Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Le rose di S. Elisabetta.
Le vite dei Santi sono come tante miniere in cui si può trovare il tesoro che cerchiamo: nelle loro parole, ma soprattutto nei loro esempi. Ci sono santi e sante appartenute alla nobiltà, ma santi e umani come quelli del popolo. Bisogna imparare da loro. – Tutti, anche i ricchi, a volte hanno bisogno di qualcosa e la chiedono (a Dio, alla Madonna, ai Santi…). Se tutti ci sentiamo in “diritto di chiedere”, tutti dovremmo sentirci in “diritto di dare”, senza fastidio.
S. Elisabetta, principessa ungherese e langravia [contessa] di Turingia (1207–1231), al tempo della grande carestia che nel 1324 desolò la Germania, distribuiva grandi quantità di viveri ai poveri. Il marito a volte ne provava fastidio.
Un giorno che se ne andava alla porta del suo palazzo, col grembiule pieno di pane, uova e carne per donarle ai mendicanti, fu fermata da suo marito che le chiese: «Fammi vedere quello che hai nel grembiule».
Ed appena S. Elisabetta aprì il grembiule, il conte vi vide splendide rose bianche e rosse e non poteva riprendersi dalla meraviglia, poiché non era quello tempo di fiori.
D’allora in poi non ebbe più nulla a ridire sulla liberalità caritativa della sua consorte.
Un significato di questa storia? – Le rose hanno le loro spine, ma sono fortemente gradite per il loro odore; lo stesso è delle elemosine: ci costano qualche sacrificio, ma ci arrecano gioia eterna.
Bibbia. Dal libro di Tobia.
Figlio, dei tuoi beni fa’ elemosina. Non distogliere mai lo sguardo dal povero, così non si leverà da te lo sguardo di Dio. La tua elemosina sia proporzionata ai beni che possiedi: se hai molto, dà molto; se poco, non esitare a dare secondo quel poco. Così ti preparerai un bel tesoro per il giorno del bisogno, poiché l’elemosina libera dalla morte e salva dall’andare tra le tenebre.
Per tutti quelli che la compiono, l’elemosina è un dono prezioso davanti all’Altissimo. (4,7-11).