, come fosse la guerra definitiva tra il bene e il male. In palio, però, non c’è alcun trofeo, e quando le nostre aspettative vengono (puntualmente) deluse, ci ritiriamo in una inutile apatia, meditando di non commettere più un simile errore in futuro.
Per riuscire a raggiungere un grado superiore come cittadini-protagonisti, bisogna prendere coscienza del fatto che, al momento del voto, i vari pregiudizi vanno messi da parte, perché le preferenze devono essere fondate soltanto sul valore reale e sul merito personale. Solo quando ci esprimeremo in questo modo avremo la garanzia di esser serviti bene, di non doverci vergognare dei nostri politici, e riusciremo soprattutto a far sì che la politica, intesa come “Arte” del buon governo, non venga disprezzata. Continuiamo ad andare contro corrente, quando sarebbe più facile seguire la direzione tracciata dalla natura…