Fede e dintorni

Le guerre non risparmiano i bambini

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Le guerre non risparmiano i bambini.

– L’odio dei grandi non risparmia i piccoli. Il bombardamento russo di un ospedale pediatrico in Ucraina mostra l’atrocità di tutte le guerre.
– I bambini continuano a soffrire e morire in tante parti del mondo, come in Siria, Yemen, Etiopia, Mali e altrove. Erode è sempre vivo e uccide senza pietà.
– «In Ucraina scorrono fiumi di sangue e di lacrime. Non si tratta solo di un’operazione militare, ma di guerra, che semina morte, distruzione e miseria». E che non risparmia neppure i bambini.
– Dall’inizio dell’invasione russa, infatti, almeno 40 minori sono stati uccisi e più di 50 sono rimasti feriti. Mentre oltre un milione sono già fuggiti nei Paesi vicini. – Queste immagini che giungono dall’Ucraina ci sconvolgono. Sono quelle di un teatro di guerra. Scene di morte, di dolore, di paura. – E ci colpisce il veloce e interminabile esodo di un popolo di donne, di bambini e di anziani (agli uomini tra i 18 e i 60 anni è proibito lasciare il Paese) che si muove in diverse direzioni, nei “corridoi umanitari”.- Gli uomini sono in minoranza, i bambini sono tantissimi, le donne li accompagnano per mano, i vestiti sono caldi, le valigie nuove, ci sono gli animali di compagnia, i computer, i passeggini… Un mondo precipitato nella barbarie della guerra… Una condizione impensabile fino al suo scoppio.

La violenza sui più deboli.
♦ Le guerre colpiscono tutti, ma le vittime principali restano sempre i bambini. Il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol è uno dei tanti esempi della disumanità della guerra.
L’innocenza sgomenta degli occhi dei piccoli di fronte al mistero del male conosciuto troppo presto rivela tutta l’atrocità dei conflitti.
♦ La cattiveria dei grandi non risparmia i bambini. Nella Bibbia il Salmo 137 mostra fino a dove possa arrivare l’odio degli adulti contro il proprio nemico: “Beato chi afferrerà i tuoi piccoli e li sbatterà contro la pietra”.
I bambini sono tutti uguali, in Ucraina come in Etiopia, in Siria come nello Yemen o in Afghanistan, in Mali, nel Myanmar e come in tutte le guerre della storia.
Continuano a morire, a fuggire, ad essere usati e sfruttati in mille modi. Il piccolo Alan Kurdi, riverso su una spiaggia turca in fuga dal conflitto siriano, nel suo silenzio assordante continua a gridare all’umanità: basta guerre! Fate vivere i piccoli!

Erode continua ad uccidere i bambini.
♦ Come non ricordare la strage degli innocenti. Erode li fece uccidere nella speranza di eliminare il nato Messia. – Erode è sempre vivo e gira per il mondo a fare nuove stragi di innocenti: “Un grido è stato udito in Rama, un pianto e un lamento grande; Rachele piange i suoi figli e non vuole essere consolata, perché non sono più” (Mt 2,18).
A Irpin, vicino Kiev, un bimbo di circa due anni piange a dirotto in braccio al papà soldato in partenza. Con i suoi piccoli pugni colpisce l’elmetto del padre che deve lasciarlo. Non sa cosa sia e perché ci sia la guerra, è troppo piccolo, ma non vuole essere consolato perché il papà va via.

I bambini delle guerre disegnano bombe e missili. – Di fronte a certe efferatezze la fede vacilla. Solo l’amore può guarire i traumi e l’odio e farci tornare a pregare con l’innocenza dei bambini: “Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia” (Salmo 131).

(fonte: cf vaticannews.va/it, 10 marzo 2022).

Le guerre colpiscono tutti, ma le vittime principali sono sempre i bambini. Il bombardamento dell’ospedale pediatrico di Mariupol è uno dei tanti esempi della disumanità della guerra. L’innocenza sgomenta dei piccoli, di fronte al mistero del male conosciuto troppo presto, rivela tutta l’atrocità dei conflitti. Di fronte a certe efferatezze anche la fede sembra vacillare. Solo l’amore può guarire i traumi e l’odio e farci tornare a pregare con l’innocenza e la fiducia dei bambini: “Signore, liberaci dal male, liberaci dalla guerra. Dona la pace al mondo!”.

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