Riceviamo e pubblichiamo
“La politica è sì pluralità di idee, diritto di replica, ma è soprattutto impegno, storia, cultura, memoria”
Credo che non tutti percepiscano il momento difficile che stiamo attraversando, o quanto meno, molti subiscano gli effetti della crisi economica e politica che così tanto ha destabilizzato le fasce più deboli della popolazione, ma è mancata la lucidità, nell’analisi delle cause e delle possibili soluzioni credibili. Quando in un paese, i giovani non appaiono avere garanzie di un futuro lavorativo, i soldi non bastano per arrivare a fine mese, la bussola della democrazia sembra vacillare ed il canto delle sirene di passaggio, ammalia, così come chi grida più forte o premette di più. Siamo seri, la politica è sì pluralità di idee, diritto di replica, ma è soprattutto impegno, storia, cultura, memoria.
Non ci si può permettere di cadere nella rete di chi vuol far credere che tanto la politica è tutta uguale, cioè sporca, corrotta; bisogna fare dei distinguo, avere il coraggio di additare i corrotti e i corruttori, la cultura del “tutto si può comprare” , ma salvare le idee sane e le persone pulite.
Malgrado tutti gli sforzi fatti nel 2012 siamo ancora in una situazione molto complicata, per questo è urgente dare una prospettiva politica forte e convincente al nostro Paese, che abbia rigore di intenti e di progetti e possa offrire un orizzonte di speranza e di costruzione del futuro. Bisogna conquistare la fiducia dei mercati con un progetto politico che sia in grado di garantire la serietà dell’azione di governo da una parte ed avere respiro e tempo per promuovere la crescita dall’altra.
Contro questo progetto si scatena un’offensiva da vari fronti. C’è chi vuole sbriciolare tutto e gettare il Paese nel caos, è l’antipolitica che appare con forma e leader sempre diversi. E’ un fenomeno ricorrente nella storia italiana. Ci sono, infine, forze che vogliono cogliere l’occasione della crisi per spostare il potere dalle istituzioni democratiche e dalla politica verso altri poteri, sono quelli che puntano allo sfascio, rendendo il paese più debole e appetibile. Ci sono tanti pezzi pregiati della nostra economia che fanno gola. Se questo paese non è in grado di difendersi, se si disgregano le sue istituzioni, se la politica perde la credibilità, è più facile impadronirsi dell’Eni, dell’Enel e di tante altre aziende in grado di primeggiare sul mercato mondiale. Oggi più che mai è il momento di serrare le fila, di fare muro contro l’avanzare della crisi economica e delle facili promesse populiste. Ci sono momenti in cui si discute, si disputa la leadership, ci si confronta, si analizza il rapporto di forza tra le diverse posizioni interne, si lascia correre l’ambizione personale. Questo è fisiologico e comprensibile e fa parte della logica del confronto e della democrazia. Ma adesso è diverso: siamo in una crisi drammatica, che non è solo italiana, per questo penso che un partito come il PD, che è il maggiore partito italiano, il cui leader è stato legittimato dalla primarie, debba spendersi per salvare il paese, accantonando problemi che potranno essere affrontati dopo, quando grazie al nostro contributo, saremo finalmente fuori dalla crisi. Ora è il momento di chiamare a raccolta chi è pronto a condividere le responsabilità di governare il Paese per invertire la deriva del declino e rimettere in movimento le energie migliori della società.
Domenico Tropeano
Già consigliere comunale Comune di Tropea