Attualità

LE SACRE CENERI IN TEMPO DI CORONAVIRUS

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Le sacre Ceneri in tempo di coronavirus.

– Con il Covid ancora in circolazione, quest’anno il rito delle Ceneri è un po’ modificato; ma il significato resta lo stesso, anzi si carica delle tante sofferenze che l’umanità sta vivendo.
– “Convertitevi e credete al Vangelo» ci verrà detto nel ricevere sul capo le sacre ceneri. Se c’è desiderio di sincera conversione, avremo il perdono dei nostri peccati.
– Quanto è potente l’azione di Dio nella nostra vita! Il nostro Signore è capace di cancellare le nostre iniquità, di lavarci interamente dalle nostre colpe, di renderci puri dal nostro peccato. Anzi, è capace di creare in noi un cuore nuovo.
– E come avviene quest’opera meravigliosa noi lo sappiamo: «Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore» (2Cor 5,21). Gesù crocifisso e abbandonato ha preso su di sé ogni miseria umana.
– Iniziamo oggi il cammino quaresimale. Le opere penitenziali proposte da Gesù – digiuno, elemosina e preghiera – vanno prese sul serio. La vita cristiana esige l’autentico coinvolgimento di tutta la nostra persona: pensieri, desideri, corporeità, comunione e relazione con gli altri e con Dio.

In preghiera accogliendo le ceneri e il perdono.
♦ Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità.
♦ Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro.
♦ Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi.
♦ Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto.
♦ Crea in me, o Dio, un cuore puro, /rinnova in me uno spirito saldo.
♦ Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito

O Dio, che hai pietà di chi si pente e doni la tua pace a chi si converte, ascolta con paterna bontà le preghiere del tuo popolo e benedici noi, tuoi figli, che riceveremo l’austero simbolo delle ceneri, perché, attraverso l’itinerario spirituale della Quaresima, giungiamo completamente rinnovati a celebrare la Pasqua del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. – Amen.
– Convertitevi e credete nel Vangelo. – Oppure
– Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai.

Con questo rito, o Padre, iniziamo solennemente la Quaresima e invochiamo la forza di astenerci dai nostri vizi con le opere di carità e di penitenza per giungere, liberati dal peccato, a celebrare devotamente la Pasqua del tuo Figlio. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. – Amen.

Covid, la piccola modifica del rito delle Ceneri.
♦ La Congregazione per il Culto Divino ha pubblicato una nota che precisa le modalità che dovranno seguire i sacerdoti durante la celebrazione che apre la Quaresima: mascherina e formula recitata una volta sola.
♦ La situazione sanitaria causata dal coronavirus continua a richiedere una serie di attenzioni che si riflettono anche in ambito liturgico. Perciò la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha reso note le disposizioni cui dovranno attenersi i celebranti nel rito di imposizione delle Ceneri.
Dopo aver benedetto le ceneri e averle asperse con l’acqua benedetta, il sacerdote si rivolge ai presenti recitando “una volta sola per tutti” la formula come nel Messale Romano: “Convertitevi e credete al Vangelo», oppure: “Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai”.

Quindi il sacerdote asterge le mani e indossa la mascherina a protezione di naso e bocca, poi impone le ceneri a quanti si avvicinano a lui o, se opportuno, egli stesso si avvicina a quanti stanno in piedi al loro posto”.
Il sacerdote “prende le ceneri e le lascia cadere sul capo di ciascuno, senza dire nulla”.

Ricominciare il cammino dalla nostra polvere.
Una “seconda creazione”
Il cammino quaresimale inizia con il rito delle ceneri e con l’invito alla conversione, mediante le parole racchiuse nelle due formule tra cui il sacerdote può scegliere e che rivolgerà a tutti.
La formula «Ricordati, uomo, che polvere tu sei e in polvere ritornerai» ci riporta al momento della creazione, quando Dio «plasmò l’uomo con polvere del suolo» (Gen 2,7). La polvere/cenere è l’immagine della nostra condizione umana, resa debole e fragile dal peccato. È anche l’immagine che ci ricorda il nostro ritorno alla terra «perché dalla terra sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai» (Gen 3,19).
♦ Dal profondo di questa sua condizione, breve come un soffio, senza consistenza e stabilità come un’ombra («L’uomo è come un soffio, i suoi giorni come ombra che passa»: Sal 144,4), l’uomo della Bibbia invoca Dio come sua “roccia”, “rupe”, “sostegno”: «Sii per me una roccia di rifugio, un luogo fortificato che mi salva… perché mia rupe e mia fortezza tu sei» (Sal 31,3-4).
Anche noi oggi, dal profondo delle ferite dei nostri peccati, invochiamo da Dio il suo ascolto e il dono del suo amore misericordioso che ci guarisce con la grazia del perdono: «Dal profondo a te grido, Signore; Signore ascolta la mia voce» (Sal 130,1-2).
♦ L’altra formula è «Convertitevi e credete nel Vangelo».
La mano del sacerdote che depone la cenere sul nostro capo, richiama la mano di Dio Creatore che, con questo rito, ci crea una seconda volta “dalla polvere e ci rende capaci di camminare verso la Pasqua di Gesù.
Questa “seconda creazione” è la nostra conversione, che ci apre al Vangelo di Gesù e ai fratelli della comunità con le opere della carità e della solidarietà verso tutti.
(don Primo Gironi, ssp,biblista)

Quest’anno il rito delle Ceneri è un po’ modificato, ma il significato resta lo stesso, anzi si carica carico delle tante sofferenze che l’umanità sta vivendo. – “Convertitevi e credete al Vangelo» ci verrà detto nel ricevere sul capo le sacre ceneri. Se c’è desiderio di sincera conversione, avremo il perdono dei nostri peccati. – – Inizia oggi il cammino quaresimale. Le opere penitenziali proposte da Gesù – digiuno, elemosina e preghiera – vanno prese sul serio. La vita cristiana esige l’autentico coinvolgimento di tutta la nostra persona: pensieri, desideri, corporeità, comunione e relazione con gli altri e con Dio.

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