Cultura e Società

“Le Cresiolee”

Le immagini rappresentate raffigurano, per la maggior parte, la Madonna di Romania

Nel nostro piccolo censimento ne abbiamo contate trentacinque

Un'edicola dedicata alla Madonna di Romania
Un’edicola dedicata alla Madonna di Romania

Gli antichi Romani erano soliti edificare, all’interno delle proprie abitazioni, i cosiddetti “lararia”, piccole cappelle riservate al culto domestico dei Lari, i protettori della casa. Nella maggior parte dei casi queste costruzioni assumevano forma di piccola nicchia, con la parete di fondo ornata da immagini delle divinità. I piccoli altarini potevano custodire, oltre alle immagini dei Lari, anche quelle dei Penati.
Con l’avvento del Cristianesimo l’usanza fu dirottata sulle immagini sacre della Madonna o dei Santi, per poi scomparire nel periodo dell’iconoclastia, movimento religioso nato nell’VIII secolo d.C. che vietava l’adorazione di immagini sacre per timore di idolatria. Il periodo iconoclasta durò per più di un secolo, per poi abbandonare il campo al rinnovato desiderio di adorazione delle immagini sacre.
L’attenzione dei fedeli tornò sulle “aedicule”, piccoli “aedes”, cioè tempietti, che, sulle orme delle cappellette dedicate ai Lari, recavano al loro interno raffigurazioni cristiane sacre.
Queste edicole sorgevano sui muri perimetrali degli edifici, all’interno o all’esterno dei palazzi stessi, o ai crocicchi delle vie rurali, lungo le strade principali e i percorsi delle processioni.
Il centro storico di Tropea raccoglie un gran numero di edicole: nel nostro piccolo censimento abbiamo contato trentacinque “cresiolee”, nome con cui in dialetto tropeano si designano queste piccole costruzioni (da “cresia”, chiesa, quindi piccola chiesa), ma siamo sicuri che all’interno dei numerosissimi palazzi nobiliari siano presenti in un numero altrettanto congruo.
La loro collocazione nei vicoli della città non era casuale: spesso nei secoli passati la popolazione meno abbiente occupava i cosiddetti “catoi” –dal greco katà, sotto-, vale a dire i seminterrati, sovente costituiti da una sola stanza buia e maleodorante, dove in pochi metri quadrati erano soliti affollarsi anche quindici persone. Il desiderio di “fuggire” da quell’ambiente malsano spingeva i poveri a riunirsi proprio davanti alle immagini sacre, per recitare il rosario e per pregare.
Un altro punto di vantaggio dell’edicola sacra era rappresentata dalla sua “velocità di trasmissione”: il fedele non aveva alcun bisogno di recarsi in chiesa per comunicare con Dio, era sufficiente raggiungere l’icona per trovare il conforto divino. Inoltre essa era un aiuto materiale anche per le istituzioni stesse e per i cittadini: le luci che illuminavano l’immagine sacra servivano infatti a rischiarare i vicoli bui, luoghi ritenuti in passato poco sicuri.
Dal punto di vista architettonico, le “cresiolee” sono per lo più delle piccole nicchie prive di decorazioni. Solamente in un numero limitato si è potuta apprezzare la forma di tempietto donatale dall’autore: due colonne poggiano sulla mensola e sostengono il frontone spoglio, mentre l’interno è caratterizzato da affreschi o dipinti su legno. In pochi casi si è potuta registrare la presenza di statuette in gesso.
Le immagini rappresentate raffigurano, per la maggior parte, la patrona della città, la Madonna di Romania, spesso accompagnata da San Giuseppe e da San Francesco di Paola. Altre icone sono dedicate alla Pietà o alla Madonna del Carmelo.
Bisogna purtroppo sottolineare il cattivo stato di conservazione di molte di queste opere d’arte, spesso fatiscenti e totalmente abbandonate. Eppure basterebbe ben poco per rimetterle in sesto: al rispetto da attribuire all’immagine sacra bisognerebbe sommare l’enorme valore sociale ricoperto in passato da essa, fonte di unione e rifugio per chiunque avesse cercato un piccolo conforto nelle tribolazioni della vita.

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Alessandro Stella
Scrittore, ha pubblicato i romanzi "La donna di Susa" e "Il pianto del monachello" per Pellegrini editore. Collaboratore della testata Tropeaedintorni.it, è giornalista pubblicista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria nell'elenco pubblicisti.